Il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj

Scritto da:  | 25 Giugno 2013 | 28 Commenti | Categoria: C'era una volta, Cultura e dintorni, Zibaldone

  il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 16(Villa Algardi, o “Casino del Bel Respiro”, è l’edificio principale di Villa Pamphilj)

Questa magnifica villa romana ha avuto ed ha, in realtà, ben poco a che vedere con il nostro gioco. Ma non ai miei occhi, perché fu proprio nei suoi giardini che per la prima volta partecipai ad una gara di scacchi. Eravamo nel 1973, se non ricordo male. L’eco della grande sfida tra Fischer e Spassky aveva risvegliato un discreto interesse nella città. All’Università mi parlarono di un torneo domenicale, nella Villa Pamphilj, all’aperto e aperto a tutti. Decisi, per curiosità, di prendervi parte. E poi era una buona occasione per visitare la Villa, da pochi mesi largamente accessibile al pubblico.

Sapevo scarsamente di scacchi. Soprattutto non mi rendevo conto (dopo aver seguito il lungo match mondiale) di come un intero torneo potesse esaurirsi in poche ore. Nemmeno avevo mai visto dal vero un orologio per scacchi. Lì giunto mi spiegarono che era un torneo “lampo”. Capii come le cose funzionavano soltanto alla fine della prima partita, allorché il mio avversario, che aveva riflettuto molto più a lungo di me, mi fece notare che avevo perso “per il tempo” (infatti dimenticavo quasi sempre di premere l’orologio dopo la mia mossa). E non andarono troppo meglio nemmeno le partite successive. Ma il colpo d’occhio sulla lunga fila di tavolini e pezzi pericolosamente ondeggianti sul prato mi parve suggestivo.

E quello fu un duplice contatto decisivo, perché il destino non solo volle che io mi occupassi abbastanza di scacchi in anni successivi (anche se sempre piuttosto poco come giocatore), ma volle pure che nel 1996 mia moglie ed io venissimo ad abitare non lontano da Villa Pamphilj e che io da quella data m’innamorassi profondamente anche di questo luogo, che è luogo unico al mondo.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 17(Villa Algardi con il giardino segreto)

Oggi permettetemi di parlarvene un poco, di questo parco, appropriandomi di uno dei nostri (di SoloScacchi) abituali “intermezzi” definibili da “Non-Solo-Scacchi”, il che rappresenta quasi il nostro periodico “mister Hyde”.

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“…. la Villa Pamphilj, che si rimira nelle sue fonti e nel suo lago tutta graziata e molle, ove ogni boschetto par chiuda un nobile idillio, ed ove i balaustri lapidei e i fusti arborei gareggian di frequenza” (così Gabriele D’Annunzio , in “Il Piacere”, 1889).

Qualche anno prima (1878) questo scriveva della Villa il dotto avvocato Ignazio Ciampi, parlandoci della storia di Roma intorno alla metà del Seicento:

La magnificenza classica, l’indispensabile arredo, direi, d’una famiglia nobile romana era la villa, che doveva stendersi per molto spazio di terreno, coprirsi di ombre, suonare d’acque, ridere di giardini, splendere di palagi dove prima era l’umile vigneto”,

e ancora: “… non poteva bastare un boschetto a difendere dai raggi ardenti del sole una piccola comitiva, ma era una larga sala o una lunghissima via di folti alberi a raccogliere le schiere di magnati, di porporati, di dame che, o dovevano passeggiarvi o raccogliervisi a colloqui or gravi or rumorosi, o esilararsi nei giochi frivoli del tempo…”,

e poi ancora: “piacevano le strade coperte di alberi giganteschi, le valli con gli alti pini, i labirinti custodi di arcani amorosi, le fontane zampillanti, gli ippodromi per le corse dei cavalli, i tempietti consacrati a Diana e Cerere, gli acquedotti, i laghi, i giochi d’acqua, i padiglioni d’edera…

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 08(Fontana di Venere e Casino del Bel Respiro)

Villa Pamphilj, la tenuta di campagna dell’omonima famiglia, è il più grande parco romano. I primi cenni storici risalgono al 1630, quando il principe Pamphilio Pamphilj acquistò una vigna per circa 4.000 scudi. Man mano fu ampliata e arricchita, specie per iniziativa, a partire dal 1644, di Camillo Pamphilj, nipote di Papa Innocenzo X. E’ situata sul Gianicolo, il colle dedicato a Giano (che, al contrario di quello che si pensa comunemente, non è uno dei sette colli di Roma, i quali stanno tutti ad oriente rispetto al corso del Tevere).

La villa ci è giunta integra nella sua originaria struttura e ben conservata, benché divisa in due parti nel 1960, quando si decise di farla attraversare dalla via Olimpica. All’interno s’individuano ancora i tre settori che un tempo la formavano: la “pars urbana” con il palazzo, il teatro, i giochi d’acqua e i giardini, la “pars fructuaria” con la pineta e la limonaia, la “pars rustica” con la tenuta agricola. Alla “pars urbana” lavorarono architetti di grande fama come Alessandro Algardi, poi Lorenzo Bernini e Francesco Borromini, più tardi Gabriele Valvassori.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 14(particolare del “Giardino del Teatro”, anno 1652)

Villa Algardi è collegata da un comodo viale ghiaioso alla più modesta Villa Corsini, che è oggi sede di una mostra- museo permanente dedicata al Teatro. Questa strada si chiama Viale del Maglio. Se non è dato sapere quanto la nobiltà romana dell’epoca si dedicasse agli scacchi, per certo sappiamo che uno dei suoi passatempi preferiti era proprio il gioco del Maglio, o “ Palla al maglio”.

Eppure il Seicento era stato il secolo di Giulio Cesare Polerio, di Gioacchino Greco, di Alessandro Salvio, di Pietro Carrera, illustri personaggi della storia del nostro gioco. Di loro, almeno il Polerio (come scrive Adriano Chicco) soggiornò a lungo in Roma, fra il 1606 e il 1610, alla corte del principe Jacopo Buoncompagni. E Vi si fermò due anni (1619-20) anche il Greco. Ma Roma, per gli scacchi, evidentemente non volle essere mai “capitale”.

Vediamo, allora, per curiosità, come l’Enciclopedia Treccani descrive la “Palla al maglio”:

Gioco affermatosi in epoca rinascimentale, ma d’origine antichissima, se ne trova traccia in molte opere letterarie. Tra i primi ne parlò in Italia Antonfrancesco Grazzini detto ‘il Lasca’ nel Canto di giocatori di palla al maglio (1559). Gli attrezzi richiesti erano un maglio e una palla di legno. Il maglio, un mazzuolo di legno dal manico lungo, veniva adoperato afferrandolo con le due mani sovrapposte e, dopo una rotazione, percuotendo con esso la palla con notevole forza. Il gioco consisteva in prove di destrezza o di distanza. Conosciuto e praticato in tutte le città italiane, se ne faceva risalire l’origine ai romani.

Gioco di corte, riservato ai nobili e d’obbligo nelle feste patrizie, si diffuse rapidamente in Francia con il nome di mail (uno dei campi più celebri si trovava alle Tuileries, commissionato da Luigi XVI che ne era un appassionato). Nel 17° secolo la moda della palla al maglio sbarcò in Inghilterra dove il gioco venne ribattezzato pall-mall incontrando un enorme successo, tanto da dare il nome al quartiere che ospitò il primo campo. Diede poi origine ad alcuni degli sport più tipicamente britannici: il cricket, il croquet, il golf. Furono proprio gli inglesi a modificare il mazzuolo, dandogli forme meno rigide, ma più confacenti alle nuove regole che andavano stabilendosi, mentre la palla ‒ anche ai fini di attutire gli effetti dei colpi ‒ venne ricoperta da una superficie in panno.

Caduto ormai quasi del tutto in disuso, sono stati dimenticati anche i nomi degli esercizi che il gioco prevedeva: rouet (giro del campo nel minor numero di colpi); passe (a squadre di quattro o sei giocatori); chicane (gioco in aperta campagna e su terreno accidentato); big shoot (sfida tra due concorrenti impegnati a raggiungere la distanza maggiore).

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Proprio su queste colline, dove a fine Seicento si giocava a “palla al maglio”, fu scritta nella primavera del 1849 una delle pagine più sanguinose del nostro Risorgimento, con i durissimi scontri fra le preponderanti truppe francesi del generale Oudinot, invocate dal Papa, e quelle, volontarie e garibaldine, accorse a difendere strenuamente la Repubblica Romana. Alcune targhe e i nomi dati ai viali verso Porta San Pancrazio ancor oggi ricordano quegli eventi e i loro eroi: Largo 3 giugno 1849, Viale del Battaglione della Speranza.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 15(nel “Giardino del Teatro”)

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Gli ultimi ampliamenti di Villa Pamphilj risalgono al 1882, con la costruzione di serre calde per la coltivazione di frutti esotici. Nel 1939 iniziò l’attività di esproprio da parte del comune, conclusa nel 1957. Alcune parti della villa furono aperte al pubblico nel 1965, dal 1972 il parco è quasi interamente percorribile. Fa eccezione, a parte il “Casino del Bel Respiro”, la selvaggia zona denominata “Valle dei Daini”.

E anche la “pars rustica”, grazie a mirati miglioramenti avvenuti fra gli anni 60 e 80, è oggi divenuta un gioiello sotto l’aspetto naturalistico. Ammirevole è qui un laghetto, attraversato da un ponte pedonale in legno, sorto nel 1965 nella parte occidentale della villa a seguito della bonifica di una zona acquitrinosa.

Tuttavia c’è molto ancora da valorizzare e sistemare e ripristinare, e non è solo mia l’impressione che in questo senso l’attività del comune negli ultimi anni sia stata, purtroppo, meno assidua ed efficace che in passato. Tra l’altro sono scomparse o illeggibili quasi tutte le insegne in metallo che descrivevano le principali specie botaniche, le statue ed altre opere. Manca altresì un moderno sistema d’irrigazione, la qual cosa ha causato nel tempo la sparizione di svariate specie arboree più piccole.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 06(La Fontana del Giglio)

La villa è incredibilmente ricca di acque e di fontane, purtroppo ai nostri giorni non tutte attive. La più nota è quella del Giglio (il giglio era il simbolo araldico della famiglia Pamphilj), opera dell’Algardi. Le acque che escono dalla Fontana del Giglio percorrono un canale, ricco di getti e cascatelle, che alimenta il Lago del Giglio, di origine naturale (!), che ha un piccolo isolotto al centro dove, d’inverno, svettando sui rami altissimi di un Taxodium Disticum, trascorre lunghe ore indisturbato l’airone cinerino.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 07(Il Lago del Giglio in autunno: un lago naturale in pieno centro cittadino!)

Oltre ad essere visitato, fra novembre e febbraio, da alcuni uccelli migratori, il piacevole specchio d’acqua è ricco di anfibi e di pesci (carassi, carpe, persici e gambusie, grandi divoratrici di zanzare ed insetti). Sulle sue rive, sempre in attesa di ricevere cibo dagli sparuti visitatori, possiamo ammirare una coppia di cigni reali, germani reali, numerose anatre domestiche, tartarughe, gallinelle d’acqua, folaghe e svassi. Nel cielo colombi, corvi, cornacchie e tanti coloratissimi pappagalli tropicali (parrocchetto monaco” e “parrocchetto dal collare”), che da alcuni anni hanno trovato il loro rifugio nella folta pineta storica (centinaia esemplari di “pinus pinea”) ma che non è raro vedere davanti casa quando vengono a maturazione arance e mandarini o se, soltanto, si lascia di notte la frutta sul nostro balcone.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 03(Il Lago del Giglio a fine maggio, poco prima di un temporale pomeridiano)

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 18(Taxodium Disticum, il “Cipresso calvo delle paludi”, con i suoi ospiti, novembre 2012)

Nelle zone più selvagge della villa il mio amico Pepetto, infaticabile camminatore e naturalista, avvistò alcuni anni fa anche il gheppio e la volpe. Purtroppo, sembra scomparso lo scoiattolo (invece presente in numerosi esemplari in Villa Borghese, fra i secolari platani intorno a Piazzale dei Cavalli Marini). Ci sono poi, fra i boschetti e i ruderi agricoli della “pars rustica”, almeno tre colonie di simpatici gatti europei randagi, per lo più rossi e bianchi.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 20il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 10il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 19il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 12

Le specie arboree esistenti sono innumerevoli e fanno del parco un sito raro e di assoluto pregio per ogni amante della botanica: alloro, cipresso, pino, leccio, cerro, olmo, salice, olivo, ippocastano, quercia, acero, magnolia, frassino, gelso, agave, palma, platano, pioppo, eucalipto, faggio, pero selvatico, tasso. Sempre più diffusi e invadenti sono gli inestricabili intrecci delle piante di mora (rubus ulmifolius).

Ma ci sono anche delle specie particolarmente rare in Italia: Cicas (originaria del Giappone), Araucaria (dall’Oceania), Sequoia (California), Avocado e Nolina (Messico), Brugmansia (Cile, con gli enormi fiori bianchi chiamati “tromboni d’angelo”), Acero palmato rosso (Giappone), Albero dei Cervi (Kentucky), Salice tortuoso, Gingko Biloba e Canfora (Cina), Caco americano (Nord America), Noce del Caucaso (Iran), Nastro di Bush (Isole Salomone).

Ragguardevoli sono i due esemplari, giganteschi, di Cedro del Libano, albero originario delle montagne della Siria.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 09il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 11il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 05il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 13(Un piccolo ciliegio. Siamo verso l’ingresso di via della Nocetta )

Dalle due ultime immagini (agosto 2012) si può avere un’idea della vastità della villa. Tanto per dare qualche riferimento, Villa Pamphilj si estende per 184 ettari, quindi non troppo meno, ad esempio, dell’intera cittadina di Portofino, che ne conta 260. Le sue mura perimetrali misurano ben 9 chilometri.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 02

Dalle stesse immagini s’intuisce come, pur in bellissime giornate di primavera e d’estate, la villa non sia un primario punto di ritrovo e di riferimento per i romani, che non hanno, evidentemente, o non hanno più come nel ‘600, quell’amore e quella cultura per il verde e la natura e l’arte dei quali abbiamo sentore in altre città, ad esempio Londra, i cui parchi costituiscono una delle attrattive principali per i turisti e per i cittadini.

Eppure per l’ingresso in Villa Pamphilj (di ingressi ce ne sono oggi ben dieci) non si paga un centesimo e la sola area non accessibile è quella del “Casino del Bel Respiro”, o Villa Algardi, attuale sede di rappresentanza della Presidenza del Consiglio (ma ci sono visite guidate gratuite, ogni sabato mattina da settembre a giugno).

Nelle stesse ore di queste foto -avreste potuto scommetterci- saranno stati affollatissimi, nonostante la crisi economica, tutti gli ipermercati e i grandi centri commerciali della città, sorti come enormi e sgraziati funghi nelle (per altri versi dimenticate) ben più lontane periferie.

Qui in villa solo qualche mamma con i bambini, qualche pensionato, qualche “dog sitter”, qualche bella ragazza-atleta scampata alla più consueta palestra e qualche irriducibile corridore o camminatore come l’amico Pepetto, ex-giovanotto ed ex-montanaro, abruzzese di Scanno, il quale macina, sovente solo e silenzioso, chilometri e chilometri accompagnato dai suoi immancabili bastoncini da trekking, da un inaffidabile contapassi e, pioggia o sole che sia, da un cappellino alla Kamsky/Nakamura.

Non mancherete certo di incontrare qui qualche straniero, e questi potrebbe essere perfino (a proposito di racchette), la grande tennista americana Venus Williams, che è solita venirci a correre in maggio, lei essendo in città per gli Internazionali di tennis.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 01

Il periodo migliore per visitare Villa Doria Pamphilj è la parte iniziale della primavera, quando il lilla dell’infiorescenza dei giovani faggi e il verde splendente dell’erba più alta spalmata di pioggia creano un quadro fantastico, uniti al bianco dei prati ammantati di milioni di piccole margherite dai petali compatti come cristalli di neve.

Ma io preferisco ancor più l’autunno avanzato, quando dal freddo Nord il nostro airone scende a ritrovare questa incredibile terra, quando tutti gli animali si fanno più guardinghi e silenziosi, e quando i giochi del sole e della nebbia, nell’umida alba e nel rapido tramonto, filtrano incerti tra la malinconia e la vegetazione, avvolgendo con dolcezza il sonno della natura nelle sue romantiche culle di color giallo ed ambra.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 04(novembre 2012)

Un altro cerchio si è compiuto. Le ombre di Lady Mary Talbot, contessina di Shrewsbury, e del suo sposo, il principe Filippo Andrea Doria Pamphilj Landi, hanno lasciato da tempo Villa Algardi, le stanze di Palazzo Corsini, le Serre e il Giardino del Teatro, uscendo dalla villa attraverso il monumentale, grandioso “Arco dei Quattro Venti”. Anche stasera possono essere richiusi tutti i dieci cancelli della Villa. I pappagalli tropicali sono rientrati nei loro nidi prima del solito ed i beneauguranti e scaltri corvi hanno già portato il loro pane a San Paolo.

Non possiamo aspettare di più, non manca più nulla, oramai. O meglio, no, sento che una cosa manca ancora. Manca un altro tempo per gli scacchi, per rinnovare antiche sensazioni ed assopite emozioni.

il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 21il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 22il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 23il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj 24

(informazioni storico-botaniche tratte da “VDP-il patrimonio botanico-Roma Capitale 2012”, testo e fotografie di Marramaquìs)

avatar Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)


28 Commenti a Il tempo degli scacchi in Villa Pamphilj

  1. avatar
    Ivano E. Pollini 25 Giugno 2013 at 05:03

    Che foto!

    Bellissimo! 🙄

    Marramaquìs sei un artista! 😆

    Appena verrò a Roma,andrò a visitare Villa Pamphililj e dintorni.

    Ciao

    IEP

  2. avatar
    Fabio Lotti 25 Giugno 2013 at 09:30

    Testo e foto in perfetta armonia.

  3. avatar
    Enrico Cecchelli 25 Giugno 2013 at 11:52

    Grazie per questo stralcio di storia e gli scorci che mi hai regalato.
    Non la conoscevo e da oggi grazie a te sono un pò più ricco.
    Fantastiche foto

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    Mongo 25 Giugno 2013 at 12:49

    Un po’ di natura fa sempre bene!!
    La prima volta che torno a Roma ci farò sicuramente un salto!! 😉

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    Luca Monti 25 Giugno 2013 at 14:21

    Il racconto e le belle immagini prodotte,narrano di un luogo dove bellezza e pace convivono in armonia.Le fotografie sono così evocative che,riguardandole ,pare di esserci a Villa Pamphilj;grazie al Marramaquís.

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    Marramaquìs 25 Giugno 2013 at 22:43

    Amici cari, a questo punto è ovvio che sarete tutti miei ospiti a pranzo nel ristorante della Villa ……

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    Enrico Cecchelli 26 Giugno 2013 at 00:55

    Guarda che ti prendo subito in parola…..

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      Marramaquìs 26 Giugno 2013 at 06:26

      Benissimo, ma dimmi in che data, ché occorre prenotarsi per tempo.

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        Roberto Messa 26 Giugno 2013 at 14:05

        Vengo anch’io!
        Di più: perché non organizziamo, per esempio in settembre o ottobre, un raduno informale aperto a tutti gli “amici di Soloscacchi” a Villa Pamphilj?

        • avatar
          Marramaquis 26 Giugno 2013 at 14:45

          E’ un’idea meravigliosa.

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    Elio Malloni 26 Giugno 2013 at 08:14

    e bravo Riccardo – articolo esaustivo in tutto e per tutto … (m’aggrego pur’io) …

  9. avatar
    Marramaquis 26 Giugno 2013 at 14:51

    Elio, grazie, tu porta una scacchiera …… e intanto i miei saluti a Marcello.

  10. avatar
    Enrico Cecchelli 26 Giugno 2013 at 16:11

    Avete visto come è facile concretizzare un’idea meravigliosa nata quasi per gioco?
    Sarebbe stupenda l’idea di un “raduno” verso Settembre /Ottobre .
    Io sapendo la data con un po’ di anticipo do già la mia adesione…

    • avatar
      Roberto Messa 26 Giugno 2013 at 17:47

      Facciamo sul serio! E’ da troppo tempo che non “scendo” nella città eterna.
      Propongo il 5/6 o il 12/13 ottobre…

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        Mongo 26 Giugno 2013 at 23:58

        Il 5/6 ottobre potrebbe andare benissimo.

  11. avatar
    paolo bagnoli 26 Giugno 2013 at 21:25

    Siete un branco di fetenti! Avete scatenato la mia invidia, visto che non potrò partecipare al “raduno”! Fetentissimi!

  12. avatar
    Giangiuseppe Pili 26 Giugno 2013 at 23:08

    Mi farebbe molto piacere poter partecipare! Se siete sempre dell’avviso… E’ una gran bella idea!

    • avatar
      Marramaquìs 27 Giugno 2013 at 07:02

      Certo che siamo dell’avviso! Incontrarci sarebbe molto bello e (fatemi aggiungere) indipendentemente dal luogo. Ottobre mi pare un periodo ideale.
      Ora vediamo soprattutto quale è la disponibilità dello “Studio Centrale” di SoloScacchi, che, come si sa (si sa?), è a Genova e che non potrà mancare a qualunque appuntamento.

  13. avatar
    Omero Placchetta 27 Giugno 2013 at 07:59

    Un connubio stupendo tra scritto e fotografie. Sei veramente un artista. Splendida
    l’idea per l’incontro ad ottobre. Provo a tradurlo in tedesco . Grazie Omero.

  14. avatar
    alfredo 27 Giugno 2013 at 12:09

    mi aggregherei molto molto volentieri anch ‘io !!! 😆

  15. avatar
    alfredo 27 Giugno 2013 at 12:11

    sarà una ” cena elegante ” ?
    cosi’ tanto per sapere come mi devo vestire ….

    • avatar
      Roberto Messa 27 Giugno 2013 at 12:21

      Per Lor Signori è prescritto l’abito scuro. Le Dame saranno gradite ospiti anche in abbigliamento molto casual… 🙂

    • avatar
      Marramaquis 27 Giugno 2013 at 15:14

      Macché elegante, Alf, aggregati così come càpita, pure col camice bianco da lavoro! Come fai a stare elegante fra tartarughe, gatti e cornacchie?
      E ti ricordo che avevo parlato del pranzo, non della cena, perché quel locale della villa alla sera è aperto solamente nel periodo estivo.
      A meno che non riesci a farti invitare da Napolitano a Villa Algardi ….. allora sì ……

      • avatar
        Roberto Messa 27 Giugno 2013 at 19:19

        Penso che Alfredo alludesse ad altre ben note “cene eleganti” dove effettivamente si dice che qualcuno/a si sia presentato/a in camice bianco, ma anche con le giarrettiere…
        In fondo, come negli scacchi, è sempre un gioco di Dame e Cavalieri 😉

  16. avatar
    Roberto Messa 27 Giugno 2013 at 12:23

    Chissà perché quando in un blog si comincia a parlare di magnate, cene e affini i commenti, i plausi e le adesioni cominciano a piovere in quantità 🙂

  17. avatar
    Franco Trabattoni 27 Giugno 2013 at 17:20

    Inutile precisare che se posso vengo anch’io.

  18. avatar
    H.B.Smithson 20 Luglio 2013 at 13:43

    What an enjoyable article! Most engaging and readable. And the photos are all beautiful. Thank you to Soloscacchi and of course to the author.

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