Aspettando il tramonto

Scritto da:  | 7 Luglio 2013 | 47 Commenti | Categoria: Racconti
Aspettando il tramonto 1
Arriveranno domattina, tutti, figli nipoti nuore generi, dovrò sorridere a tutti, baciare i bambini, chiacchierare con gli altri. Non ne ho voglia. Giorgia si metterà davanti alla scacchiera con la solita domanda: “Nonno, quando mi insegni?” e le risponderò con la solita risposta: “La prossima volta, Giorgia, la prossima volta”.
Cinquantasette anni insieme, e questo è il mio primo compleanno senza di te, senza la mia donna seduta accanto a me a stringermi la mano, a guardare con orgoglio e tenerezza tutta quella gente generata dal nostro amore.
Estranei, ecco cosa sono: estranei, ognuno con la sua vita, i suoi problemi, i suoi dubbi. Non sanno niente di me, di te, di noi. Cosa sanno dei fremiti dei nostri vent’anni, del vigore della nostra maturità, della dolcezza della nostra vecchiaia? Non sanno niente, niente.
Ricordi quell’estate al mare, quando ci incontrammo e ti feci una corte assillante, spietata, fino a quando… Ricordi, amore mio, come i nostri corpi si cercavano, si fondevano? Ricordi gli anni duri, difficili, quando si sbarcava il lunario a fatica, quando rientravo la sera, stanco, sempre più sfiduciato, e tu eri sempre lì, forte come una roccia, a sostenermi, a spronarmi?
Cosa ne sanno, loro? Niente. Estranei, ecco cosa sono.
Dove sei, adesso? Mi stai aspettando da qualche parte? Non ho mai creduto, non ho mai cercato Dio, forse ho vissuto nella presunzione che fosse Lui a dover cercare me, chissà… Mi bastavi tu, capisci?, tu riempivi tutta la mia vita e quello era tutto ciò che mi serviva: guardarti, toccarti, amarti.
Domani saranno tutti qui. Tu no, non ci sarai, ed io sarò solo in mezzo a tutta quella gente, quegli estranei che si chiamano figli nuore generi nipoti. Mi tratteranno con ogni riguardo, alla mia età essere un po’ rimbambiti è quasi un obbligo, e mi sorrideranno, quanti sorrisi dovrò ricambiare! “Nonno, insomma, mi insegni?” e farò finta di non aver sentito.
Vedi che bel tramonto? Il cielo si sta arrossando. Senti anche tu il fresco sulla pelle? Forse è meglio rientrare.
No, ancora un minuto, prendimi la mano, amore mio, ti prego, stringila così, forte, più forte, non lasciarmela più. Vorrei addormentarmi adesso, chiudere gli occhi e non riaprirli mai più, fissare questo momento per l’eternità.
Sono stanco, amore mio, stanco di essere solo davanti a questi tramonti, stanco di ascoltare le ore che sgocciolano senza la tua presenza a riempire ogni minuto. Voglio ancora il tuo sorriso, il tuo fresco corpo di ragazza. Mi ubriacavo della tua giovinezza, della tua bellezza, accarezzavo il tuo viso, godevo delle tue risate di… ieri?
Ti amo. Guarda, il sole sta tramontando.
Aspettando il tramonto 2
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


47 Commenti a Aspettando il tramonto

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    Ivano E. Pollini 7 Luglio 2013 at 12:10

    Pezzo umano, commovente fino alle lacrime di uno scacchista che è anche un poeta.

    Umano troppo umano. Felicità-infelicità. La gioia legata al dolore.

    E’il nostro destino di esseri umani.

    Mia mamma era di Ravenna..

    IEP

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    Enrico Cecchelli 7 Luglio 2013 at 14:43

    Ogni commento sarebbe una indebita invadenza.
    Si puo solo invidiare chi ha condiviso con qualcuno sentimenti così profondi

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      Roberto Messa 7 Luglio 2013 at 15:01

      Condivido. Silenziosamente.

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        Franco Trabattoni 7 Luglio 2013 at 22:15

        Mi associo.

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    Fabio Lotti 7 Luglio 2013 at 15:13

    Anche io mi sento di essere vicino al nostro Paolo.

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    alfredo 7 Luglio 2013 at 16:31

    grazie

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    Luca Monti 7 Luglio 2013 at 17:21

    Ringrazio il Paolo Bagnoli per la delicata memoria e chi,nella redazione, si sia prodigato per renderla fruibile ad ognuno.

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    fds 7 Luglio 2013 at 17:55

    Mi hai commosso, perché mi specchio.

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    Lina 8 Luglio 2013 at 00:23

    Caro Sig. Paolo,
    mi scusi se mi permetto ma io penso che sua moglie sarebbe davvero molto felice se lei insegnasse a giocare a scacchi alla vostra piccola Giorgia.
    Ha visto le foto dei bambini che sono stati a Courmayeur?
    Ha visto le loro espressioni e quanta serietà e partecipazione? Una delizia.
    Sarebbe magnifico se fra qualche anno ci fosse anche la vostra Giorgia fra loro!
    La prossima volta che sua nipote verrà a trovarla gliele mostri e poi.. le insegni a giocare.
    Giorgia avrà un ricordo bellissimo del nonno che l’accompagnerà per tutta la vita, non si lasci sfuggire questa splendida opportunità!
    Ora è Giorgia che vuole imparare e vuole che lei gli insegni ed è davvero commovente e contagioso l’entusiasmo dei bambini, sarebbe un vero peccato che.. si spegnesse vero?
    Un abbraccio.

    E ricordati, io ci sarò. Ci sarò su nell’aria. Allora ogni tanto, se mi vuoi parlare, mettiti da una parte, chiudi gli occhi e cercami. Ci si parla. Ma non nel linguaggio delle parole. Nel silenzio.
    (Tiziano Terzani)

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    Mongo 8 Luglio 2013 at 11:48

    Paolo sto lacrimando!! Un gran bel pezzo, molto intimo, scritto per noi e per chi ti manca.
    Grazie, sei unico.
    Ricky

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    paolo bagnoli 9 Luglio 2013 at 21:55

    Sono seriamente imbarazzato a commentare i commenti, e chiedo scusa a tutti per aver generato opinioni e sentimenti che non si adattano alla REALTA’.
    Quello che avete letto è semplicemente un RACCONTO , che scrissi in non più di un quarto d’ora dopo essermi svegliato da un sogno in una situazione che più letteraria non si può: sudore, lacrime e tachicardia.
    In quel sogno avevo ottant’anni (sono vicini) e i figli continuavano a chiedermi: “Dov’è la mamma?” ed io non sapevo cosa rispondere perchè la mamma non c’era più.
    La cifra di 57 anni non è casuale: quando ho incontrato Rita, il 3 agosto 1964, entrambi interpreti alla reception di un campeggio a Marina di Ravenna (io inglese e francese, lei inglese e tedesco), ha avuto inizio un rapporto travolgente che, penso egocentricamente, sia capitato soltanto a noi. Ci siamo sposati (dopo sette mesi) il 28 febbraio 1965, non perchè “costretti” (il nostro primo figlio è nato nel 1971) ma perchè LO VOLEVAMO.
    Rita è ancora qui, al mio fianco, ed i nostri quattro figli (nell’ordine: Alessandro, Stefano, Daniele e Diana) sono la luce dei nostri occhi.
    Chiedendo ancora scusa a tutti per la NON VOLUTA “mistificazione”, tengo incrociate le dita sulla data del “tramonto”, che spero, per lei e per me, che avvenga il più tardi possibile.
    Comprendo il senso di delusione che potrà derivare da questa mia rivelazione, e comprendo anche l’eventuale senso di disprezzo che potrà derivare, nei miei confronti, per il NON VOLUTO inganno, ma questo racconto (così come un altro che invierò tra poco) contiene tali e tanti frammenti di vita reale…..
    Basta così, e scusatemi ancora.

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      Jas Fasola 9 Luglio 2013 at 22:38

      Ritenere un estraneo il proprio figlio mi sembrava quasi impossibile, non voler insegnare gli scacchi alla nipotina un delitto di lesa maesta’… be’ meno male era solo un incubo 🙂

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      fds 9 Luglio 2013 at 22:38

      😈 😈 😈

      Meglio così!

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      alfredo 11 Luglio 2013 at 09:38

      Paolo
      sei una persona fortunata .
      tra le tante cose

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    Ivano E. Pollini 9 Luglio 2013 at 22:15

    Paolo Bagnoli….no comment!

    IEP

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    Fabio Lotti 9 Luglio 2013 at 22:47

    Li mortacci!… 🙂

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    Mongo 10 Luglio 2013 at 10:55

    Lunga vita alla Signora e… (come dice il Lotti): ti venisse!!! 😉

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    paolo bagnoli 10 Luglio 2013 at 21:32

    Grazie per gli auguri e per gli improperi… e nuovamente mille scuse, ma non avevo intenzione di turlupinare chicchessia. Era soltanto un racconto vomitato dal mio cranio in un momento particolare. I sentimenti descritti, comunque, sono quanto di più autentico possa esistere.
    Per Jas: i figli e compagnia bella possono apparire “estranei” in quanto incapaci di provare ciò che altri “estranei” a loro hanno provato o stanno provando, ma capisco perfettamente la tua obiezione.
    Aspettate i prossimi racconti, anch’essi conditi di un certo realismo.

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      Franco Trabattoni 10 Luglio 2013 at 23:51

      Paolo, se stai allo scherzo ti dico questo: l’avessi scritto io, mia moglie mi avrebbe detto: “Cos’è, me la stai tirando?”

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    paolo bagnoli 11 Luglio 2013 at 06:26

    Caro Franco, mia moglie l’aveva letto il giorno stesso in cui l’ho scritto e ne era rimasta entusiasta (quanta immodestia da parte mia!), così come degli altri che ho nel cassetto. Sono, riguardo a certe cose, un emotivo e DEVO scriverle.
    Sto allo scherzo, eccome!, anche atroce. L’unica cosa che mi infastidisce sono gli scherzi volgari, in quanto non sopporto la volgarità delle persone. Per tutto il resto, digerisco tutto e tento di assimilare qualunque cosa possa esservi di positivo.
    Forse è l’età…..
    Ti abbraccio
    Paolo

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    alfredo 11 Luglio 2013 at 09:06

    caro Paolo
    una volta di piu’ ti esorto a raccogliere in un libro questi tuoi racconti.
    Si puo’ fare, credimi.
    Anche senza puntare alle tirature di Camilleri 😉

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    paolo bagnoli 11 Luglio 2013 at 17:36

    Caro Alfredo, ti ringrazio per l’ennesima volta per la stima. Se conosci il “sistema” fammelo sapere.
    Ciao
    Paolo

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      alfredo 12 Luglio 2013 at 09:06

      scrivimi in pvt
      ciao !

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    Punta Arenas 13 Luglio 2013 at 19:11

    Da parte mia vi è sempre il massimo apprezzamento per qualsiasi persona originale, anticonformista, e che abbia il coraggio di dire sempre ciò che pensa – anche a costo dell’impopolarità – senza mai vergognarsi dei propri sentimenti.
    Quindi non posso che apprezzare questo racconto originale anche se un po’ triste di Paolo, e non capisco perché senta la necessità di giustificarsi.

    Semmai, pensando al mondo degli scacchi di oggi, la paura è che tutto sia sempre più ridotto a varianti, performance rating, criteri sempre + burocratici, ecc.

    Già che ci sono lo dico apertamente: sto al 100% dalla parte di Borislav Ivanov!
    Fatemi capire: qui un giocatore a livello di MF da 2200-2300, e di soli 25 anni, diventa la “pecora nera”, e viene bollato come “cheater”, solo perché “si permette” di battere qualche GM, e ha uno stile un po’ troppo simile al software di Houdini?
    Embè? Quanti si preparano col computer? Ma un conto è prepararsi, un altro averlo sotto mano (anzi sotto soprabito, :mrgreen: )

    Siccome lo hanno perquisito e osservato attentamente, e non hanno mai trovato nulla, qualcuno ipotizza che abbia lenti a contatto da fantascienza, oppure addirittura dei microchip nel cranio. 😆
    Credo che la paranoia “anti-cheating” che sta pervadendo il mondo scacchistico stia raggiungendo livelli da Inquisizione, o da America maccartista,o di Salem, o da Iran khomeinista!
    Probabilmente – se avesse giocato oggi – Garry Kasparov sarebbe stato subito bannato come “cheater”, e stroncato già in tenera età, visto che nel 1979, a Banja Luka, aveva vinto con 2 punti di vantaggio, e senza neppure un vero rating internazionale, realizzando la 1a norma da GM.
    Io ho visto giocatori battere GM – anche in Italia – NON con 300-400 punti di elo in meno, ma anche con 500-600-700!

    Vorrà dire che in futuro, le norme FIDE anti-cheating saranno le segg.:

    1) Si possono battere GM SOLO giocando mosse a loro gradite. Se li battete con mosse che a loro sembrano strane, la partita verrà annullata.
    2) In ogni sala torneo deve essere apposto il cartello: “Oggi non si possono battere i GM, domani sì!”
    3) Si possono battere i GM solo nei giorni 30 febbraio, 31 giugno, 31 novembre, 31 aprile, 31 settembre
    4) I giocatori possono realizzare norme SOLO nella fascia di età tra i 13 anni 5 mesi e 3 giorni, e 13 anni 5 mesi, 3 giorni e 3 ore. Se avete 14 anni siete troppo vecchi, se ne avete 12 siete troppo giovani, e la FIDE non accetterà norme.
    5) Se durante la partita guardate fuori non va bene, se guardate l’orologio non va bene, se vi alzate e andate in bagno non va bene, se pensate troppo non va bene, se pensate poco non va bene. E allora cosa va bene? NULLA!!
    6) Si accetteranno norme da GM solo se il giocatore dopo la partita si sottoporrà al lie-detector con la criminologa Bruzzone, lo psichiatra Bruno, Crepet, Costanzo, Vespa e barbara D’Urso. Inoltre in caso di esito positivo della prova, la norma non sarà valida se il giocatore non camminerà sui carboni ardenti mentre fa saltare 3 arance senza farle cadere.
    7) Per i giocatori di età superiore ad anni 30 è prevista l’eutanasia.

    Continuiamo così…facciamoci del male!

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      Roberto Messa 14 Luglio 2013 at 14:27

      Io sto dalla parte di Borislav Ivanov allo ZERO per cento.
      Questo non vuol dire che sto dalla parte di chi vorrebbe comminare giudizi e punizioni senza avere delle prove, ma credo che il problema del cheating sia reale e potenzialmente catastrofico. Non si può eluderlo con la politica dello struzzo.

  18. avatar
    Punta Arenas 15 Luglio 2013 at 08:45

    @Roberto Messa

    Tu hai tutto il diritto di essere allo 0% dalla parte di Ivanov, ed anche di promuovere un referendum sulla sua lapidazione.
    Ma almeno avresti il DOVERE di portarmi le prove del suo cheating, altrimenti il tuo è puro conformismo, dire quello che la maggioranza dice per quieto vivere.
    Troppo comodo dire: “sono allo 0% a favore di quello”, ma poi dovresti sapere MOTIVARE la tua affermazione.

    Hai presente il film: “La parola ai giurati”?
    All’inizio erano 11 per la colpevolezza del ragazzo, e solo uno con le palle, come Henry Fonda, nel film, aveva il coraggio di andare contro l’opinione comune.
    Poi tutti si convinsero, dopo averci ragionato.
    A te piacerebbe finire in galera da innocente e senza prove?
    Eppure ogni tanto succede, provalo, e poi mi dirai come ci si sente…
    Magari prova a leggerti quello che diceva un certo Enzo Tortora, prima di finire dentro da innocente. Lui diceva: “Eh, se è uno viene condannato, ci sarà una ragione!”
    E leggiti cosa scrisse dopo che in galera da innocente ci finì LUI!

    Oppure, visto che quando sollevo l’argomento NESSUNO, dico NESSUNO riesce mai a rispondermi (dà fastidio dire che spesso e volentieri le federazioni seguono DUE PESI E DUE MISURE), potresti caro Roberto spiegarmi una cosetta:

    1) Un giocatore di nome Scarenzio fu beccato a manipolare un palmare nascosto sotto il soprabito, durante un torneo a Nizza, e giustamente l’arbitro lo squalificò, e fece rapporto alla FSI. Quest’ultima tuttavia, dopo un’indagine durata 1 anno e più, nemmeno lo rinviò a giudizio, archiviò il tutto!
    A favore di Scarenzio si pronunciarono alcuni suoi amici, anche se la maggior parte dei giocatori (TRA CUI IO!) chiedeva provvedimenti (anche solo una squalifica temporanea).
    Poco importa se Scarenzio in quel momento stesse prendendo suggerimenti, o stesse – come lui sosteneva – guardando una posizione diversa dalla partita che giocava.
    La colpevolezza dello Scarenzio stava nel fatto che avesse portato un palmare e lo stesse consultando, quando il 99% dei giocatori non lo fa.
    Se vai all’aeroporto con una pistola nella borsa, non puoi cavartela dicendo che non la stavi usando, e non volevi dirottare l’aereo.
    Il solo fatto di portarla è illegale, e va sanzionato, così come il solo fatto di tenere un palmare acceso e consultarlo mentre giochi avrebbe dovuto essere sanzionato. MA C’ERANO LE PROVE!!

    Quindi mi vuoi spiegare, caro Roberto, perché dovrei accettare che un giocatore come Ivanov, senza che gli sia stato trovato nulla addosso, dovrebbe essere squalificato (idem come Cereda, sul conto del quale la FSI ha solo rimediato una pessima figura radiandolo in primo grado, e assolvendolo poi), mentre Scarenzio no?
    Se partiamo dal principio che un 2300 non può battere dei gm (ah ah ah!), e non può giocare con lo stile da computer, nel giro di qualche anno squalificheremo tutti coloro che battono un gm, e meno che non giochi 1.h4, visto che di mosse “da computer” ne giocano in tantissimi.

    LE PROVE, LE PROVE, LE PROVE, VOGLIO LE PROVE!!

    Troppo comodo fare come fate voi, e cavalcare “l’umore prevalente”.
    Ma forse non ti accorgi che anche questo eccesso di severità a senso unico e senza prove, che poi si scarica solo contro alcuni, è un altro fattore che allontana la gente dai tornei.
    Lo hai ammesso tu stesso che gli scacchi non crescono, ti sembra che la paranoia sul “cheating” li aiuti a crescere?
    Ma che almeno mettano regole chiare: al limite obblighino la gente a farsi perquisire, ma nessuno vuole giocare col rischio di essere sputtanato solo per avere battuto un gm.
    E allora, la partita Puzzoni – Miladinovic (quella in cui un cm batte un gm in poche mosse) cos’è? Cheating?
    Te ne trovo CATERVE di partite di gm battuti da giocatori di livello inferiore.
    Vuoi che rifacciamo le classifiche di 60 anni di tornei?
    E la Cardoso- Bronstein di Portorose 1958 cos’è?
    Cheating solo perché un filippino sconosciuto batte un vice Campione del mondo?
    Fatti, prove, non chiacchiere!

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    Roberto Messa 15 Luglio 2013 at 09:06

    Sono in vacanza e non ho voglia di imbarcarmi in lunghe discussioni. Io non ho il dovere di portare nessuna prova proprio perché prima ti ho scritto che non sto dalla parte di chi vorrebbe comminare giudizi e punizioni senza avere delle prove. Riguardo a Ivanov la cosa che mi insospettisce di più è che un giocatore di livello 2000 (2300 lo è “diventato”…;) è che nel torneo semilampo in Spagna in cui è arrivato primo davanti a uno stuolo di GM giocava sistematicamente una mossa ogni 4 o 5 secondi indipendentemente dalla complessità della posizione. Il problema che non lo si possa condannare per questo è appunto il PROBLEMA. L’altro problema sono i numerosi casi di ragazzini che sono stati beccati con le mani nel sacco in decine di tornei in tutto il mondo, questo è il PROBLEMA di cui parlo. Per il caso Cereda leggi Torre & Cavallo… l’ho perfino intervistato.
    Buone vacanze!

  20. avatar
    Daniele Marano 15 Luglio 2013 at 09:45

    Buone Vacanze, Direttore!

    • avatar
      fuser 15 Luglio 2013 at 20:41

      Mi associo alle buone vacanze al direttore a cui vanno d’obbligo per l’ultimo numero di T e C
      Sempre piu’ bello e ricco
      secondo me una prova che la ” carta” con il suo fascino resisterà

  21. avatar
    Punta Arenas 15 Luglio 2013 at 11:19

    Caro Roberto,
    nemmeno io voglio aprire una polemica infinita su Ivanov.
    E nemmeno io ho la certezza che non bari.
    Però il punto è: dove sono le prove?
    Dobbiamo ammettere che non ce ne sono. Che sia un caso “limite” è evidente.
    Però di solito i vari imbroglioni vengono beccati, prima o poi. L’iraniano che stava facendo 4,5 su 5 fu beccato nel bagno, idem un francese che riceveva mosse da un compare.
    Ripeto: sono il primo – non usando il computer nemmeno per analizzare, ma solo come database – a dire che chi bara coi computer deve essere buttato fuori senza indulgenze, è in gioco il futuro stesso degli scacchi.
    Ma al tempo stesso dico: andiamoci cauti, non possiamo bollare a vita come “baro” un giocatore solo perché in un certo periodo ottiene buoni risultati con giocatori più forti, sarebbe come buttare “il bambino con l’acqua sporca”, per usare una metafora. Distruggere i tornei per la paura del cheating.
    Tra l’altro Ivanov è anche uno che perde con giocatori deboli, abbastanza incostante direi.
    Però arrivare a dire che usa le lenti a contatto da fantascienza, o i chip impiantati nel cranio sa tanto di paranoia. Alcuni addirittura hanno detto che sarebbe una specie di prestigiatore, capace di ipnotizzare, o di occultare i congegni che usa.
    Ma di questo passo non se ne esce.
    Io credo che si debbano mettere regole rigorose, fino all’uso di “scanner” sugli abiti, nei tornei più qualificati, però le sanzioni devono scattare SOLO se uno viene beccato.
    Per quanto riguarda Ivanov, credo che qui in Italia in particolare gli abbia nuociuto il giudizio negativo emesso dal nostro GM Axel Rombaldoni, che in un’intervista a “Chessbase” ha giudicato viziata da “cheating” la sua (di Ivanov) recente vittoria contro di lui.
    Ho letto con molta attenzione la testimonianza di Axel, ma per quanto “eccentrico” possa essere stato il comportamento di Ivanov – e su ciò possiamo essere d’accordo – non ha portato concrete prove o indizi che quest’ultimo abbia barato. Non dico che non possa essere avvenuto, dico solo che non ci sono prove.
    Rombaldoni dice che Ivanov pensava pochissimo, ma non è una prova, parecchi giocatori pensano nel tempo di riflessione dell’avversario e muovono rapidamente, Tal era un esempio classico.
    Poi, lui dice che era spesso distratto, guardava fuori, fissava l’orologio, ecc., ma tanti altri giocatori, anche in epoche non sospette, lo facevano.
    Infine, secondo Rombaldoni sarebbero elementi di indizio contro Ivanov il fatto che l’8° mossa (Af4) da lui giocata non sia mai stata giocata prima, ma Houdini la suggerisca.
    Sul fatto che non sia mai stata giocata prima, ho i miei dubbi. Mi dicono che tale mossa sia stata suggerita in una monografia di Bellin, e sia stata giocata anche da Schlechter a inizi del ‘900, e poi da altri giocatori.
    Ma anche se così non fosse, nulla esclude che Ivanov abbia davvero studiato quell’apertura con Houdini o altro software a casa, ed abbia memorizzato la mossa, oggi anche dei 3° nazionale memorizzano 20 mosse di Spagnole o Siciliane, non vedo nulla di sorprendente nel preparare le prime 8 mosse di un’apertura a memoria, usando il computer a casa.
    Insomma, pur comprendendo il disappunto di Axel nell’aver perso con un avversario dal comportamento piuttosto anomalo, non basta per sospenderlo o tanto meno radiarlo.
    Aggiungerei poi che di recente abbiamo visto altri casi molto anomali, tipo le “fughe” continue in bagno di Kramnik nel match mondiale contro Topalov, alquanto sospette.
    Peggio, molto peggio (anche per l’immagine degli scacchi) il rifiuto immotivato di Ivanchuck a sottoporsi al test antidoping, senza che poi la FIDE lo avesse sanzionato, una cosa vergognosa!
    Classico esempio di “giustizia” debole coi forti, e forte coi deboli.
    Insomma, ci vogliono regole chiare, ma vanno rese note PRIMA!
    Io, da semplice amateur, non posso che restare deluso da questa confusione nel gestire queste situazioni da parte della FIDE.
    Qualche anno fa si è perso tempo inutile con la stupida regola del forfeit “immediato”, senza più la “franchigia” dell’ora dall’inizio. Poi di fatto quella regola è stata abolita, perché si vedeva che creava più problemi a tutti, che altro.
    Concludo con una curiosità personale.
    Dieci anni fa avevo battuto 2 volte Axel Rombaldoni, e già allora (credo fosse 1° nazionale) giocava bene, anche se non certo a livello di GM.
    Io non analizzo mai le partite col computer, mi infastidisce, però sarei curioso di vedere se qualcuno trova mosse “anomale” in quelle che giocai, ve le allego per curiosità.
    Non credo, però se ci fossero posso garantire che non usai il computer, tutta farina del mio sacco, anche il sacrificio di Torre alla 29° mossa della partita di Bergamo Alta, bello ma certo non così difficile da trovare.
    Strano che mi sia capitato di giocare con lui in tempi così ravvicinati, in quel 2002, e poi mai più.
    Poi ricordo che persi con l’altro fratello Denis, a Verona qualche anno dopo, ma con Axel non ho più giocato, adesso la vedrei molto dura giocare con lui! (a meno che non prenda lezioni da Ivanov 🙂 )

    Ma ecco le partite…

    1) A. Miatello – A. Rombaldoni (B41)
    Bergamo Alta, WE 2002

    1. e4 c5 2. Cf3 e6 3. d4 cxd 4. Cxd4 Cf6 5. Cc3 Ab4 6. e5 Cd5 7. Ad2 Cxc3 8. bxc Ae7 9. Dg4 g6 10. Ad3 Cc6 11. Cxc6 dxc 12. h4 Dd5 13. Dg3 Ad7 14. c4 Dd4 15. c3 Dc5 16. 0-0 Td8 17. a4 Da5 18. Tfd1 Ac8 19. Ag5 Axg520. Dxg5 0-0 21. h5 Dxc3 22. Df6 gxh 23. Tac1 Da3 24. Dg5+ Rh8 25. Dh6 f5 26. exf Tf7 27. Axh7 Txd1+ 28. Txd1 Df8 29. Td8! Dxd8 30. Ag6+ Rg8 31. Axf7+ Rxf7 32. Dg7+ Re8 33. f7+
    1: 0

    2) A. Rombaldoni – A. Miatello (B20)
    Salsomaggiore, WE 2002

    1. e4 c5 2. d4 cxd 3. c3 dxc 4. Cxc3 Cc6 5. Cf3 e6 6. Ac4 Dc7 7. 0-0 Cf6 8. De2 Cg4 9. Cb5 Db8 10. h3 Cge5 11. Cxe5 Cxe5 12. Af4 a6 13. Cc3 d6 14. Ab3 Ae7 15. Axe5 dxe 16. Dg4 0-0 17. Tad1 b5 18. Td3 Td8 19. Tfd1 Txd3 20. Txd3 Ta7 21. Dh5 g6 22. Dg4 Tc7 23. h4 h5 24. De2 b4 25. Cd1 Db5 26. g3 Td7 27. Ac2 a5 28. b3 Aa6 29. Cb2 Dc6 30. Cc4 Axc4 31. bxc Dxc4 32. Dd2 Td4 33. Ab1 a4 34. Dc2 Db5 35. Dc8+ Rg7 36. Dc2 Tc4 37. Db2 Txe4 38. Td1 Te2 39. Dc1 Db6 40. Tf1 Ac5 41. Rh2 Axf2 42. Ad3 Ae3+
    0:1

    Immagino che in futuro Axel magari scriverà un libro tipo: “Le mie 100 partite scelte”, e non includerà quelle con me.
    Ma se qualcuno in futuro vorrà scrivere un libro con TUTTE le partite di torneo di Axel Rombaldoni,deve mettercele.

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      Mongo 15 Luglio 2013 at 14:03

      Punta Arenas, questa tua ultima replica mi è piaciuta molto. Dici sempre le stesse cose, ma in modo corretto.
      Anch’io penso sia sbagliato squalificare l’Ivanov di turno senza alcuna prova concreta di come abbia fatto (se l’ha poi fatto) a barare.
      Senza scomodare tribunali e corti varie, quando in torneo un giocatore viene pescato in fallo la sentenza, senza appello, è la perdita della partita ed a deciderla è l’arbitro e nessun altro.
      Se il soggetto poi è recidivo allora si può anche intervenire a livello di federazione con una multa ed una squalifica.
      Buone vacanze a tutti.

  22. avatar
    fuser 15 Luglio 2013 at 20:36

    io una congettura elaborata con mio fratello fisico e studioso e uno dei massimi esperi mondiali di crittografia quantistica ce la ho . Usando mille volte la parola forse .
    abbastanza credibile il tutto e riproducibile
    ma è solo una congettura e quindi al momento non me la sento di esportala
    ma se cosi’ fosse ci sarebbe da chiedersi che ” agganci ” scientifici deve avere il tipo per elaborare il tutto. dovrebbe avere a disposizioni laboratori di altissimo livello .
    qui non si tratta di chiudersi in uno sgabuzzino e giocherellare con il motore di ricerca contenuto in un telefonino
    o come ai miei tempi farsi sussurrare una mossa da un amico ” forte” .
    ad ogni modo interessante sia l’articolo di Rombaldoni , ripreso anche da Chessbase quanto l’intervento dell’amico Punto Arenas a cui rivolgo un caldo in tutti i sensi , saluto

  23. avatar
    paolo bagnoli 15 Luglio 2013 at 21:10

    Interessantissima discussione.
    L’unica riflessione che mi viene spontanea: l’onere della prova non dovrebbe essere a carico dell’Accusa? E, una volta accettata la validità incontrovertibile della suddetta prova, non si dovrebbe passare alla condanna commisurata al reato?
    Buone vacanze!

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      Roberto Messa 15 Luglio 2013 at 22:22

      Certo, Paolo, infatti Ivanov ha regolarmente ritirato il premio in Spagna come in altri Open in cui si sospetta (e ripeto “si sospetta”;) che abbia barato. Le sue partite sono state omologate per le variazioni dell’Elo Fide ecc. La Federazioni scacchistica bulgara lo ha squalificato per 4 mesi, ma non per cheating, formalmente parlando, proprio perché non ci sono prove.
      Gli altri casi a cui mi riferivo invece sono stati semplici: l’arbitro ha beccato i giocatori coinvolti con la posizione memorizzata sullo smartphone, o cose del genere, e ne ha tratto le dovute conseguenze.

  24. avatar
    Punta Arenas 16 Luglio 2013 at 09:55

    @mongo
    Sì, lo so, dico spesso le stesse cose, che però ruotano sempre attorno ad un concetto basilare, che forse tendiamo a dimenticare (o a dare per scontato): scacchi/gratificazioni.
    Poiché buona parte di noi ha passato gli “anta” da un bel pezzo, può fare i confronti tra il passato e il presente, e infatti parecchi post riguardano ricordi e ricostruzioni: scacchisti, storia di località, tornei celebri del passato, persone, fatti, oggetti, libri, ecc., ecc.
    Poi, qualcuno può considerare ciò “roba da vecchi”, ma se c’è una cosa che il “vecchio” possiede è l’esperienza, e la capacità di valutare il presente alla luce del suo vissuto, senza indulgere facilmente nelle “mode” del momento.
    E allora, se c’è una cosa che non pochi di noi più anziani nota (poi, io lo dico apertamente, altri hanno più paura di dirlo, ma vabbè, ci sono abituato) è la diminuzione delle gratificazioni degli scacchi attuali, rispetto a quelli di qualche decennio fa.
    E’ un fatto. Può piacere o no, ma non credo che negarlo serva a tanto.
    Se io dico che oggi perfino un gm si sente a disagio, perché sa che le sue prestazioni, le mosse brillanti che può giocare, ecc., verranno impietosamente verificati dal computer, e lo si biasimerà facilmente per gli errori, e ben difficilmente qualcuno gli esprimerà ammirazione per le belle mosse giocate, mentre 30-40 anni fa anche un 2a nazionale era rispettato, e considerato un “esperto” del gioco, credo di dire una cosa sotto gli occhi di tutti.
    E se poi aggiungiamo il fatto che ormai, perfino ottenere dei buoni risultati in tornei o partite contro giocatori molto più forti è più visto con sospetto che altro, allora la domanda è: “che gratificazioni ci sono nel giocare?”.
    Un tempo almeno chi otteneva risultati inattesi era ammirato, e al più si diceva: “hai visto Tizio?…sì ma per me non dura, gli è andata bene ma adesso lo stangheranno!”, e basta!
    Oggi la paura di essere sospettati di “cheating” può essere un freno ulteriore a dare il meglio, chi vorrebbe rischiare di essere bollato come Cereda, o come Ivanov?
    Che facciamo?
    Ma vi ricordate i bei tornei di “gasati” anni ’70? 😆
    Quelli in cui c’era gente che diceva: “Voglio fare il 100%, come Fischer!”
    E magari c’erano anche tornei in cui il vincitore vinceva alla grande, se non il 100% un bel 7,5/8, oppure 8/9, ecc., ma nessuno sospettava di lui, anzi!
    Oggi invece uno pensa: “Voglio fare il 75%, di più no, se no pensano che bari!”.
    Ecco, a me sembra una tristezza…
    Va bene che ormai nello sport è uno schifo ovunque, il ciclismo è dopato da fare pietà, l’atletica idem, altri sport (calcio, tennis, ecc.) anche.
    Noi abbiamo perso, per colpa dei maledetti computer, l’unica cosa che ci distingueva: l’assoluta certezza nella genuinità ed onestà dei nostri risultati (buoni o cattivi che fossero). 😥
    Al massimo un tempo c’erano i “suggerimenti” nelle analisi delle mosse in busta, oppure il “gioco di squadra” (v. Curacao 1962).
    Un po’ come con le donne… 😆
    Un tempo c’erano i playboy, i “corteggiatori”, gli uomini “galanti”, quelli che facevano regali, ecc.
    E oggi? Tutti scomparsi, uccisi, massacrati dal neo-femminismo delle donnine inacidite, sempre incazzose! :mrgreen:
    Oggi se uno prova ad insistere un po’ magari trova facilmente una stronza inacidita che gli dice: “vai via, brutto “stalker”!” (altro neologismo di quest’epoca, di cui avremmo fatto volentieri a meno)
    http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Stalking
    Al che uno risponde: “Ma quale stalker! Ma vai via tu, brutta cozza che non sei altro! Ma che ti credi, di essere l’unica donna sulla faccia della terra? Chi sei? Charlize Theron? Jessica Alba? Ma va va, ma va in Afghanistan, col burkha! “

    Ok, non mi dilungo oltre, e ricambio il caldo (azzorriano o africano? 😆 ) saluto di Alfredo.

    Ciao!

  25. avatar
    paolo bagnoli 16 Luglio 2013 at 18:12

    Aderisco al pittoresco post di Mongo e, scivolando nel concreto, mi chiedo: che gusto c’è nel vincere barando? Ah, certo, “emergere”, “apparire”, verbi che hanno purtroppo sostituito l’ “essere”.

  26. avatar
    fuser 16 Luglio 2013 at 20:06

    che gusto c’è nel vincere barando
    chiedilo a armstrong , gay e alle altre centiania se non igliaia di beccati dopati .
    certo questi sono sport che muovono milioni di euro e gli scacchi, tranne rar casi cerche che noma conosco gente che ddopa mettendo pesantemente a richio la propria salute nel ciclismo cd AMATORIALE o genitori che dopan i figli 13 – 14 enni che gocano a calcio cosi’ sperando che possano divntare Messi

  27. avatar
    Giangiuseppe Pili 17 Luglio 2013 at 00:19

    Io penso che non ci sia nessun “gusto” a vincere dopandosi. Ma sia il risultato di due cose: (1) frustrazione, (2) interessi. Quando siamo in ristrettezze di qualunque cosa, non proviamo grande irritazione a sapere che qualcuno è riuscito proprio in quello che volevamo anche noi? Per molti questa irritazione si trasforma in violenza. Altri, invece, cercano di abbreviare la strada: ammesso che la strada ci sia! Perché io, ad esempio, non diventerò comunque mai un gm, anche usando il computer. Non è sempre possibile, e alla lunga (come dimostra il gioco per corrispondenza) il “lato umano” risulta importante. Ma immaginatevi di essere quasi arrivati, dopo tanto sforzo, tanto lavoro, tanto sudore e c’è sempre qualcosa che non va. Un intoppo. Magari ingiusto. Magari giusto. A quel punto c’è una linea d’ombra: la linea che separa l’onesta dalla disonestà, la linea che separa il desiderio infantile e la ragione stoica. Il fatto è che, nella vita, non è sempre facile accettare il compromesso peggiore: essere arrivati e potercela fare… e non avercela fatta.

  28. avatar
    paolo bagnoli 17 Luglio 2013 at 08:16

    Interessi, soprattutto: caso eclatante, Lance Armstrong, tanto per fare un nome.
    Gli scacchi, tuttavia, sono un campo un po’ particolare, e ritengo che qui la frustrazione sia alla base di tutto. Quando giocavo per corrispondenza – periodo breve, pochi anni – e i computer erano ancora nel grembo di Giove, era d’uso, di fronte ad una posizione irrimediabilmente perduta, spedire la cartolina con la scritta “abbandono”. Oggi, su Internet, un grande numero di persone, di fronte alla stessa posizione, lascia scorrere il tempo fino all’ultimo secondo piuttosto che scrivere quella parola.
    Un segno dei tempi?

    • avatar
      Punta Arenas 17 Luglio 2013 at 08:39

      Sapete cosa dice Ivanov quando è nella jungla tra le liane?
      Dice: “Tu Tarzan…io Cheating!” 😀

      E’ solo una battuta, come quelle sopra sulle donnine acide! Povero Ivanov, se davvero non avesse barato (come spero) è davvero devastante diventare nel mondo il simbolo di qualcosa di negativo.
      Qui uno deve sempre mettere mille faccine, per far vedere che sta scherzando.
      Troppa gente triste e cupa…ma per fortuna arriva Alfredo, coi ricordi anni ’60, ’70, ’80, gli anni d’oro!

      Secondo me Alfredo sarebbe capace di venire qui a raccontare un aneddoto anche di tempi remotissimi…

      Ecco, già me lo immagino che ci parla di un aneddoto del Diluvio Universale. 😆

      “Un giorno Noè nel 5000 a.C. inventò la scacchiera, ma ci mise solo 1 Torre, 1 Cavallo, 1 Alfiere, 1 Re e una Donna per giocatore, con soli 5 pedoni per parte.

      Io la vidi e gli dissi: “Patriarca, mi sembra che manchi qualcosa…”

      E Noè rispose: “Hai ragione Alfredo! Costruirò una coppia di Torri, una coppia di Cavalli, una coppia di Alfieri, + 8 pedoni per giocatore, e li metterò nell’Arca insieme alle coppie di animali. Così potranno sopravvivere al diluvio che sta per arrivare, riprodursi e tramandarsi nei secoli per i giocatori delle generazioni future!”

      E fu così che venne inventata la scacchiera come la conosciamo! 😆

  29. avatar
    Renato Andreoli 17 Luglio 2013 at 10:14

    C’è una risposta data da Armstrong, durante la sua lunga intervista televisiva trasmessa integralmente anche in Italia, che mi ha illuminato sulle motivazioni che guidano un baro nel ciclismo come in qualsiasi altro gioco o sport.
    – Ma lei dopandosi non pensava di fare qualcosa di moralmente riprovevole?
    – No: la consideravo semplicemente una delle possibili strategie.

    La legge morale interiore, quella di cui parla Kant, non è la stessa per tutte le persone. Vediamo ogni giorno che un mucchio di gente considera anche l’omicidio ” una strategia come un’altra”.

    • avatar
      Giangiuseppe Pili 17 Luglio 2013 at 12:44

      Beh, veramente Kant direbbe che quelle sono leggi pratiche! Ma una legge pratica (che è una legge del tipo “se… allora” e ci indica come raggiungere lo scopo) non necessariamente assurge a legge universale per la sola ragione che essa è formulabile: una legge è morale e universale solo se ha come oggetto l’umanità e ogni essere umano vorrebbe che quella legge fosse adottata da tutti come se fosse una legge di natura. Il solo fatto di avere una formulazione interiore di un imperativo pratico, non impone che tale imperativo pratico sia anche un effettivo imperativo morale. Per Kant non c’è possibilità di soggettivismo, almeno in questo senso.

      E’ una pedanteria… ma essendo io un kantiano!… 🙂

  30. avatar
    Punta Arenas 17 Luglio 2013 at 17:38

    Giangiuseppe Pili

    Non mi torna…
    Kant dice: “agisci come se la massima delle tue azioni possa essere universale” (massima = regola morale).

    E allora non puoi rendere universale l’omicidio, perché se tutti uccidono non resta nessuno, né il furto, perché se tutti rubano poi nessuno lavora, né il suicidio, ecc.

    Puoi rendere universale la frode sportiva?
    No, perché allora sarebbe come taroccare un orologio, o un metro: se tutti si dopassero alla fine tutti migliorerebbero, ma nella sostanza resterebbero come prima, il migliore migliorerà un po’, il peggiore anche lui, fatica (e salute) sprecata.
    Se tarocchi un orologio, e fai credere a 10 bambini di avere corso i 100 m. in 9″ e 2, cosa cambia? Qualcuno potrebbe credere che sia davvero avvenuto?
    Idem per gli scacchi col computer: se tutti lo usassero non sarebbero più loro a giocare, ma i computer che nascondono, sarebbe come se l’uomo rinunciasse a giocare veramente.

    Quindi nemmeno la truffa sportiva è universalizzabile.
    Poi puoi trovare gente che – come nel ciclismo – diceva (e magari dice anche oggi): “Qui tutti si dopano, perfino nelle gare dei dilettanti, devi farlo se no parti svantaggiato”.
    Ma se in uno sport si arriva a quel punto, tanto vale mandarlo affa, quello “sport”!

    • avatar
      Giangiuseppe Pili 17 Luglio 2013 at 23:16

      Rispondo al punto kantiano: la legge morale kantiana prevede come scopo ultimo l’umanità. E’ l’oggetto della legge kantiana. L’omicidio è chiaramente dannoso per l’umanità: esso è determinato da ragioni egoistiche, che non sono universali. L’universalità di cui parla Kant è qualcosa di molto più generale (e molto più forte) che non la semplice generalizzabilità. La legge morale ti dice: hai come oggetto l’umanità e la sua forma è prevista da un soggetto morale razionale. Cioè: se sei razionale, se hai come obiettivo l’umanità, se la tua volontà vuole raggiungere il bene, se ogni uomo vorrebbe adottare quella legge, allora quella è una legge morale. L’imperativo morale kantiano si distingue per la forma (universale), la pretesa di “necessità” (l’adozione come se fosse una legge fisica) e il contenuto, l’umanità. Il doping è dannoso per chi lo pratica. Dunque PENSO (ma forse mi sbaglio) che Kant direbbe che è moralmente sbagliato. Il fatto che ci sia qualcuno che dica “se mi doppo allora vinco” Kant non te lo nega. Ti nega che la legge “se x si doppa, allora x è buono” sia una legge morale. Tutto qui.

  31. avatar
    Punta Arenas 18 Luglio 2013 at 08:09

    Giangiuseppe Pili

    Tutto giusto quel che hai scritto, per carità!
    Io mi chiedevo solo (e forse mi ero spiegato male) che significato darebbe oggi Kant al termine “universale”, osservando proprio ciò che accade nel ciclismo.

    In altre parole: che succede se in un certo ambiente TUTTI adottano comportamenti scorretti, e “non-universalizzabili”?

    Cioè, se nel ciclismo alla fine si scopre che tutti si dopano, o si dopavano, in un certo periodo, allora dobbiamo prendere atto che in certi ambienti diventa “universale” l’azione scorretta, e chi non la segue finisce per venirne estromesso.

    Così, se in certi ambienti criminali i bambini sono educati a ritenere lecito il furto, per loro l’azione “universale” sarà quella di rubare anche da adulti.

    Questo è il problema più grave, a ben vedere. Kant era un grande filosofo, e un privilegiato, per il livello sociale e di cultura che aveva, ai suoi tempi.
    Purtroppo nel mondo l’ambiente in cui molti vivono finisce per prevalere sui “grandi principi generali”, questo è il problema.

    Con ciò non voglio certo “scusare” chi si dopa o bara, anzi, anche perché non pochi hanno avuto la forza di lasciare quegli sport e quegli ambienti.
    Dico solo che poi alla fine se oggi lo sport è inquinato, la colpa è soprattutto dell’eccesso di messaggi negativi che la società manda: “devi vincere, devi aver successo, se no non sei nessuno”.
    Poi non puoi stupirti se tanti scelgono “la scorciatoia”.

    Per questo dico sempre, non puoi dire ai ragazzini: “diventa gm!”, sia perché ben pochi ci riescono, ma soprattutto perché non pochi potrebbero “cercare la scorciatoia”.
    Se gli scacchi non ti divertono come gioco in sé, a prescindere dai risultati, lascia perdere.

    • avatar
      Giangiuseppe Pili 18 Luglio 2013 at 13:25

      Carissimo Puntas,

      Rispondo con ordine:
      1. L’universalità non è universabilizzabililtà. La legge morale per Kant deve valere sempre e comunque, una volta assunta che vale. Se tutti fossero cannibali ci sarebbe una legge pratica RISPETTATA da tutti, ma tale legge pratica non sarebbe una legge morale, perché sarebbe nefasta per l’umanità in quanto oggetto della legge morale. Il fatto che le persone si comportino in certo modo, anche quando fosse che TUTTI si comportano in quel modo, non significa che si comportino BENE.
      2. Kant ha fatto molti anni di gavetta e non ha sempre vissuto nell’oro. Nel quale, aggiungo, non è mai pienamente vissuto. Era “privilegiato” per la sua cultura. Ma non ci vuole una grande cultura per agire bene, grazie a Dio. E neanche per adeguarsi a regole di comportamento buone. La questione che, poi, la maggioranza sia vinta dagli interessi egoistici e personali non significa che tutti siano vinti da interessi egoistici e personali.
      3. Per il resto, io sono pienamente d’accordo con lei nelle conclusioni. Anche io dico sempre che gioco a scacchi per le persone e non per vincere. Non tutti lo capiscono ma la vera vittoria sta nell’aver conquistato cinque minuti di pace con qualcun altro, aver vinto la solitudine piuttosto che aver vinto la partita. Se, poi, diventi GM tanto meglio. O tanto peggio. Dipende dai punti di vista.

  32. avatar
    Punta Arenas 18 Luglio 2013 at 18:14

    @Giangiuseppe Pili

    “Privilegiato” non voleva essere un rimprovero verso il buon Kant, naturalmente, e anch’io mi riferivo soprattutto alla sua cultura, ben pochi potevano raggiungere quei livelli.

    Per il resto mi fa piacere che tu apprezzi Kant, perché per noi scacchisti – ma non solo! – è particolarmente importante perché ha dimostrato come la mente umana lavori soprattutto per “schemi sintetici”, che possono variare da individuo ad individuo, e non ci sia mai una vera percezione “oggettiva”.

    Ciò poi è alla base delle scuole psicologiche e moderne, tra cui la Gestalt, ed altre, che si rifanno a impostazioni “neokantiane”, e sono state confermate da studi sperimentali di neurobiologia.
    Quindi in effetti Kant è modernissimo, anche se io al liceo lo snobbavo alquanto…uno dei tanti errori di gioventù.

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