“Certe notti la strada non conta e quello che conta è sentire che vai”
…ed a guardare la scacchiera, con gli occhi del Bianco, si sentiva immediatamente che era uno che andava…
Dall’altra parte, con un’espressione mezzo frastornata e mezzo sorpresa, era seduto pensieroso il favorito del torneo: nella mano sinistra aveva una lattina di birra per rinfrescarsi ed il sudore che gl’imperlava la fronte in goccioline minuscole, anche se nulla lasciava apparentemente presagire che l’epilogo dello scontro fosse così vicino.
La gente intorno si guardava incerta, il Campione italiano, veterano di mille battaglie in balia di un ragazzotto dall’espressione decisa e virile, la mandibola pronunciata ed il mento con quella fessura scavata nel centro, alla Kirk Douglas, che solo certi volti portano indelebilmente impressa fin dall’adolescenza.
Certe notti a Genova soffia il vento di tramontana e quelle notti hai la sensazione che qualcosa di epico possa avvenire, qualcosa che normalmente non dovrebbe capitare, come quando un ragazzo con la fionda sfida la spada del gigante e ne innalza la testa vittorioso al cielo. Daniel Sorm era quel ragazzo e Stefano Tatai il gigante, quella notte di tramontana a Genova. E quando il Re del Nero piombò al suolo come Golia il giovanotto col giubbotto di jeans esultò braccia al cielo come il più felice dei suoi coetanei: aveva sconfitto il gigante, aveva battuto con una partita magistrale il grande favorito del torneo, il Campione d’Italia in carica, per giunta in casa sua…
Fu lui il vincitore morale di quel torneo, Daniel Sorm, dalle periferie di Praga, ragazzaccio con la faccia da duro uscito da una canzone del Liga, e se anche se la classifica collocò, per uno strano capriccio, sul gradino più alto del podio un altro che in quelle canzoni ed in certe notti ci sarebbe stato veramente bene, Sahbaz Nurkic, per tutti il vero vincitore invece fu lui, nessun altro.
[Si ringrazia vivamente Paola Chiarella per la suggestiva foto dei Caruggi di Genova, Daniel Sorm per il brivido che ci ha regalato quella stupenda partita in quella notte di tramontana e, ovviamente, il Liga…]
Tags: Martin Eden
Quasi un quarto di secolo fa…
Per me Genova 1986 è come Bologna 1980: Bologna costituì il mio primo festival, Genova il mio primo magistrale.
A Genova persi solo due partite: una con uno slavo accreditato di 2200 di cui non ricordo nemmeno il nome, l’altra con il Capitano!
Ricordo ancora il suo sacrificio di pedone, il mio reputarlo una svista e abboccare, il suo commento lapidario a fine partita: “Pensavi ti avessi regalato un pedone?” 😀
Grande Capitano!
Quindi, mi par di capire, le origini di Soloscacchi risalgono proprio a quel mitico torneo a cui partecipò quasi mezza della futura Redazione: cserica, Biker, Martin Eden… 🙂
Un biker superaggressivo, 16.h4 e 17.g4 (nonostante il Re arroccato corto)per fortuna cadde in un banale tranello, io so vincere solo così……comunque gran torneo 5 punti (io arrivai a 3,5….)
Dai, sarebbe stupendo se ci pubblicaste questo primo “confronto” scacchistico tra i due mitici Redattori di Soloscacchi! 😉
Ahahah, sì sarebbe divertente, anche perché io dovrei cercare non poco per ritrovare la partita, mentre Claudio ce l’ha sottomano. Mi piacerebbe rivedere la mia pollaggine di 24 anni fa!