Una serata come tutte le altre

Scritto da:  | 8 Settembre 2013 | 8 Commenti | Categoria: Zibaldone
Ordinaria follia 1Circolo Scacchistico Bolognese, autunno 1969. Ottavo ed ultimo turno del torneo di 2° categoria sociale; con il 75 % (6 punti) si conquista la 1° categoria sociale, traguardo ambito da alcuni giocatori che bivaccano da anni nella categoria inferiore. I due che si affrontano in prima scacchiera, essendo entrambi a 5 e mezzo, concordano una rapida patta e se ne vanno a casa, perdendosi in tal modo uno spettacolo che sta andando in scena in seconda scacchiera.
Su tale scacchiera, infatti, si affrontano “Farfarello” e “Draghignazzo”, il primo a 5 punti ed il secondo a 4 e mezzo. Si potrebbe pensare ad un amichevole abbandono del secondo, il quale anche per quest’anno, deve rinunciare, anche vincendo, alla categoria superiore, ma i due sono da anni divisi da un radicata e reciproca antipatia, e Farfarello dovrà quindi mettercela tutta.
L’abbigliamento di Draghignazzo è quanto di più anonimo possibile, mentre Farfarello si è presentato nella sua abituale tenuta da circolo: abito fumodilondra, scarpa di vernice lucidata a specchio e, immancabile e senza cravatta, una clamorosa camicia che abbonda di trine, merletti, pizzi e falpalà.
Entrambi sui 50-60 anni, Draghignazzo ha una chioma in procinto di arrendersi, mentre Farfarello ostenta una criniera leonina bionda striata di bianco (alcune malelingue sostengono che sia bianca striata di biondo). Mario Tamburini si aggira nei pressi dissimulando un certo nervosismo dovuto al fatto che Farfarello, oltremodo benestante, di tanto in tanto foraggi le casse del Circolo con donativi di varia entità. Dovesse perdere o pattare …..
Il destino, a volte, è benevolo: anche la terza e quarta scacchiera sono vuote, e la massa degli spettatori è quindi riunita nei pressi della seconda, dove i due si affrontano. La ben nota inimicizia tra i due è il peperoncino che rende appetibile il piatto, e la sfida ha inizio.
Farfarello, col Bianco, apre con la solita 1. e4 (non ne conosce altre…;) cui segue l’immediata replica 1. … e5 , dando vita ad una Scozzese che, dopo una decina di mosse giocate a velocità supersonica, si riduce ad un gran casino, ed i due iniziano a pensare.
Alla tredicesima Farfarello, contrariamente alle sue abitudini, si toglie la giacca, trasformandosi – grazie alla camicia – in Cavaradossi in attesa della fucilazione. Il gesto denuncia un certo nervosismo, sottolineato dalle frequenti scrollate di capo del professor Calabria il quale, come al solito, guadagnato l’angolo, sommerge la scacchiera sotto ceneri di dimensioni pompeiane, prontamente eliminate da robuste soffiate dei giocatori.
Farfarello, come sua abitudine, segna le mosse a tempi irregolari, sottraendo all’avversario il formulario ed aggiornando lo scempio che si sta verificando sulle 64 case. Alla 21° il dramma: Farfarello, disponendo di un evidente matto in tre, decide di catturare un insignificante Pedone e Draghignazzo, tirato un sospiro di sollievo, tenta di imbastire un contrattacco che rischia di avere successo.
Di là ci siamo noi che giochiamo a bridge, ma un messaggero ci invita a piantare lì un banale 4 picche per goderci lo spettacolo. Andiamo ad infoltire il crocchio di spettatori giusto in tempo per assistere ad una cappella gigante di Draghignazzo che rischia di mettere fine alla contesa, ma ancora una volta Farfarello cicca clamorosamente continuando a dare la caccia a Pedoni senza importanza (questa volta il matto era in due).
Alla 32°, mentre il formulario di Farfarello è fermo alla 24°, Draghignazzo è costretto a soccombere: abbandona, firma distrattamente il formulario, si alza mormorando un “cazzo” e se ne va. Stiamo per tornare al nostro 4 picche quando, con voce stentorea, Farfarello invita il barista a servire a tutti qualcosa imbottigliato dalle parti di Reims per celebrare la vittoria e la conseguente promozione. E’ inutile dire che il barista non dispone – non ne ha mai disposto – dell’articolo ordinato da Farfarello, il quale è costretto a ripiegare su un Gancia (3 bottiglie per accontentare tutti i presenti) indecentemente tiepido e ruttogeno.
Inseguito dai complimenti di tutti, Farfarello lascio il circolo e torniamo al nostro 4 picche.
Una serata come tutte le altre.
Ordinaria follia 2
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a Una serata come tutte le altre

  1. avatar
    Mongo 8 Settembre 2013 at 21:58

    Mi aspettavo che raccontassi di un agguato mortale o quasi teso dal Draghignazzo al Farfarello all’uscita di quest’ultimo dal circolo… L’aria che tirava quella sera lo lasciava intendere. 😎

  2. avatar
    paolo bagnoli 8 Settembre 2013 at 23:07

    Be’, non esageriamo… Era una serata come tutte le altre.

  3. avatar
    Jas Fasola 8 Settembre 2013 at 23:35

    Bello! Quelle si chiamano emozioni! Viva gli scacchi giocati! :mrgreen:

    • avatar
      alfredo 9 Settembre 2013 at 09:27

      magari con quel satanasso di Adamski eh ? 😉

      • avatar
        Jas Fasola 9 Settembre 2013 at 09:47

        😆

  4. avatar
    fds 9 Settembre 2013 at 10:00

    Com’è cambiato l’agonismo amatoriale (e non solo) negli scacchi.
    Oggi in Italia si viaggia alla media di circa 350 tornei l’anno omologati per l’Elo FIDE standard tra festival, week-end e serali. Tali tornei sono open o di fascia, queste ultime spesso parzialmente sovrapposte.
    Chi ha un minimo di tempo, possibilità e conoscenze scacchistiche può rapidamente raggiungere un certo livello di rating, più o meno adeguato al suo reale valore.

    Fino a 25 anni fa i tornei erano pochi e rigorosamente per categoria: sociale, nazionale e magistrale. In quelle sociali e nazionali si poteva accedere a quella superiore facendo il 75% di punti nel torneo riservato alla propria. Per passare CM erano necessari 6,5 punti su 8 in un torneo riservato alle 1N. Non proprio facile.
    Come conseguenza si osservavano due fenomeni:
    – carriere lente;
    – all’ultimo turno si giocava solo nelle scacchiere nelle quali era in palio un premio e, di fatto, una promozione. E le compravendite di punti classifica erano la regola.

    Riconosco un grande merito, forse l’unico, all’estensione del rating a tutti: ogni partita, anche in ultima scacchiera l’ultimo turno, è giocata con serietà.

  5. avatar
    alfredo 9 Settembre 2013 at 17:06

    caro Franco
    forse non hai mai visto cosa è l ciclismo ” amatoriale”
    ma anche oggi gli amici dormono tutti o ci sono solo voyeurs ?

  6. avatar
    paolo bagnoli 9 Settembre 2013 at 20:42

    Il mio era semplicemente un ricordo di “vita da circolo”. Sono d’accordo sul fatto che le compravendite sono sempre esistite, anche ad alti livelli, come ricordo anche in alcuni episodi della mia “Storia degli Scacchi”, risalendo anche all’Ottocento. Da alcune “voci” risulterebbe anche qualche promozione ottenuta in ambito nazionale, ma lasciamo perdere… Alcuni anni fa qualcuno ebbe la peregrina idea di propormi per il titolo di “Maestro ad honorem”, ma la presi come un’insulto o una presa in giro (ringraziando privatamente il proponente): i titoli si conquistano sulla scacchiera e con il fair play, non in altro modo. Ricordo che quaranta o amche trent’anni fa dovevi spargere sangue sudore e lacrime sulla scacchiera per avere “lo scatto”. Altri tempi

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