Connecting the dots (or picking the cherries?)

Scritto da:  | 3 Ottobre 2013 | 9 Commenti | Categoria: Zibaldone

 [ovvero… Unire i puntini (scegliendoli bene!)]

Unire i puntini 2Nell’ormai famoso discorso “Stay foolish, stay hungry”, Steve Jobs raccontò tre storie della sua vita. Una di queste la chiamò “unire i puntini”, ovvero connettere alcuni punti della propria vita che a posteriori sono risultati punti di svolta per diventare quelli che si è diventati.

Partendo da questo illustre esempio, mi sono chiesto: quali saranno stati i momenti-chiave della mia vita che hanno fatto di me quello che sono adesso? L’esercizio può essere molto pericoloso, perché si può cadere nella tentazione di dimostrare come alcune scelte, di per sé non fondamentali, fossero i prodromi di un qualcosa che sarebbe avvenuto anni dopo (“e il Bianco ora sfrutta l’infausta scelta di apertura del Nero che, non avendo optato per l’Indiana di Re, perde un pedone a causa della minaccia di matto sull’ottava traversa”;) o come i segni di un predestinato al successo (“ho aperto 1.a3 perché sapevo che la spinta in b4 sarebbe risultata vincente nello schema di gioco normalmente adottato dal mio avversario”;).

Unire i puntini 5

Per evitare di infilarmi in acrobatiche giustificazioni delle mie scelte di qualche decennio fa, ho infine optato per unire i miei puntini all’indietro e trovare gli eventi chiave che mi hanno… fatto sposare mia moglie. No, non sono né un romanticone né un masochista, ma semplicemente mi è sembrato un esercizio su una materia che conosco bene (almeno spero!) e che non è influenzabile dai pareri di terze persone (lo spero bene!).

Se ho sposato mia moglie, molto banalmente, è prima di tutto perché l’ho conosciuta. Certo, dirà qualcuno, a meno che tu non abbia trovato moglie per procura, è ovvio che come prima cosa devi averla incontrata. Vero, ma… come? Ho incontrato mia moglie grazie ad un caro amico (chiamiamolo M.), che mi invitò a trascorrere una settimana al mare, dove sua cugina (ora posso dire “mia moglie”;), aveva preso una casa in affitto.

Se ho sposato mia moglie è quindi perché ero amico di M. E se eravamo amici, oltre all’avere passioni in comune e condividere molte visioni delle cose, era, di nuovo, perché ci eravamo incontrati. Ma… perché? Io e M. ci siamo incontrati perché giocavamo a scacchi nello stesso circolo (e questo spiega perché questo racconto sia qui dove lo state leggendo).

Se ho sposato mia moglie è dunque perché io e M. giocavamo a scacchi nello stesso circolo. Interessante. Senza entrare in discussioni sul perché sia io che M. giocavamo a scacchi, andiamo a vedere perché giocavamo proprio nello stesso circolo. Qui posso parlare solo per me, ma, nel mio caso, un giorno d’estate di molti anni fa mi presentai davanti al circolo dove giocava M. per merito di Ascenzo Lombardi.

Se ho sposato mia moglie è quindi perché ho conosciuto Ascenzo Lombardi. E qui faccio una breve deviazione per raccontare come andò.

Unire i puntini 3Avevo appena concluso quello che era stato il primo torneo di scacchi della mia vita e, assieme a molti altri, stavo aspettando i risultati finali. Premetto che non solo ero un esordiente nel senso letterale del termine, ma veramente non sapevo nulla di come si usavano gli orologi da torneo (finii la mia prima partita in 1 minuto sui 15 disponibili perché ero terrorizzato dall’idea di perdere per il tempo) e di come funzionavano i tornei di scacchi. Pensavo ad un meccanismo tipo torneo di tennis con i tabelloni anche per i perdenti; insomma non avevo assolutamente idea di come mi fossi classificato con i miei 5 punti su 10. In attesa di comunicazioni ufficiali, un ragazzo si avvicina trafelato alla persona accanto a me e gli dice entusiasta di essere arrivato secondo tra i non classificati. Forte della mia ignoranza esclamo: “Ma come? Allora sono arrivato primo, perché ti ho battuto!” Lasciamo stare cosa i due avranno pensato di me, ma Ascenzo (sì, il mio vicino di transenna è lui, ovviamente) mi chiede semplicemente: “Hai battuto P.? Bravo! In che circolo giochi?” Alla mia disarmante risposta “Nessuno”, non si scompone e mi dà un foglietto con l’indirizzo di un circolo di scacchi dove mi devo far trovare dopo pochi giorni. E lì, ho conosciuto M.

Se ho sposato mia moglie è quindi perché sapevo giocare a scacchi abbastanza bene e avevo partecipato ad un certo torneo. E qui potrei fermarmi, con la piacevole conclusione che gli scacchi non solo hanno accompagnato molti anni della mia vita, ma mi hanno fatto anche trovare moglie. E, anzi, questa è la storia che ho raccontato a lei.

 Unire i puntini 4

Ma, come potete immaginare, si può andare ancora un po’ più indietro. Basta chiedersi: “perché ho giocato proprio quel torneo?”. Il motivo è abbastanza goliardico e legato ad alcuni amici del liceo. Sapevano che mi piaceva giocare a scacchi (beh, in effetti avevano smesso da tempo di giocare a scacchi con me per … difetto di soddisfazioni) e più per scherzo che per altro, mi iscrissero a mia insaputa a quel torneo. Salvo poi organizzare di uscire in gruppo quel sabato, fare in modo di trovarsi vicino al luogo del torneo poco prima del suo inizio e consegnarmi a tradimento la ricevuta d’iscrizione spingendomi (letteralmente) nell’arena.

Unire i puntini 1

Se ho sposato mia moglie, è quindi perché un gruppo di amici del liceo mi fece un innocente scherzo da prete. Ma (ormai avete capito il meccanismo), perché facevo parte di quel gruppo? A questo punto più che “Unire i puntini” potrebbe sembrare “Alla fiera dell’Est”, ma, comunque, se ero amico di quei ragazzi è perché avevamo giocato insieme nella squadra di pallavolo del liceo. Bene, quindi, in un certo senso…

Se ho sposato mia moglie, è perché al liceo giocavo bene a pallavolo (con buona pace degli scacchi che, anche se vennero prima come passione, arrivarono più tardi a essere la mia prevalente attività agonistica). Unisco adesso un ulteriore puntino all’indietro per capire perché mai giocavo a pallavolo e non a calcio come la quasi totalità dei ragazzi della mia età. Il motivo è semplice: cominciai a giocare a pallavolo per passare più tempo con una mia compagna di classe per la quale avevo una cotta e che troppo spesso era “uscita per andare a pallavolo”.

Insomma, se ho sposato mia moglie è perché mi piaceva un’altra ragazza.

Ma questo, per favore, non diteglielo!

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Riferimenti alle immagini (in ordine di impaginazione):

  1. NASA, “The Horsehead Nebula” (Wallpaper)
  2. Bill Watterson, “Attack of the Deranged Mutant Killer Monster Snow Goons” (Aprile 1992), titolo italiano “L’attacco dei mostri di neve mutanti”
  3. Georges Seurat, “La Parade de Cirque” (1889) [dettaglio]
  4. Paul Signac, “Félix Fénéon” (1890)
  5. Bill Watterson, “Homicidal Psycho Jungle Cat” (Ottobre 1994), titolo italiano “Tigrotto psicotico con istinto omicida”
avatar Scritto da: delpraub (Qui gli altri suoi articoli)

Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.


9 Commenti a Connecting the dots (or picking the cherries?)

  1. avatar
    Doc 3 Ottobre 2013 at 08:55

    Penso che ora, tutti, uniremo i nostri puntini.
    Delizioso.

  2. avatar
    Sabrina 3 Ottobre 2013 at 09:03

    Quasi sempre per un uomo è meglio non sapere perchè lei ha sposato lui! 😉

    • avatar
      Jas Fasola 3 Ottobre 2013 at 09:39

      Vero, purtroppo l’uomo il motivo lo immagina 🙁

  3. avatar
    Zenone 3 Ottobre 2013 at 19:16

    Tipico esempio di analisi retrograda: voluto? 😛

    • avatar
      delpraub 3 Ottobre 2013 at 20:13

      Beh, ho scelto bene le mie ciliegie, però è anche vero che erano tutte lì 😉

  4. avatar
    Martin Eden 3 Ottobre 2013 at 19:30

    Originale, autobiografico, creativo… proprio come i pezzi che più amo…

  5. avatar
    paolo bagnoli 3 Ottobre 2013 at 21:00

    D’accordo con Zenone: deliziosa analisi retrograda. Mancano gli ultimi dettagli (prima elementare, asilo, soggiorno nella placenta, ecc.)

  6. avatar
    alfredo 3 Ottobre 2013 at 21:00

    Ragazzi non so se ve ne siete accorti ma Fab ha vinto e Nakamura ha perso !
    spettacolare la Najdorf di Gelfand
    Domani Fab contro Dominguez e Gelfand contro Ponomariov.
    Domani tutti a fare il tifo per Fab!
    Dopo la sconfitta con Nakamura si è ripreso alla grande!
    Se vincesse vorrà dire che domenica brinderemo anche per lui (io con acqua…;)
    Il pezzo, niente male…

  7. avatar
    Mongo 4 Ottobre 2013 at 17:11

    Dominguez Perez e Caruana hanno optato per una patta abbastanza veloce. Stessa cosa, conti fatti, fanno Gelfand e Ponomariov.
    Ed anche la Giri – Nakamura sembra destinata alla spartizione del punto.
    Non credo che questa vittoria di Caruana, a pari merito con Gelfand, gli consenta l’accesso diretto al prossimo torneo dei candidati.
    Ennesima scelta strategica sbagliata del nostro portacolori.

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