Codardia?

Scritto da:  | 2 Novembre 2013 | 10 Commenti | Categoria: Zibaldone
Codardia 3
Un recente post sulla rubrica di Winter, il grande archivista scacchistico, ha suscitato il mio interesse, visto che costituisce una testimonianza su quante e quali possano essere le “opinioni” in fatto di aperture.
Nel caso specifico si tratta della Difesa Francese, “nata” nella prima metà dell’Ottocento e motivo – come vedremo – di violente critiche da parte di parecchi commentatori di quel secolo.
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Uno dei più feroci detrattori di questa Difesa fu senza dubbio George Walker, il quale, nel suo trattato, sconsigliava decisamente il principiante dall’adottarla, definendola “unicamente difensiva”. L’autorevolezza del commentatore, che teneva una rubrica scacchistica sulla rivista Bell’s Life in London e che adottava volentieri l’aggettivo “codardo” (“sneak”;)  a proposito di quasi tutte le risposte del Nero diverse (dopo 1. e4 del Bianco) da 1. … e5 , buttando nel mucchio anche la Siciliana, non venne messa in dubbio dai contemporanei, la maggioranza dei quali si associò alle critiche del londinese il quale, non soddisfatto, scaraventò nel bidone della spazzatura anche il Gambetto di Donna (Accettato e Rifiutato) “e quasi tutte le aperture sul lato di Donna che sono derivazioni della difesa 1. … e6”.
Quando si stava allestendo il grande torneo di Londra del 1862 venne addirittura avanzata la proposta di vietare ai giocatori l’adozione di tale Difesa (sic!), obbligando questi ultimi a rispondere con 1. … e5 all’apertura 1. e4 . La proposta non ebbe seguito, ma il fatto stesso di essere stata avanzata descrive quale fosse lo spirito dei tempi.
Alle critiche di Walker a questa Difesa si accodarono parecchi altri commentatori, tra i quali Steinitz, che si vantava di non averla mai adottata giudicandola “dull” (“lenta” ma anche “triste”, “noiosa”, “stupida”;) . Gli faceva eco Leonard, il talento americano prematuramente scomparso, che derideva la Difesa Francese come “il Re alla prima di Pedone” (“King to Pawn’s one”;). Anche Hazeltine entrava nel gruppo dei detrattori adottando la formula sovente scritta da Walker: “King’s Pawn one sneak”.
Walker, nei suoi giudizi, era categorico, rifiutando qualunque risposta diversa da 1. … e5 all’apertura 1. e4 . e lodando giocatori come Steinitz (prima maniera, siamo nel ’63) ed Harrwitz , in quanto “brillanti”. Come ho già detto,  la condanna di Walker era assoluta, ed è divertente leggere alcuni suoi commenti rintracciati da Winter.
 A proposito di una partita Anderssen-DeVère (Baden-Baden 1870), iniziata con 1. e4 c5  2. Cf3 e6 , alla 22° Walker lamentava la “noiosità” del gioco, concludendo che “ciò è quasi sempre il risultato di Aperture Codarde”.
Qualche anno prima, commentando una partita Steinitz-DeVère, iniziata con 1. e4 g6, stigmatizzava la faccenda con le seguenti parole: “Quando il signor DeVère avrà giocato più a lungo, eviterà questi sciagurati sistemi, scarterà il codardo stratagemma e, come secondo giocatore, spingerà il Pedone di Re in e5”.
Molto pittoresco anche il commento ad una partita Judd-Smith (1. e4 c5): “Raramente pubblichiamo esempi di Aperture Codarde, ma buone partite possono saltuariamente venire prodotte da buoni giocatori in qualunque schema di apertura, così come ingegnosi Ebrei, ai tempi dei Faraoni, trovarono il sistema di fabbricare mattoni senza la paglia”.
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Concludo con alcune ossevazioni personali.
Non ho mai giocato la Difesa Francese, in quanto non l’ho mai capita a fondo, ma ho conosciuto un giocatore di buon (ottimo) livello come Renato Cappello che ne aveva fatto un’arma letale. Porreca la lodava, affermando che la sofferenza iniziale finiva comunque per sfociare in grandi soddisfazioni.
Come seconda osservazione mi viene inevitabile parafrasare Virgilio: “quantum mutata ab illa”, visto che da un secolo e mezzo a questa parte la Difesa Francese ha subìto scandagliamenti profondi e non ha assolutamente denunciato crisi di anzianità, ma ha trovato continuamente motivi di rinnovamento.
Terza ed ultima osservazione: Tartakower definiva la teoria delle aperture come “una vecchia signora un po’ miope”.
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avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a Codardia?

  1. avatar
    delpraub 2 Novembre 2013 at 07:52

    Grazie Paolo per questo interessate spaccato di “scacchesimo” di 150 anni fa.

    Se volessimo derivarne una osservazione di alto livello, potremmo dire che, vista la continua evoluzione della teoria delle aperture, gli scacchi hanno una decisa componente scientifica: molto si sa, parecchio si gioca (e si discute), tantissimo resta da scoprire (computer permettendo!).

    Poi, certo, c’è il fattore umano a riportare negli scacchi i mille aspetti pratici della cappellologia 😉

  2. avatar
    delpraub 2 Novembre 2013 at 10:40

    A proposito di aperture e di tradizioni inglesi …

    “Inaspettati sviluppi nell’Inglese giocata ieri. Come riferisce il Cancelliere dello Scacchiere, un peon ha osato toccare la Regina senza neanche dire “j’adoube” per poi lasciarla nella Casa Reale ed andare a spostare l’Arcivescovo di Canterbury in una traversa vicino alla Torre di Londra. Roba da Matti! Speriamo che il futuro Re non se la prenda e, en passant, preferisca un giro a Cavallo.”

    (Il fatto che qualcuno abbia “osato” toccare la Regina è vero: http://www.rainews24.it/it/news.php?newsid=183489; io ci ho romanzato po’ sopra :mrgreen: )

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    Fabio Lotti 2 Novembre 2013 at 12:06

    Ottimo! La difesa Francese è una di quelle aperture in cui il Nero aspetta per infilzarti se fai troppo lo sbruffone. Perfetta contro certi tipi di giocatori troppo spavaldi (nel gioco).

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    Jas Fasola 2 Novembre 2013 at 12:15

    Walker non aveva tutti i torti. A quei tempi di solito il bianco continuava (dopo 1. e4 e6 2. d4 d5) con la variante del cambio 3. exd5.

    • avatar
      alfredo 2 Novembre 2013 at 17:57

      poi vennero tempi bui in cui il bianco giocava la trogloditica 3) Cc3 .
      al medio evo di Cc3 segui’ poi il rinascimento che si identificò con la meravigliosa ” Cd2 “per cui tutti dobbiamo eterna riconoscenza al grande Tarrasch
      i tempi piu’ bui furono quelli in cui a Cc3 alcuni avevano addirittura la dabbenaggine di giocare Cc6 ( la variante Guimard a dire la verità non la ho mai proprio minimamente capita)

  5. avatar
    Renato Andreoli 2 Novembre 2013 at 16:41

    Un articolo che ti fa capire un’intera epoca degli scacchi meglio di una lunga monografia.

  6. avatar
    Roberto Messa 2 Novembre 2013 at 19:37

    Chissà cosa replicherebbe Korchnoi – con tutte le sue memorabili Francesi – a questo gentleman del XIX secolo…

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    Roberto Messa 2 Novembre 2013 at 19:57

    A proposito di Francia, buone nuove dal torneo di Cap d’Agde dove Alessandro Bonafede questa mattina ha concluso nell’open a 7 punti su 9 sconfiggendo negli ultimi turni il GM Arizmendi, il MI Trent e il GM Greenfeld.
    Guido Caprio ha realizzato 6,5 punti mentre i due GM Sabino Brunello e Axel Rombaldoni, sconfitti all’ultimo turno dopo aver condotto anche loro un torneo di testa, si sono fermati a quota 6 su 9.
    Yuri Garrett segnala una breve intervista sul bollettino del torneo in cui Axel racconta il suo approccio “ballerino” alla scacchiera; si può leggere a pag. 14 di questo link:
    http://www.capechecs.com/2013/blitz_au_cap/blitzaucap4.pdf

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      Roberto Messa 4 Novembre 2013 at 21:42

      Dimenticavo: Bonafede si è classificato nel gruppetto dei primi ex-aequo e ha realizzato l’ennesima norma MI: per conquistare il titolo non gli resta che raggiungere quota 2400.
      Classifica finale: 1°-5° Libiszewski, Kravtsiv, Czebe, BONAFEDE, Bauer 7 punti su 9; 6°-16° Vovk, Maze, Gordon, Palac, Tkachiev, Maiorov, Valles, Kulatos, GUIDO CAPRIO, Bergez, Beshukov 6,5; ecc.

      Altri dettagli sui tornei di Cap d’Agde, inclusa una partita di Karpov commentata dall’evento di cartellone, sul Messaggero Scacchi che Dario Mione ha scodellato pochi minuti fa. Il link:
      http://www.messaggeroscacchi.it/archivio/numero696.pdf

  8. avatar
    paolo bagnoli 3 Novembre 2013 at 00:34

    Che Korchnoi sia un profondo conoscitore della Francese è fuori di dubbio, ma probabilmente la sua più memorabile Francese l’ha giocata col Bianco contro Udovcic nel 1967 (una Tarrasch).
    Grazie delle informazioni sulla Francia!

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