Il 27 settembre 1907 nasceva a Riga, capitale della Lettonia, Vladimirs Petrovs. La Lettonia era, in quegli anni, la più “avanzata” tra le Repubbliche Baltiche, con un notevole sviluppo industriale ed una florida agricoltura; pur facendo parte dello sterminato Impero Russo (così come la Lituania e l’Estonia) nella capitale Riga, città tra le più progredite, si stava sviluppando un forte movimento indipendentista.
Quando Vladimirs ebbe dieci anni avvenne la crisi dello zarismo, la presa del potere da parte dei bolscevichi e, nel 1920, la dichiarazione di indipendenza della Lettonia, indipendenza che venne accettata dal governo provvisorio russo alle prese con una cruenta guerra civile.
Fu in quel periodo che l’adolescente Vladimirs imparò gli scacchi, dimostrandosi estremamente dotato e in grado di affrontare i migliori giocatori cittadini; già a 19 anni vinse il campionato di Riga e poco dopo si piazzò al terzo posto nel campionato nazionale lettone. Due anni dopo la locale Federazione scacchistica lo inserì nella squadra destinata a partecipare all’Olimpiade dell’ Aja; giocò in terza scacchiera con un risultato soddisfacente (+5 =7 -4) e l’esperienza lo arricchì parecchio. Nel 1930, a 23 anni, Petrovs giocò per la Lettonia all’Olimpiade di Amburgo in seconda scacchiera totalizzando 8 vittorie, 3 sole sconfitte e 6 patte, e l’anno seguente fu per lui abbastanza impegnativo: secondo classificato (dopo Vistaneckis) al primo Campionato Baltico disputatosi a Klaipeda, vincitore (+4 =3 -1) in un match contro il quotato Feigins e vincitore della medaglia d’oro individuale per il suo risultato in terza scacchiera (+9 =5 -2) all’Olimpiade di Praga.
Vladimirs Petrovs era ormai un giocatore di alto livello e le sue capacità vennero confermate da un breve match da lui vinto nel 1932 contro Mikenas (+2 =1 -0), ma nei due anni seguenti i suoi risultati subirono una flessione: in seconda scacchiera all’Olimpiade di Folkestone del luglio del 1933 non andò oltre un dignitoso +6 =3 -5 e nel ’34 venne sconfitto di misura da Rudolf Spielmann (+1 =5 -2).
Già in quello stesso anno, tuttavia, Petrovs (noto ormai con il nome russificato di Vladimir Petrov) giunse primo ex aequo con Apsenieks nel campionato nazionale, un risultato che avrebbe poi ripetuto l’anno seguente e nel 1937. Ancora nel 1935 giocò in prima scacchiera all’Olimpiade di Varsavia incontrando i migliori giocatori del mondo e terminando col risultato di +7 =7 -5 , mentre nel 1936 vinse il torneo di Helsinki e venne schierato nuovamente in prima scacchiera nel torneo a squadre (noto come “Olimpiade non ufficiale” di Monaco di Baviera; in questa manifestazione, fortemente voluta dal regime nazista, Petrov ottenne un notevole +10 =7 -3 .
Il 1937 fu l’anno del maggiore successo di Petrov; oltre al risultato di 5 vittorie, 10 patte e 3 sconfitte all’Olimpiade di Stoccolma, dove giocò nuovamente in prima scacchiera, il trentenne lettone vinse – a pari merito con Flohr e Reshevsky – il grande torneo di Kemeri, lasciandosi alle spalle giocatori del calibro di Alekhine, Tartakower, Steiner, Keres, Stahlberg e Fine. Poi ebbe un nuovo improvviso calo di rendimento, classificandosi ultimo a Semmering Baden.
Nel ’38 partecipò a due tornei, giungendo terzo a Lodz alle spalle di Pirc e Tartakower ed ancora terzo a Margate dopo Alekhine e Spielmann, battendo il campione del mondo nel loro incontro individuale. Nel 1939, infine, fu ottavo a Kemeri, vinse la medaglia di bronzo all’Olimpiade di Buenos Aires come terzo miglior risultato sulla prima scacchiera (+8 =11 – 0 , imbattuto e pattando con Alekhine, Capablanca e Keres) e vinse il torneo di Rosario, davanti a Mikenas ed Eliskases.
Il 23 agosto di quell’anno veniva firmato a Mosca il patto di non aggressione tra la Germania nazista e l’URSS comunista; questo trattato, voluto da Hitler per aver mano libera ad ovest e da Stalin per allargare la propria sfera d’influenza, ebbe come immediata conseguenza la disintegrazione della Polonia, invasa da occidente dai panzer e da oriente dall’Armata Rossa, lo scoppio della Guerra Mondiale, e come conseguenza collaterale l’annessione delle Repubbliche Baltiche all’Unione Sovietica (1940).
Petrov divenne così, bon gré mal gré,cittadino dell’URSS, e fu con tale nuova anagrafe che venne iscritto al Campionato URSS del 1940, classificandosi decimo. Nel giugno del ’41 i nazisti invasero l’Unione Sovietica; Petrov si trovava a Mosca, e venne tagliato fuori dalla moglie e dalla figlia che abitavano a Riga, dove poche settimane prima era giunto terzo in torneo. Non interruppe la propria attività scacchistica, giungendo secondo a Mosca nello stesso 1941 alle spalle di Mazel, sempre secondo nel ’42 dopo Bondarevski, ed ancora secondo nel ’42 a Sverdlovsk dopo il vincitore Ragozin.
Poi, la tragedia. Il 31 agosto 1942 venne arrestato come “disfattista”, visto che aveva protestato pubblicamente contro le privazioni che erano state imposte alla Lettonia dalle operazioni belliche ma, soprattutto, dall’annnessione del 1940. Venne condannato a dieci anni di detenzione in un “campo di lavoro”, a Kotlas. Soltanto nel 1989 si venne a sapere che Vladimir Petrov era deceduto per una polmonite il 26 agosto 1943 nel gulag dove era stato imprigionato.
Ecco la sua vittoria contro il campione mondiale Alekhine al torneo di Margate del 1938.
Petrov vs. Alekhine, 1-0
Margate, 1938
1. d4 Cf6 2. c4 e6 3. g3 d5 4. Ag2 d:c4 5. Da4+ Cbd7 6. Cf3 a6 7. Cc3 Tb8 8. D:c4 b5 9. Dd3 Ab7 10. 0-0 c5 11. d:c5 C:c5 12. D8+ T8 13. Af4 b4 14. Cd1 Cd5 15. Tc1!? C:f4 16. g:f4 Ad6 17. Ce5 A:g2 18. R:g2 b3
una decisione difficile, che tuttavia corrisponde al carattere di Alekhine, teso a creare tatticismi esasperati; un esame computerizzato propone 18. … A:e5 19. f:e5 Ce4 , pur considerando il Bianco in lieve vantaggio)
19. a:b3 f6 20. Cc6 Tc8 21,. Cd4 Rd7 22. Ce3 A:f4 23. Tfd1 Re7 24. b4 A:e3 25. f:e3 Cd7 26. Ta1 Cb8 27. b5!
confutando l’idea dell’avversario e sfruttando dinamicamente il Pedone doppiato, grazie anche alla presenza del forte Cd4, che non può essere scacciato senza indebolire ulteriormente la posizione
27…a:b5 28. Ta7+ Rd6 29. C:b5+ Rc5 30. Cd6 Tc6 31. b4+! R:b4 32. Tb7+ Rc3 33. Ce4+ Rc2 34. Tbb1 1-0 il Nero abbandona.
Non credo esistano altri esempi di Alekhine che deve subire un matto inevitabile.
Carissimo Paolo il solito bellissimo articolo (mi hai preceduto essendo Petrov uno dei miei idoli avevo in mente di scrivere qualcosa su di lui). In Occidente per molti anni tranne che presso gli addetti ai lavori si seppe poco di lui perché come da tradizione nei confronti delle persone “non gradite” perché avevano violato il famigerato “articolo 58”, il regime proibì di nominare ilo suo nome o pubblicarlo e le sue partite (per fortuna solo quelle nazionali) furono cancellate. Spero non me ne vorrai se aggiungo qualche breve integrazione :il padre aveva un negozio di scarpe e la mamma era portiere di uno stabile. Frequentò la prestigiosa Lomontov Hight School. Inizia tardi a giocare a scacchi a 13 anni quando si stufa del calcio, indirizzato dal suo mentore Rosenberg. Si laurea in legge (ma impiega 16 anni diviso tra studi e scacchi). Di carattere aperto, egli era solito parlare apertamente con i propri colleghi e proprio tre di questi lo denunciarono alla polizia segreta per le lamentele di cui nell’articolo (i lituani erano sempre trattati come cittadini di serie “B” ed a Riga era addirittura difficile reperire il cibo). Galina Petrov perse i contatti col marito nel 1942 e spese il resto della sua vita a cercare di ricongiungersi con lui o averne qualche notizia dagli organi ufficiali del potere recandosi addirittura in Siberia sulle sue tracce. Nel 1954 Kruschev riabilitò molti perseguitati del “terrore” stalinista ma le convinzioni su Petrov furono mantenute e solo con l’avvento di Gorbaciov la congiura del silenzio potè essere superata ed il suo nome riabilitato. Grazie Paolo ancora complimentissimi e scusa per la breve intrusione in un magnifico pezzo!
Ciao Paolo.
Ottimo articolo, del solito standard!
Hai in previsione di scrivere qualcosa su Ludek Pachman, in particolare le sue tragiche vicissitudini di prigioniero politico prima e di esule poi?
Dalle nostre parti è conosciuto soprattutto come autore della splendida trilogia Apertura, Mediogioco e Finale nella moderna partita a scacchi.
Complimenti davvero a Paolo Bagnoli.
Una mia breve considerazione all’intervento precedente di Enrico Cecchelli.
Più di una volta in passato sono stati pubblicati articoli centrati attorno alla
medesima persona,senza che per questo, uno togliesse interesse all’altro o magari ,il primo pubblicato adombrasse il successivo.
Per cui se Enrico Cecchelli aveva od ha in progetto di scrivere su Vladimirs Petrovs
che proceda spedito,tanto nella platea di Soloscacchi troverà sostenitori,tra i quali
Luca Monti.
Ringrazio per l’incoraggiamento…
Avanti così, Paolone!
E sì, proprio interessante. Come al solito, per altro.
Io imparo molte cose sugli scacchi e la loro storia.
Grazie
Possibile che nessuno abbia riconosciuto il gioviale giovanotto a spasso per Riga coi coniugi Petrov?!? 😉
Najdorf ❓ ( in versione giovanile con ” baffetti da sparviero”
mi aggiungo ovviamente ai complimenti per il bellissimo contributo
Acc… Volevo scriverlo io, ma poi Yanez avrebbe tirato fuori la storia che già mi aveva squalificato e per cui non posso più partecipare ai suoi ‘concorsi’… E solo perché non gli ho pagato quel sorso di rhum, quel pomeriggio del 1958, che ci siamo incontrati a Santa Clara!! 😥
Sì, sì, è proprio lui! Ma senza baffetti… sembra che li abbia forse per una singolare ombreggiatura della foto, ma non è così… grande Don Miguel!
Un enorme grazie ad Enrico per l’arricchimento che ha apportato alle mie poche righe. Una mia personale considerazione: la Storia degli Scacchi è poco conosciuta, anche da alcuni addetti ai lavori, soprattutto per quanto riguarda i risvolti umani che essa trascina nel corso degli anni. Gli Scacchi non sono soltanto i cosiddetti “giganti”, sono, al contrario, soprattutto vicende umane, politiche, sociali vissute da personaggi cosiddetti “secondari” che, attraverso gli Scacchi, lasciarono qualche cosa a tutti noi. Ho appena rivisitato la vita di Dake, giocatore di livello eccelso che, a soli ventotto anni, piantò lì tutto per dedicarsi al lavoro ed alla famiglia. Una grande perdita per gli Scacchi, sicuramente, ma chi può giudicare?
Allora, visto che l’approccio è quello giusto, aspettiamo uno scritto su Dake. Naturalmente grazie per l’articolo.
…concordo con quanto scritto da Paolo. Questi cosiddetti “Minori” rievocano il multiculturalismo presente negli scacchi. I tuoi “pezzi”, a mio avviso, hanno un notevole valore pedagogico perchè le diverse “forme di vita” acuiscono la sensibilità per la molteplicità. Uguali e differenti, appunto.Infine una riflessione : questi scacchisti dimenticati riducono il tempo e lo spazio a tal punto da rilanciare l’idea che tutto ciò che avviene ovunque può condizionare il nostro piccolo mondo, persino il nostro privato. Utopia la mia ? Forse, chissà…. alla prossima emozionante e coinvolgente biografia,Saluti.
Ho inviato “Dake”. Grazie a tutti.
Apprendo, leggendo le info del nostro ‘fratello’ messaggeroscacchi.it, che si è appena concluso a Jurmala (Lettonia) la terza edizione del Memorial Petrov, vinta dall’ucraino Fedorchuck.