Nei suoi Personalia, Gaige – accurato ricercatore – confessa di non poter chiarire un piccolo mistero che riguarda il nome di battesimo di un giocatore: Solomon secondo la Jewish Encyclopedia, Simon secondo cinque fonti diverse o Samuel come riportato da altre quattro fonti? Lipschütz era il cognome.
Nacque il 4 luglio 1863 a Ungvàr, una cittadina della Rutenia Carpatica che faceva parte del multietnico e multilinguistico Impero Austro-Ungarico. Oggi la città è la più occidentale dell’Ucraina, a pochi chilometri dal confine con la Slovacchia, e porta il nome di Uzhhorod.
A diciassette anni Lipschütz emigrò negli Stati Uniti d’America, méta di milioni di europei che fuggivano da condizioni di vita non soddisfacenti per inseguire il miraggio – per molti relizzato – dell’ “American dream”. A quell’età conosceva già abbastanza bene il gioco degli scacchi e, giunto negli USA, continuò a coltivarlo tanto che, a soli vent’anni, lo troviamo come facente parte della squadra di New York nel corso della sfida con il il circolo di Philadelphia; due partite e due vittorie del giovane europeo.
Due anni dopo Lipschütz – che nel frattempo era divenuto noto nell’ambiente come “Sam” (Samuel) – divenne campione sociale del New York Chess Club e nel 1886 tornò in Europa per partecipare al torneo di Londra, dove ottenne un onorevole 6 1/2 su 12, pattando con il vincitore Blackburne e vincendo contro Burn, Mackenzie e Zukertort.
Napier lo ricorda come “un uomo piccolo ed esile, con modi da gentiluomo ed un singolare naso a punta, il Cyrano degli Scacchi”. Il suo stile di gioco viene descritto da Bisguier e Soltis nel modo seguente: “Era un attaccante metodico con alcune interessantissime idee posizionali, ed altre terribili”.
Nel 1888 Gossip , giocatore noto per aver costantemente frequentato le zone basse delle classifiche, pubblicò il suo The Chess-Player’s Manual , e Lipschütz scrisse una voluminosa appendice di 122 pagine trattando le aperture più in voga in quel periodo. Un esempio per tutti, la sua variante della Spagnola (1. e4 e5 2. Cf3 Cc6 3. Ab5 d6 4. A:c6+ b:c6 5. d4 f6) che Steinitz definì come “una nuova ed interessante idea”. In questa occasione Lipschütz non contribuì a chiartire il mistero sul suo nome di battesimo, in quanto si firmò con una semplice “S.”.
Nel 1888, in data 13 agosto, il governo degli Stati Uniti gli concesse la cittadinanza.
Nel 1889 Lipschütz fu tra gli iscritti al grande torneo di New York: 20 giocatori, 10 europei e 10 americani, con doppio girone all’italiana. Scendeva in campo il fior fiore dello scacchismo internazionale – Steinitz escluso – ed al termine gli europei risultarono nettamente superiori ai padroni di casa, il primo dei quali (6° classificato) fu Sam Lipschütz con un 25 1/2 su 38.
Nel 1890 fu campione americano assoluto, un risultato che ripeterà due anni dopo. Soffriva di un grave disturbo polmonare – non il “male del secolo”, la tubercolosi – che lo disturbava non poco nel corso dei tornei, dai quali scomparve nell’ultimo decennio dell’Ottocento per ricomparire nel 1900 al Campionato del Manhattan Chess Club ; lo vinse, precedendo Frank Marshall e Jackson Whipps Showalter. Nel corso della sua carriera incontrò due volte Emanuel Lasker e furono due patte.
Nel 1901 firmò The Rice Gambit , una pubblicazione dedicata al Gambetto ideato dal plurimilionario Isaac Rice, poi scomparve definitivamente, fino a quando, nel 1905, su suggerimento dei suoi medici curanti americani, decise di tornare in Europa per tentare di risolvere chirurgicamente il suo sempre più grave problema all’apparato respiratorio. Venne operato in una clinica specializzata di Amburgo, ma non sopravvisse all’intervento e morì il 30 novembre del 1905.
Ecco la sua seconda partita contro Mikhail Cigorin (che vinse il torneo ex aequo con Max Weiss) al torneo di New York del 1889.
Lipschütz – Cigorin, 1-0
New York, 1889
1. e4 e5 2. Cc3 Cc6 3. Ac4 Cf6 4. d3 Ac5 5. a3 d6 6. Ca4 Ab6 7. C:b6 a:b6 8. c3 Ce7 9. f4 e:f4 10. A:f4 d5 11. e5 Ce5 12. Ce2 0-0 13. 0-0 De7 14. Dd2 Ae6 15. Ag5 Dc5 16. Cd4 Cg4 17. Tae1 h6 18. Ah4 Tae8 19. Ag3 Cge3?
(19. … Cde3 20. b4 C:f1 21. T:f1 Dh5 22. C:e6 f:e6 23. T:f8+ R:f8 24. A:c7 b5)
20. b4 C:c4 21. Dc1 De7 22. d:c4 Cf6 23. Cf5 Dd8 24. C:g7! R:g7 25. Ae5 Rg8 26. A:f6 Dd3 27. D:h6 Dg6?
(in caso di 27. … Dh7 seguiva 28. Dg5+ Dg6 29. Te5! D:g5 30. T:g5+ e 31. Tf4).
28. Dh8 matto
Ungvár ieri…
…e oggi
Caro Paolo,
il tuo nuovo articolo mi ha talmente interessato da farmi preparare un Folder dedicato ai tuoi scritti che raccoglierò man mano.
Questo è il primo, dove ho inserito il titolo e la tua foto, con sotto il nome e la data di emissione.
Così tutto è chiaro e ben fatto ❗ ❗
C’è bisogno di dirti GRAZIE ❓
Certamente si ❗ ❗
Complimenti e buon lavoro
A la prochaine… 😀
Non solo,ma…
se mi fai avere il tuo e-mail address, ti invierò il tuo articolo da me salvato con alcune lievi modifiche grafiche.
Privatamente.
A tuo piacere
Ciao
IEP
Davvero gli articoli di Paolo meriterebbero di essere raccolti in un libro
Una buona domenica a Paolo a Ivano e agli amici di Soloscacchi .
Oggi c’è la Milano Sanremo ed è uno di quei pochi giorni in cui mi dimentico degli Scacchi 😆
Oggi pronto a fare il tifo per il mio corridore preferito , ” Spartacus” Fabian Cancellara .
Anche se Sagan è dannatamente forte ….
aolo.bagnoli@email.it">paolo.bagnoli@email.it , e grazie per i complimenti. SoloScacchi ha nel cassetto anche alcuni articoli riguardanti il periodo delle coffee-house londinesi (prima metà dell’Ottocento) e del famoso Simpson’s Divan, con biografie di giocatori oggi dimenticati dai più. Ho intenzione di scrivere qualcosa su questi locali, che ospitarono nel tempo che fu giocatori come Pratt, Sarratt, Fraser, Buckle e che furono incubatrici di gente come Bird, il reverendo MacDonnell (una linguaccia!), Staunton, eccetera.
Un abbraccio
Paolo
P.S. per Ivano: io mando soltanto i testi, la grafica è affidata all’inventiva della Redazione.
L’idea della variante del cambio è realmente interessante dal momento che sopravvive .
La storia del Gambetto Rice meriterebbe un articolo a sé , ma vedo che è stato già fatto 😉
Questo gambetto , che stava cosi’ a cuore al suo scopriotore e a tanti anche grandi giocatori penso lautamente pagati dallo stesso Rice , ritengo ( e cosi’ mi sembra la pensi anche Soltis)faccia oggi parte delle curiosità e del divertimento ma non sia proponibile nel gioco attivo .
Come pneumologo mi interesserebbe sapere la malattia polmonare di cui era affetto il giocatore . Certo non era TBC né un tumore . Non sarebbe sopravvisuto tanto .
Operazione ? boh forse una ” distrofia bollosa” o qualcosa di simile .
Ciao Paolo!
Si, lo so ❗
Ringrazio allora anche la Redazione e quel Maestro grafico di Martin Eden e di Mongo 😀
Bisogna dire che il testo e la grafica d’accompagnamento rendono l’articolo un contributo …comme il faut.. ❗
comunque gli articoli di Paolo sono interessanti anche perché una curiosità ne suscita un’altra
ad es questo Mister Rice doveva essere veramente un bel tipo
http://scacchi.chess.com/article/view/rices-gambit
Caro Alfredo, Isaac Leopold Rice era un multimilionario che, cocciutamente, convinse i maggiori diocatori del suo tempo (Lasker, fra gli altri) ad analizzare il suo Gambetto (pagando, ben s’intende). Nella sua sontuosa villa nelle vicinanze di NY aveva fatto allestire, nel seminterrato, una sala da scacchi molto spaziosa e signorilmente arredata (la foto è nella mia “Storia degli Scacchi”. Il Gambetto è, come avrebbe detto Steinitz, “concettualmente scorretto”, e venne proposto quando l’era dei Gambetti (di Re) volgeva al tramonto.
grazie Paolo .
comunque vorrei ricordare agli amici che ogi è anche il giorno dell ‘ 83 esimo compleanno di Viktor Korchnoi
auguri terribile 😀
Girano voci, fondate, che a breve ci sarà una sfida su 4 partite tra i due terribili ed ormai, purtroppo, poco arzilli vecchietti dello scacchismo: Korchnoi – Spassky.
Quando si è superiori ad ogni avversità, non esistono limiti!!! ❗ 😎
…ormai da tempo raccolgo in uno schedario(sono un tipo all’antica e amo studiare su carta)gli scritti di Paolo su questi “Bastardi senza Gloria” (così ho intitolato la mia personalissima raccolta ora un vero e proprio volume). Tuttavia mi sento un “predone” per cui la mia “coscienza” reclama un libro da acquistare. In attesa, un grazie di cuore, a Paolo e SoloScacchi, per il lavoro amorevole e certosino…P.S. Riguardo la patologia polmonare di Lipschutz, tenendo conto della diagnostica circoscritta al solo esame obiettivo e i limitati approcci chirurgici dell’epoca, sarei orientato o ad una patologia parenchimale superficiale(es. bolle enfisematose, bronchiectasie da trazione, atelettasie da processi granulomatosi o cicatriziali) o ad una patologia del cavo pleurico ( es. un versamento saccato)o ad un processo fibrotico post-pleuritico (con rietramenti parietali visibili all’ispezione) oppure ad una massa solida rintracciabile con la percussione come un pseudo-tumore ( es. un amartoma). Riguardo la Tubercolosi non è da escludere totalmente visto che può assumere espressioni anatomo-cliniche varie (soprattutto in era pre-antibiotica lo spettro clinico era estremamente variegato). Infatti in tempi antecedenti la terapia antibiotica la Tubercolosi era trattata chirurgicamente mediante l’ausilio di procedure “minori” (es. collasso-terapia). Tanto è vero che la collabrazione tra Tisiatri e Chirurghi ha portato Brauer ad eseguire, nel 1922, la Toracoplastica, la prima vera opzione chirurgca per il trattamento della Malattia Tubercolare. Può anche darsi che Lipschutz abbia fatto casistica. Mi fermo qui e non vado oltre queste ovvie deduzioni.
Ci si avvicina sempre piu’ a una rivincita Carlsen – Anand .
Tanto di cappello a Vishy
Bravo Paolo!
Il solito bel lavoro.
Ormai mi sento in difficoltà
nel complimentarmi ogni volta
ma ritengo doveroso che tu debba avere
almeno questi umili riconoscimenti per le tue
fatiche. Enrico