Al du par cent

Scritto da:  | 18 Marzo 2014 | 4 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

Al du par cent 2

Alcuni ex ragazzi frequentanti il RAPID, a proposito della mia modesta storia degli scacchi a Parma, mi hanno contattato ricordandomi un altro personaggio dei tempi andati che io, al momento, avevo obliato ma che – hanno ragione loro – entra di diritto in quel contesto per la sua bonomia e caratteristica di comportamento scacchistico.

Prego, ove possibile, di inserire o aggiungere, quanto segue nel contesto – o anche a parte – della suddetta storia degli scacchi a Parma.

Si chiamava Talignani detto “al du par cent“. Era un piccolo imprenditore edile di estrazione contadina e quindi si rifaceva a certi detti tipici della nostra campagna. D’abitudine parlava il dialetto.

Prima di iniziare la partita soleva fare un pò di scena e valutare a voce alta, con atteggiamento provocatorio e semiserio, la …percentuale di impegno della propria valentìa scacchistica occorrente per far fuori l’avversario: ossia,rivolgendosi agli astanti, soleva dire: “chi ag’vol al du par sent” (o il quator, a seconda di chi gli si parava contro) , ma se era lui a finire a mal partito , ecco che sbottava di solito in un “hostaria! al ma freghè” aggiungendo subito dopo un detto contadino in uso a quei tempi tipo: ma “cosa vòot, anca la cà da casant?”

Al du par cent 3

Sarà bene a questo proposito che io spieghi alla giovani generazioni che la gerarchia contadina dei secoli scorsi era a un dipresso la seguente:

  • proprietario-(o affittuario)coltivatore diretto; ossia il padrone (o affittuario) del podere che coltivava direttamente la sua terra coadiuvato dalla sua famiglia. Poteva avere dei dipendenti, a seconda delle necessità, i quali si distinguevano in
  • salariati fissi; cioè lavoranti esperti in particolare in lavori di stalla. In gergo “casanti”. Il contratto andava tradizionalmente da un S. Martino (11 novembre) all’altro e prevedeva la concessione in uso dell’abitazione (la ca’;) ; una quota di derrate alimentari, un appezzamento di terra (mezza biolca) in uso per orto ecc. oltre s’intende al salario. In cambio lavoravano dal levar del sole al tramonto, 7 giorni su 7, festività comprese;
  • braccianti fissi per coadiuvare nei campi il titolare dell’azienda;
  • braccianti giornalieri o stagionali da assumere per i lavori di raccolta nel clou della stagione;
  • “il famiglio da fagotto, (se e quando necessitava in azienda ) che era generalmente un ragazzo, un adolescente, di estrazione montanara e di famiglia estremamente indigente che per un piatto di avanzi di cibo della tavola del padrone e per avere diritto a dormire nel fienile, anche d’inverno, e ricevere quattro soldi in croce a fine annata, si sobbarcava i lavori più umili e faceva da servo della famiglia padronale. Arrivava dalle sue montagne appunto con un fagotto infilato in un bastone, fagotto composto da un fazzolettone rosso legato ai quattro angoli e che conteneva le sue povere cose.

Tradotto in italiano ecco il senso di ciò che diceva il Talignani al suo avversario: Ma come, se sei un famiglio da fagotto, pretendi il trattamento da salariato fisso ? Non hai proprio ritegno!

Talignani era scapolo, cardiopatico, viveva solo. Quando non si sentiva bene, saliva in auto e posteggiava in prossimità del pronto soccorso, rimanendovi tutta la notte.

Sperava così, in caso di malore, di essere prontamente soccorso suonando a ripetizione il clacson…

Al du par cent 4

 

avatar Scritto da: Antonio Pipitone (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Al du par cent

  1. avatar
    Fabio Lotti 18 Marzo 2014 at 09:03

    Un saluto ed un abbraccio al nostro indistruttibile Antonio. Avanti così!

  2. avatar
    fds 18 Marzo 2014 at 15:18

    Molto belle queste reminiscenze della cultura contadina del tempo che fu. Si capisce chiaramente quanti e quali differenze sociali vi erano e che, per un periodo, pensavo superate per sempre. Oggi, riflettendo sul futuro dei nostri figli, non ne sono più tanto sicuro.

    Un caro saluto al Maestro Pipitone.

    Francesco De Sio

  3. avatar
    alfredo 18 Marzo 2014 at 20:29

    molto divertente.
    un personaggio a metà strada tra Guareschi e Guccini.

  4. avatar
    Ricardo Soares 18 Marzo 2014 at 21:33

    Pincelada història màgica nas palavras de Pipitone!

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