Credo che tutti noi conosciamo Marostica per la tradizionale partita di scacchi viventi, ma quanti sanno che dall’anno scorso la cittadina di Orvieto ha incluso nel programma delle celebrazione del Corpus Domini una partita di scacchi viventi?
Nel 2013, in occasione del Giubileo Straordinario 2013/2014 e per il 750° anniversario del Miracolo Eucaristico di Bolsena (1263) e della bolla Transiturus de hoc mundo di Papa Urbano IV (1264) che istituì e promulgò da Orvieto la solennità del Corpus Domini, fu infatti organizzata una manifestazione chiamata “LA CITTA’ DEL CORPUS DOMINI”, ricca di eventi, spirituali e non.
Uno di questi è proprio la FESTA MEDIEVALE con la Partita a Scacchi a Personaggi Viventi in costume d’epoca tra la Città di Orvieto e la Città di Marostica, che si svolge nella nella splendida cornice di Piazza del Duomo. Anche quest’anno, il 14 di giugno, hanno partecipato le rappresentanze del Corteo Storico di Orvieto, del Corteo Storico di Marostica e degli Sbandieratori dei Borghi e Sestieri Fiorentini. E’ poi seguita la rappresentazione, sempre sul sagrato del Duomo, del dramma sacro “Miracolo de lo Sacro Corporale”, libero riadattamento di un testo del XIV secolo.
Sulla falsariga della Partita Storica a Scacchi a personaggi viventi che si disputa ogni due anni a Marostica e che è stata riconosciuta Patrimonio d’Italia per la Tradizione, dame, gentiluomini, armati, vessilliferi e figuranti in costume d’epoca hanno dato vita ad uno spettacolo affascinante ed unico.
A condurre la partita è stato il Giullar Cortese Gianluca Foresi, mentre la regia è stata del Direttore Artistico di ArTè Maurizio Panici, che ha curato nelle ultime edizioni anche la regia della Partita a Scacchi di Marostica.
Sconfitti lo scorso anno, i bianchi di Marostica si sono presi la rivincita. Ad accelerare le mosse de “L’Immortale” – la partita scelta per la rappresentazione- è stata la pioggia che ha purtroppo costretto le rappresentanze dei rispettivi cortei storici ad una ritirata anticipata e a rinunciare alla prevista esibizione degli sbandieratori dei borghi e sestieri fiorentini.
Perché l’Immortale? Perché non un’altra partita? Certamente perché della più famosa partita a scacchi mai disputatasi (ma realmente disputatasi??) in Italia non si conoscono nemmeno le mosse, ma soltanto i protagonisti: i giovani e nobili guerrieri Vieri da Vallonara e Rinaldo d’Angarano, che nel 1454 si contesero, in così incruento duello (la Repubblica di Venezia aveva vietato duelli più sanguinosi), la mano della bella Lionora, figlia di Taddeo Parisio, Castellano di Marostica. Vinse il primo, ma il secondo si consolò prendendo in sposa Oldrada, la sorella minore di Lionora.
La regola che vige a Marostica, dove a partire dal 1954 la rappresentazione avviene ogni anno pari, vuole che la partita prescelta sia compresa fra le 16 e le 20 mosse. Un interessante articolo sulla partita di scacchi viventi di Marostica apparve nel numero di febbraio 1998 de L’Italia Scacchistica, a firma di Adolivio Capece.
Qui sotto una sintesi dell’evento di Orvieto del 2013, quando il tempo atmosferico si dimostrò più benigno.
Per concludere, tornando a Marostica, ricordo di aver letto da qualche parte (forse sul vecchio Pasquinelli) che una volta fu giocata anche la famosa Reti-Tartakower del 1910, una splendida miniatura lunga appena 11 mosse.
Chissà se c’è qualcuno dei nostri lettori (magari lo stesso Adolivio?) che conserva memoria di tutte le partite rappresentate a Marostica, in Piazza Castello, dal 1954 al 2012 (più quella dell’edizione del 1923)!
Scritto da: (Qui gli altri suoi articoli)Ingegnere Nucleare mai praticante causa referendum, è Candidato Maestro (a tavolino) con carriera interrotta da una felice paternità. Ha fondato e gestisce una azienda di informatica e si occupa di progetti di ricerca applicata in ambito europeo.
Celebro anch’io un anniversario del tutto personale: oggi mio padre Renzo avrebbe compiuto cento anni.
Nato e vissuto a Ravenna, nel 1941, con mia madre incinta di cinque o sei mesi, partì per la Libia, al comando di una batteria da campagna, venne fatto prigioniero dagli inglesi a Tobruk, trasferito a Rawalpindi (India) in un campo di prigionia destinato agli ufficiali. e rientrò in Italia alla vigilia di Natale del ’45, dove per la prima volta mi vide (e lo vidi). La mia nonna materna mi disse che, quando lo vidi, gli chiesi: “Sei tu il mio babbo?”.
La guerra aveva lasciato il segno: mia madre si era unita ad un altro uomo, e mio padre partì, alla fine del ’51, per il Venezuela. Lo sentii, dopo anni di affannose ricerche telefoniche e postali, una ventina di anni fa, scoprendo di avere ben tre fratellastri nati a Caracas.
Da allora, più nulla. Mia madre è scomparsa nel 2004, mentre mio padre… Chissà?
Ciao, babbo.
P.S. Scusate l’incongrua intrusione.
Paolo, non solo libri e racconti su scacchi e scacchisti: ti verrà mai la voglia di ideare una storia liberamente ispirata ai personaggi della tua famiglia? Indubbiamente sono queste le più difficili da scrivere, ma come sai raccontare tu…
La vicenda di tuo padre mi ha fatto venire in mente un ricordo scacchistico.
Fiori, un socio della Milanese, fu fatto prigioniero in Etiopia nel 1941.
Mi raccontarono che durante la ritirata era rimasto indietro da solo con una mitragliatrice per ritardare l’avanzata degli inglesi.
Anche lui fu trasferito in India e imparò a giocare a scacchi durante la prigionia.
Grazie a delpraub per questo interessante articolo e grazie anche a Paolo che sa sempre come far leva sulle emozioni… un carissimo saluto a entrambi!
Caro Roberto, la “storia” che mi suggerisci l’ho già scritta; è un misto di esperienze personali, ricordi, avventure ai limiti del credibile, incontri con personaggi “unici” e – forse non lo crederai – c’entrano in qualche modo anche gli scacchi, non tanto come “gioco” quanto come “oggetti”.
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La tengo nel cassetto da parecchio tempo, e forse non ne uscirà mai, ma l’ho fatta leggere a due dei miei figli i quali mi hanno suggerito… indovina un po’?… di farla pubblicare, ma a tale proposito tu, essendo Editore, sai quanto difficile sia.
Ti ringrazio comunque del suggerimento, che prendo come un complimento (il mio Ego non è mai sazio…
Un abbraccio
Paolo , difficile , ma non impossibile
tu stesso ne sei la prova .
Provaci
Per quanto riguarda le partite con scacchi viventi mi fu detto una volta che una delle loro caratteristiche era una rapida uscita dala scena dei cavalli
chissa perchè 😉
Caro Alfredo, sai quanto io tenga al tuo giudizio su quanto scrivo e mi passa per la testa. Considera, tuttavia, la “gelosia” che nutro nei riguardi di quanto mi è cresciuto dentro in oltre settant’anni di vita. Dovessi, un giorno, stampare tutto, aprirei a TUTTI una intera vita, cosa che mi spaventa non poco.
Posso tentare un esperimento: pubblicare su questo sito (formidabile!) l’incipit del faldone che custodisco, ed ascoltare gli eventuali giudizi. Poi, il resto è nel grembo di Giove…
Ti abbraccio
Paolo