Bartolomeo Forlico e la busta scarlatta

No, no, nessun riferimento con la quasi omonima opera (quella sì!) di Nathaniel Hawthorne (“The scarlet letter”, 1850), mi perdoni il grande romanziere statunitense. Qui solo un piccolo flash, quasi un sogno, un mio breve e incredibile sogno. Ma il secolo è lo stesso. Mi spiego.

La scorsa domenica Martin Eden ha lasciato fra le mie mani (un po’ emozionato e dicendomi: “veditela tu!”) una busta scarlatta. Conteneva una curiosa lettera di tipo pergamenato, come da una vita non si vedono più in giro. Provenienza: la mia stessa città. Vi si parlava di un mio presunto (?!) articolo dello scorso agosto su questo Blog. Che strano, però! Ormai SoloScacchi riceve esclusivamente posta elettronica, la carta chi la usa più?

La grafia era trasversale, ma sicura e scorrevole, evidente il solco largo di una vecchia stilografica. Fra la busta e la lettera erano rimasti, ritengo per probabile dimenticanza, alcuni frammenti di un ingiallito foglio di quaderno a righe, riportante dei calcoli algebrici, ed una mezza paginetta di una rivista con in alto a destra, segnato a matita blu, un nome poco leggibile (forse Gagliardi?).

In serata ho trascritto sul PC il contenuto di questa strana missiva. Ancor più strano: ero convintissimo di aver lasciato busta e lettera sopra il PC prima di prender sonno, ma la mattina dopo non ho trovato più nulla, eccetto quei frammenti e quella mezza pagina, che ho qui fotografato.

Resta soltanto questo, e le parole della lettera che ho trasferito su Word, a parte la testimonianza di Martin Eden, che potrà giurare che io non sono (ancora) un visionario.

Eccone il contenuto:

“Illustrissimo signor Direttore,

nell’articolo “Lungo il Tevere”, apparso su SoloScacchi dello scorso mese di agosto, il vostro signor Marramaquís, in poche righe dedicate al “Club degli Scacchi e del Remo”, ha saputo mettere insieme un sì gran numero di … inesattezze, che siamo costretti ricorrere alla di Lei gentilezza, onde pregarla di volerne rettificare almeno qualcuna.

Il Club degli Scacchi e del Remo è un circolo di amici, e di politica non si occupa; e non è esatto abbia un solo colore, basta scorrere l’albo dei soci per incontrarvi molti nomi di ufficiali, deputati e liberali di ogni gradazione. Tra essi ci sono anche valenti e noti giuocatori, come R.Sabbatini, Cleobulo Ro. e il B.Forlico, i quali tutti, presso il nostro giovane Circolo, solo di giuoco si occupano e non di questioni afferenti la cosa politica.

Il giuoco poi (e forse a motivo di ciò il Marramaquís cadde in biasimevole inganno) non è il solo passatempo del Circolo, essendovi molti soci che alle sessantaquattro caselle e al tappeto verde antepongono le bionde acque del Tevere e le azzurre del Mediterraneo, dove a volte si spingono in ardite spedizioni, non curandosi di vederle illustrate sui giornali.

Né comprendiamo come si possa dire meschina la vita di un giovane Circolo, che, forse unico in Italia, ha tre sedi: una in città, una che ora interamente si ricostruisce, ingrandendola, galleggiante sul Tevere, e una sulle rive del Lago di Castel Gandolfo; e tutto questo senza un soldo di debito!

Ringraziandola, signor Direttore, della cortese ospitalità, La salutiamo distintamente.

Pel Comitato Direttivo

Francesco del Drago

Roma, 12 settembre 1893”

“Agosto scorso”? “Inesattezze?” “Meschina”? “1893??” Oddio! Ho subito cercato su internet quei nomi o cognomi citati dall’estensore del testo, e spero di non averli trascritti male. Ne ho trovato soltanto uno con collegamenti scacchistici, il Bartolomeo Forlico. Penso che sia la stessa persona citata dal Chicco come “Forligo” nella sua “Storia degli scacchi in Italia” (“I primi tornei nazionali”, pagina 244).

Del Forlico o Forligo (1820-1897) parla un articolo di “Venezia Scacchi”, che qui riporto con molto piacere per intero, ringraziando gli amici veneziani.

“Bartolomeo Forlico

L’unica gara scacchistica importante in cui giocò Bartolomeo Forlico fu il 5° torneo nazionale, svoltosi a Roma nel marzo del 1886, dove giunse terzo con 8 su 12 ad un punto dal vincitore Fermo Zannoni e a mezzo punto dal secondo classificato Filippo Cantoni, precedendo Carlo Salvioli e Giacomo Zon arrivati a 6,5. Su di lui nel libro del torneo sta scritto:

“Il signor Forlico, l’antico campione di Venezia ora residente a Roma, per la prima volta in questa occasione, dopo quaranta e più anni che giuocava agli scacchi, si cimentò in una lotta d’impegno. Lo stile del suo giuoco è perfettamente quello del signor Zannoni; però un po’ più languido, ed anche un po’ meno corretto. Fu anch’egli assai fortunato, ma non si può toglierli in ogni caso il merito di aver combattuto strenuamente e di essersi guadagnato un premio.”

(N.Hawthorne 1804-1864)

E finalmente esco dal mio sogno (?!). Adesso come devo concludere (partita a parte)? Che se doveste per caso trovare in giro una strana busta scarlatta contenente una lettera di biasimo a me rivolta, ricordate di mandarcela o di consegnarcela, se potete. Ma immediatamente, per carità, prima che sparisca di nuovo e ricompaia esattamente nel…  2135!

Scritto da: Marramaquís (Qui gli altri suoi articoli)