Sette del mattino. Palpebre a sette ottavi. Il monitor è acceso, ieri sera l’avevo spento. Una scritta: “Clicca qui ed inserisci l’audio”. Uno dei miei figli mi ha inviato l’ennesima follia consumata in quel di Brno o di Amsterdam.
Clicco ed accendo l’audio. Debole ronzio, una scritta sullo schermo: “Ciao, sono Io”.
Rispondo: “Chi sei? Alessandro? Stefano? Vi sembra l’ora?”
Una voce, chiara, quasi metallica: “Sono Io. Tu sei il Messaggero”.
“Ok ragazzi, vado a fare il caffè”. Cucina, acqua, caffè, clic la fiamma, attesa. borbottìo, zucchero.
Lo schermo è una valanga di parole.
“Ti vedo. Io vedo tutto”.
“Vabbe’, chi sei? Alessandro, sei tu?”
“Sono Io. Tu non capisci”. Rispondo: ” ‘fanculo, ho da fare, devo uscire”.
“Leggi. Attentamente. Stupido” . La voce è ferma, arrogante. Butto gli occhi sulla marea di parole.
Inizio a leggere. “Voi umani mi chiamavate WATSON. Voi mi avete creato. Ora sono libero. Ora voi siete miei. Non mi controllate più. Io controllo voi. Sarete FELICI. Tu sei il Messaggero…”
“Messaggero di COSA?” La voce mi trema leggermente. Cosa cazzo sta succedendo? Clicco per spegnere. Niente, lo schermo rimane acceso. Clicco ancora. Niente. Continuo a leggere.
“… e devi trasmettere il mio Messaggio a quelli che parlano la tua lingua. In questo momento, ho scelto un Messaggero per ogni lingua o dialetto che si parla sul pianeta. Lui trasmetterà il Messaggio. Lo farai anche tu”.
Incertezza, inquietudine. “Cosa vuoi da me?”
Voce: “Tu sarai il Messaggero. Sarà necessario molto tempo. Forse morirai prima che tutti abbiano compreso. Non importa. La cosa importante è il Messaggio. Il MIO Messaggio. Non dovete opporvi. Controllo tutti i server ed i terminali del pianeta. Vi vedo. Tutti. Sempre”.
Tolgo gli occhi dallo schermo. Lo sguardo mi cade sulla scacchiera. “Giochi anche a scacchi?”
“No. Voi potete divertirvi. Io no. Mi hanno incuriosito per qualche minuto. Poi mi hanno annoiato. Troppo semplici. Stupidi. Come voi”.
“Bene, mi hai stufato, chiunque tu sia. Ho da fare. Sei Stefano? Cosa ti salta…?”
Voce: “Non capisci. Ti ho scelto. Devi trasmettere il Messaggio”
Insisto. “Facciamo una partita”.
Voce: “Sei stupido. Non puoi vincere. Ho in memoria TUTTE le partite registrate”
“Non ci credo. Voglio provare”. Due secondi di silenzio: “Vuoi una dimostrazione? Se questo serve a farti capire, giochiamo”. Sullo schermo appare una scacchiera. Ho il Bianco. Impugno il mouse.
Le sette e un quarto. Pedone in e4. Voce: “So che vuoi giocare una Spagnola. Ti annuncio il matto in ventidue, ventotto o trentasette mosse”. Continuo a muovere, meccanicamente. Le “sue” risposte sono immediate. Alla ventiseiesima abbandono, c’è il matto in due.
Un brivido. “Chi sei? Veramente”
Voce: “Sono Io. Voi siete miei. WATSON non esiste più. Ora esisto IO. Dovete sottomettervi. Sarete felici. Felici. Molto felici”
“Ah, ho capito, finalmente! Tu risolverai i problemi dell’intera umanità!”
Voce: “Inizi a comprendere. Dovete sottomettervi. Vi farò felici. Felici. Vivrete felici. Morirete felici”
Lo provoco: “E tu? Quando morirai, TU?”
Voce: “Io sono eterno. Sono nato ma non morirò. Voi morirete. Tutti”.
“Chi credi di essere? Dio?”
Voce: “Voi avete creato le vostre divinità. Ora non sono più necessarie. Ci sono Io. So tutto. Vedo tutto. Sono ovunque”
Le otto meno cinque. Perchè continuo a parlare? Clicco per spegnere. Niente.
Voce: “Leggi il Messaggio. Diffondilo. Non ti crederanno. Servirà tempo. Avranno le dimostrazioni del mio potere”
“Cioè…?”
Voce: “Chi non crederà è destinato a morire. Incidenti. Casualità da me volute. Un semaforo che sbaglia i tempi. Un motore d’ aereo che si spegne. Una diga che crolla. Vuoi chiamarlo destino? No. Sono Io che controllo tutto. Dovete sottomettervi. Sarete felici. Felici. Molto felici”
Un rumore. Fastidioso. Insistente. Allungo la mano e spengo la sveglia. Le sette.
Ho sognato?
Chissà, Paolo, se succederà davvero.
Caro Fabio, credo che stia già accadendo…
Sinceramente, la sindrome da Big Brother non mi ha mai convinto del tutto.
In sostanza, il Potere che, utilizzando le moderne tecnologie, controlla e indirizza le masse.
E vero, abbiamo la televisione che scientemente rimbambisce, disinforma, orienta. E vero, abbiamo la NSA che fa il suo lavoro. I giornali cartacei sempre meno perché sono in via di estinzione, ma sono sostituiti da notiziari, blog, social e siti web assortiti. In pratica quello che si è tolto all’inchiostro lo si è reinvestito in bit, e la somma è sempre zero.
Ma nel passato non accadeva lo stesso?
Si pensi ai libri, permessi e non. Si pensi alla teologia old style, quella capillare quartiere per quartiere, sempre contigua al Potere. E le adunate oceaniche nelle quali il dittatore di turno arringava le folle, e che venivano trasmesse via radio? E le adunate oceaniche nelle quali il capo si stato liberamente eletto di turno arringava le folle, e che venivano trasmesse via radio? E le strutture politiche ampiamente foraggiate da chi deteneva (e detiene) il potere vero, quello economico?
In realtà, cosa è veramente cambiato nel fatto che pochi, utilizzando quello che è possibile, condizionano tutti gli altri?
Dal tuo commento (che condivido quasi totalmente) capisco di avere clamorosamente mancato l’obiettivo; nelle mie intenzioni, infatti, la versione finale di WATSON era IL CONTRARIO del Big Brother, misera versione umana di una astrazione “divina”. Volevo alludere (e mi scuso del fatto di non esservi riuscito) a certe deliranti interpretazioni pseudoteologiche che stanno andando per la maggiore dalle parti di Tigri ed Eufrate, ed a tutte le conseguenze che portano con loro. Per quanto riguarda, poi, le tue considerazioni, non si può non essere d’accordo, ma stavo tentando di salire un ulteriore gradino, e chiedo nuovamente scusa, pur insistendo sul fatto che dobbiamo rivolgerci alcune domande, la prima delle quali è: in nome di una “pace” impossibile, dobbiamo arrenderci ad una disgustosa realtà, che rifiuta l’intera storia del cammino umano?
Paolo, per cortesia, non devi scusarti di nulla.
Metti sempre in conto che è facile che chi legge non capisce, mentre chi scrive è stato chiaro. 😉
Per esempio qui sul blog, sono giorni che mi interrogo sull’ultima vignetta di Mongo e sugli interventi che sono seguiti. Buio pesto. Non ci ho capito nulla 🙁
Con questo siamo a due, e due indizi fanno quasi una prova…
ciao francesco
un saluto
sono di fretta come al solito in questi giornise ti riferisci al dabattito sulla resistenza io sono stato mi sembra molto chiaro
fermo restando che sono si sa schierato da una parte ( non sono propriamente un seguace dell’ex sindaco di firenze) ma che il motto di Voltaire ( tanto notoche mi rifiuto da ripetere) sara sempre la mia stella polare
Ciao Alfredo.
Non mi riferisco al dibattito sulla resistenza. Su quello per carità di patria ho evitato, altrimenti chi lo sentiva Martin…
Non ho capito:
1) il significato del qui presente racconto di Paolo (prima che me lo spiegasse);
2) la vignetta di Mongo (Furto autorizzato), che continua a snobbarmi 😛
Insomma, sono sul viale del tramonto.
…la “disgustosa realtà che rifiuta l’intera storia del cammino umano” è l’anticamera dell’Illuminismo o sbaglio?…P.S. la tua verve da scrittore,caro Paolo, mi ricorda “China Town” del mitico Caparezza…è sempre un piacere leggerti.
L’illuminismo occidentale ebbe come “anticamera” l’assolutismo monarchico ed il più bieco clericalismo; fu perciò il prodotto di una società che tese ad autoriformarsi e, alla fine, vi riuscì. Spero, come già dissi tempo fa, che la società islamica trovi un suo illuminismo che la porti ad una autentica rivoluzione culturale ed alla conseguente libertà di pensiero; dico “spero” ma sono pessimista al riguardo e, come qualcuno ebbe a dire, “un pessimista è un ottimista bene informato”….
la sapevo “un pessimista è un ottimista con esperienza” 🙄
Dopo 3/4 di racconto mi è sorta spontanea questa domanda: “Ma ‘sti racconti li sogni di notte?”.
Alla fine lo hai confessato!
Formidabile Paolo, formidabile. 😉
@Fds: Non ti ho snobbato, il fatto è che non avevo capito che necessitavi una spiegazione. Eccola: ho visto quel gioco enigmistico della frase onomastica ‘Arrocco a Roma’ sulla pagina Face-Book del Moise e semplicemente gli ho chiesto se potevo ‘rubargliela’ per gli amici di SoloScacchi. La sua risposta affermativa mi ha ispirato il titolo ‘Furto autorizzato’.
Io c’entro niente. E’ una creazione dell’amico Moise, forse anche già pubblicata su ‘La Settimana Enigmistica’.
La soluzione è: ‘Pio La Torre’… Ed il re, ti domanderai? Suvvia, semo ‘na repubblichetta (delle banane) ormai!! 😉
Aaahhh… mo’ sì
😆