Philip Stuart Milner-Barry

Scritto da:  | 22 Luglio 2015 | 5 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri
Stuart Milner Barry 4
Il 20 settembre 1906 nasceva a Hendon, oggi un sobborgo nella parte settentrionale della Great London, Philip Stuart Milner-Barry. Era il secondogenito della famiglia dell’insegnante Edward Leopold, sposato con Edith Mary, che gli darà in seguito altri quattro figli.
Stuart Milner Barry 1Il giovane Stuart (questo è il nome col quale viene ricordato comunemente) studiò presso il collegio di Cheltenham e vinse una borsa di studio per compiere gli studi universitari al Trinity di Cambridge. Aveva appreso gli scacchi in famiglia, giocando col padre e con i fratelli, e la morte del padre, avvenuta nel 1917, non aveva comunque chiuso il suo interesse per il gioco, tanto che quando arrivò a Cambridge la sua fama lo aveva preceduto, visto che aveva vinto il Campionato Britannico juniores (si trattava della prima edizione della manifestazione) del 1923.
Frequentò, laureandosi con lode, la facoltà di “Studi Classici e Scienze Morali” – corrispondente al nostro “Lettere e Filosofia” – e fece parte più volte della squadra di scacchi dell’ateneo, stringendo amicizia quasi fraterna con un altro componente della squadra, Alexander, di tre anni più giovane. I due ebbero quindi l’occasione di migliorarsi a vicenda, dilettandosi anche di comporre “stranezze” scacchistiche.
A ventitre anni, con la laurea in tasca, Stuart trovò facilmente impiego come agente di borsa, una professione nei confronti della quale non nascose mai la sua avversione, pur conservandola fino al 1938.
Il suo debutto scacchistico a livello internazionale avvenne nel 1932, al torneo di Londra vinto dal campione mondiale Alekhine, che stava vivendo il suo periodo d’oro. Il ventiseienne Stuart chiuse con un 3 1/2 su 11 (10°) alle spalle di un agguerrito campo di concorrenti che, oltre all’imbattuto vincitore, includeva anche Flohr, Kashdan, Sultan Khan, Maròczy e Tartakower. Mise in luce, tuttavia, uno stile vivace ed aggressivo, e fu forse a causa di questo suo temperamento che gettò qualche punto alle ortiche, pattando tuttavia con Maròczy e battendo Tartakower.
Al torneo di Hastings del 1933-34 Milner-Barry fu ultimo, mentre l’amico Alexander fu quinto, primo della pattuglia di giocatori britannici che includeva anche la campionessa mondiale Vera Menchik. Identico risultato l’anno successivo nella stessa manifestazione, mentre gli andò un po’ meglio a Margate qualche mese dopo: ottavo con 3 1/2 su 9, strappando tuttavia una patta al vincitore Reshewsky.
Stuart Milner Barry 6
Stuart Milner-Barry ricomparve al torneo di Margate del 1937, ed il suo piazzamento fu un non disprezzabile quinto posto (5 su 9) alle spalle di alcuni grossi calibri (Fine, Keres, Alekhine e Foltys), pattando con Keres e battendo l’amico Alexander classificatosi sesto. Buono anche il suo risultato nel ’38 nella stessa località balneare: 4° (5 su 9), battuto solo dal vincitore Alekhine e da Petrov e pattando col secondo classificato Spielmann. A fine anno, ad Hastings, fu quinto (4 1/2 su 9) e nel ’39, a Margate, conseguì lo stesso risultato, mettendo tuttavia in mostra una solidità di gioco per lui insolita; venne battuto una sola volta (Najdorf) e pattò con i primi quattro classificati, nell’ordine Keres, Capablanca, Flohr e sir Thomas.
Due anni prima, all’Olimpiade di Stoccolma, Milner-Barry era stato schierato in terza scacchiera dalla squadra britannica, e la stessa scacchiera gli venne assegnata in occasione dell’Olimpiade di Buenos Aires, dalla quale la squadra britannica si ritirò a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. In quel momento la prestazione di Milner-Barry era decisamente buona, con 4 su 5.
CHOD Alexander 5
Tornato in patria, Philip Stuart Milner-Barry venne reclutato da Gordon Welchman, suo ex collega al Trinity di Cambridge. Churchill aveva avuto l’ispirazione di costituire un gruppo di “cervelli” al fine di riuscire a decifrare i codici bellici tedeschi, affidando il tutto al brillante matematico Turing, il quale riunì a Bletchley un insieme di scacchisti, bridgisti, matematici, enigmisti dai quali si attendeva idee originali, mentre si dedicava alla creazione dell’antenato degli odierni computer.
Milner-Barry, grazie anche alla sua profonda conoscenza della lingua tedesca, venne aggregato alla Baracca Sei, diretta appunto da Welchman, ed anche due suoi colleghi scacchisti, l’amico Alexander e Harry Golombek, giunsero a Bletchley per unirsi alla squadra di decifratori. Mezzo secolo dopo, Milner-Barry dichiarò: “Non riuscivo a capire come la macchina (Enigma) funzionasse” ma ebbe tuttavia l’intuizione di comprendere che i codici si basavano su “culle” precostituite, e sulla base di tale intuizione venne immediatamente istituita una “Crib Room” (“Stanza delle Culle”;).
Siamo nell’autunno del ’40. La Baracca Sei si occupa della decifrazione dei codici di Esercito e Aviazione tedeschi, mentre alla Baracca Otto si lavora sui codici della Marina nemica. E’ entrata in funzione la “Bomba” ideata da Turing, un gigantesco complesso elettromeccanico che abbrevia i calcoli matematici necessari per raggiungere lo scopo, ma i soldi incominciano a scarseggiare e, saltando la burocratica catena di comando, Turing, Welchman, Alexander e Milner-Barry decidono di chiedere udienza direttamente a Winston Churchill, stendendo uno scritto nel quale denunciano le loro difficoltà. Ci vuole tempo, ma il 21 ottobre del 1941 Milner-Barry si presenta al numero 10 di Downing Street presentando il documento al Primo Ministro il quale, perfettamente consapevole dell’importanza della ricerca in corso, ordina con effetto immediato di fornire a Bletchley “tutto ciò di cui hanno bisogno con priorità assoluta”. Nel giro di un mese i soldi arrivano.
Milner-Barry si rivela un eccellente leader e nel 1943, trasferitosi Welchman ad un altro prestigioso incarico, assume la direzione della Baracca Sei, con 450 persone ai suoi ordini, incarico che ricoprirà fino alla fine della guerra. La storia ufficiale ricorda, come doti di Milner-Barry, i suoi “talenti amministrativi e diplomatici”, che gli frutteranno alcune decorazioni immediatamente dopo la fine del conflitto.
CHOD Alexander 9
Nel 1945 Philip Stuart Milner-Barry entra al Ministero del Tesoro, come funzionario di alto livello. Due anni dopo si sposa con Thelma Tennant Wells, che gli darà un figlio e due figlie e, sempre nel ’47, diverrà assistente del ministro, per poi, sette anni dopo, ricoprire la carica di vice-ministro. A parte un paio d’anni di incarichi presso il Ministero della Salute, Milner-Barry verrà pensionato nel 1966 dal Ministero del Tesoro (60 anni di età), ma fu invitato ad assumere l’incarico di “cerimoniere” del sistema di attribuzione delle onorificenze della Gran Bretagna, raccomandando il cavalierato che verrà attribuito a Woodehouse e Coward. A 71 anni, infine, si ritirerà a vita privata abbandonando ogni pubblico incarico.
E gli scacchi? Nel 1952, passata la tempesta, farà parte ancora una volta della squadra britannica all’Olimpiade di Helsinki (terza scacchiera) e, nel 1956, in quarta scacchiera, sarà presente all’Olimpiade di Mosca. Da tempo aveva abbandonato l’incarico di columnist scacchistico (da lui tenuto dal ’38 al ’45) del The Times, venendo sostituito dal “collega” Golombek, e la sua permanenza nella capitale sovietica venne guardata con una certa apprensione dalle alte sfere del governo, che già avevano negato il viaggio ad Alexander, in quanto depositario di segreti relativi alla decodificazione.
Nel 1953 Milner-Barry aveva ottenuto un secondo posto (dopo Yanofsky) al Campionato Britannico, con un onorevole 8 su 11, e diverrà presidente della Federazione britannica dal 1970 al 1973. Fino al ’78 parteciperà ai campionati nazionali ed a tornei di circolo o di contea fino agli ottant’anni di età. Quando il suo fraterno amico Alexander scomparirà prematuramente, scriverà un commosso omaggio alla sua memoria.
Stuart Milner Barry 5
Morirà il 25 marzo 1995, ed in uno dei tanti necrologi (The Independent”;) si potrà leggere: “Il suo stile aggressivo (era) giunto quasi alla perfezione grazie ad una serie di partite ‘serie ed amichevoli’ col suo vecchio rivale Hugh Alexander”  e nel ’72 Koltanowski aveva scritto di lui: “Il suo stile era molto gradito agli spettatori poichè era sempre alla ricerca di continuazioni pericolose”.
Lasciò alla teoria scacchistica alcune varianti di apertura che, pur considerate “inferiori”, erano tuttavia ispirate al suo stile di gioco.
La partita che segue illustra abbastanza chiaramente il suo stile da dilettante puro.

NPG x171614; Sir (Philip) Stuart Milner-Barry by Bassano
avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


5 Commenti a Philip Stuart Milner-Barry

  1. avatar
    Giancarlo Castiglioni 23 Luglio 2015 at 00:06

    La partita non mi aveva convinto e non volendo fare troppa fatica ho provato a rivederla con il mio programma.
    Il verdetto è che la combinazione è sbagliata.
    Dopo 24 Dh5 invece di 24…Af8? il nero vinceva catturando semplicemente il pezzo sacrificato con 24 …fxe5 e l’attacco del bianco non va da nessuna parte.
    Il bianco invece di 24 Dh5? doveva giocare 24 Ac7 con minimo vantaggio.
    Non bisogna essere troppo severi nel giudicare il livello di gioco di allora.
    Rispetto ad oggi anche i professionisti giocavano poco con avversari validi e non avevano data base e raccolte partite.
    A proposito di Snosko Borovski un anneddoto raccontato da Canal già noto in una versione leggermente diversa, ma questa è più divertente.
    A metà degli anni ’20 nel periodo in cui Capablanca sembrava imbattibile, Snosko Borovski scrisse un libretto intitolato “Gli errori di Capablanca”.
    Capablanca si arrabbiò moltissimo e per vendicarsi andava in giro dicendo che intendeva scrivere un libro “Buone mosse di Snosko Borovski”, ma che non ci riusciva per mancanza di materiale.

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      paolo bagnoli 23 Luglio 2015 at 21:35

      Caro Giancarlo, l’aneddoto su Snosko-Borovski è ben noto, e la partita che ho voluto riportare è sicuramente un esempio di “scorrettezza” di analisi, ma Milner-Barry non era certamente un fulmine di guerra, anche se abbastanza spericolato e fantasioso. Quello che mi interessava evidenziare era il personaggio (come sempre), personaggio sicuramente interessante, almeno secondo i miei personali canoni. Così sarà anche per Aitken.
      P.S. Probabilmente sono influenzato dal mio periodo di soggiorno in Gran Bretagna (avevo una ventina d’anni, chiedo scusa)…..

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    Enrico Cecchelli 23 Luglio 2015 at 00:10

    BrAvo Paolo ma ormai i complimenti sono scontati e sottintesi per ogni tua fatica.

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    Mongo 14 Agosto 2015 at 11:07

    @paolo bagnoli: ma l’attacco Barry lo si deve a questo ‘Carneade’?
    Rivedendo la partita, con la certezza che il nero non ero io, mi pare assurdo che non abbia giocato 24…., fxe5;. Chissà cosa aveva visto?
    P.S.: Onde evitare equivoci, il termine ‘Carneade’ da me utilizzato sta a significare esclusivamente il manzoniano ‘poco conosciuto’. 😉

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    alfredo 21 Agosto 2015 at 08:10

    Nel film ” the imitation game” dedicato a a Alan Turing ocupa un posto di un certo rilievo CHOD Alexander , un bel giovane brillante , l’unico ( nel film) a ” tener testa” a Alan Turing
    Del gruppo delle giovani menti della “baracca” non sono riuscito a capire chi possa esssere Milner Barry .
    Di Milner Barry è noto anche il ” gambetto” della francese , a mio parere di dubbia correttezza .
    La cosa veramente triste è la persecuzione a cui andò incontro Turing per la sua omosessualità ( in pratica fu indotto al suicidio ) mentre gi altri suoi collaboratori ( nessuno dei quali poteva essere miniamente paragonato a questo gigante della scienza del 900 ) ebbere tutti poi onori e riconoscimenti .

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