i Maestri di Milano: Luciano Lilloni

Scritto da:  | 17 Aprile 2015 | 10 Commenti | Categoria: C'era una volta, Italiani, Personaggi

 La Famiglia Lilloni

Il Maestro Luciano Lilloni (1929-2000) era un personaggio notevole anche al di fuori degli scacchi; lo ho conosciuto verso la fine degli anni ’60 quando veniva la sera in Scacchistica per trovare collaborazione nell’analisi delle sue partite per corrispondenza.

Suo partner abituale era il Maestro Bonfioli ed io non mancavo l’occasione prima per assistere e poi per anche per intervenire nelle analisi; partendo dagli scacchi spesso si divagava su altri argomenti, con lui era piacevole ed interessante conversare.

L’aspetto fisico era imponente, alto, massiccio, abbastanza sovrappeso, capelli neri folti arruffati, il volto nascosto dietro barba, baffi e spessi occhiali da forte miopia; ho recuperato una fotografia della famiglia nel 1930 e la sua somiglianza col padre è evidente, stessa faccia larga, fisico imponente, spessi occhiali.

Si muoveva lentamente, un po’ impacciato, guardava tutti dall’alto in basso, per forza data l’altezza, era sempre estremamente gentile con tutti, come volesse mettere a suo agio l’interlocutore e fosse preoccupato di spaventarlo con la sua mole; mi ricordava l’elefante in un negozio di cristallerie.

Sapevo che era figlio del famoso pittore Umberto Lilloni e che faceva il notaio a Milano; da Wikipedia ho scoperto che era appassionato di Egittologia e che nel 1988 pubblicò un libro di filosofia del diritto “Per l’avvento di una nuova logica giuridica”.

Non credo fosse sposato e avesse figli, date le sue molteplici attività non ne avrebbe avuto il tempo.

Una volta in Scacchistica mi raccontò che stava scrivendo un romanzo, che non lo considerava un passatempo, ma aveva l’ambizione di scrivere un’opera impegnativa da pubblicare e che non era facile dare un carattere definito ad ognuno dei personaggi, perché si poteva cadere nel difetto di ripetere in ognuno la propria personalità.

Io ero piuttosto scettico, pensavo che non avrebbe mai ritenuto il libro adeguato al livello di qualità che voleva raggiungere e che non lo avrebbe mai finito; invece ho scoperto che nel 1996 ha pubblicato il libro “I dialoghi del castello d’Aten” con una seconda edizione nel 2009.

La biblioteca di Luciano Lilloni 3Pensavo che il libro fosse introvabile e quando ho scoperto che su Amazon era disponibile una copia non ho resistito alla tentazione di comprarla, anche se ero già sicuro che non sarei mai riuscito a leggerlo; infatti ho letto solo una ventina di pagine all’inizio e qualche altra qua e là, ma lo ho trovato curioso e interessante, non mi sono pentito dell’acquisto.

Il libro è impostato come una sceneggiatura teatrale, diviso in atti e scene, il castello d’Aten è la reggia del faraone Ekhathon a Tell El Amarna nel XIII secolo avanti cristo e i dialoghi sono principalmente tra Oscuro, personaggio moderno chiaramente alter ego di Lilloni, ed il fantasma del Faraone.

Intervengono molti altri personaggi: la regina Nefertiti moglie di Ekhathon, le figlie di Ekhathon e Nefertiti, personaggi biblici come Mosè, Gesù, Ponzio Pilato, Paolo di Tarso, figure leggendarie come Omero e storiche come Publio Quintilio Varo.

Quindi è una specie di Divina Commedia con Lilloni come Dante che visita il regno egizio dei morti, li intervista e discute con loro sugli argomenti più vari, ma principalmente di filosofia, cosa che non è nei miei interessi.

Nell’introduzione il curatore dell’edizione afferma che la storia egizia è trattata con grande accuratezza scientifica, cogliendo le numerose discrepanze tra risultanze di testi e di reperti con le interpretazioni ufficiali date da storici anche di grande fama e mettendo in evidenza alcune inesattezze e imprecisioni. Non ne dubito, ma ovviamente non sono in grado di esprimere un giudizio.

Quindi alla fine credo di non essermi sbagliato: il romanzo che aveva in mente all’inizio si è trasformato strada facendo in un misto tra zibaldone e trattato.

Dal libro ho scoperto che Lilloni era massone e che era molto attivo anche su questo fronte.

Altri interessi di Lilloni erano la radioestesia con il pendolino e l’astrologia che praticava con molta fiducia e molto impegno.

In quegli anni pubblicò un lungo articolo sull’Italia Scacchistica con i risultati del suo esame al pendolino dei migliori giocatori di scacchi contemporanei e del passato, in cui tra l’altro indicava il QI dei vari giocatori (e qui farò arrabbiare qualche lettore).

Ovviamente il più alto era Fischer.

Io non ho fiducia in fenomeni paranormali, ma credo sia doveroso studiarli seriamente e sono aperto a qualsiasi conclusione, così mi accordai con lui: gli avrei mandato una lettera con mia data ed ora di nascita e lui mi avrebbe risposto con i risultati del suo esame.

La risposta mi sorprese e mi impressionò; aveva descritto in modo molto preciso la mia personalità.

i Maestri di Milano 4

Tuttavia più che l’oroscopo poteva aver influito la conoscenza diretta, anche se non certo approfondita, si limitava a qualche sera di analisi di partite in Scacchistica.

Poi Lilloni era anche grafologo e anche se non è sperimentalmente provato, mi è più facile accettare che si possa conoscere una personalità dalla scrittura piuttosto che dall’oroscopo.

Così con mio cugino Enrico, che non conosceva Lilloni personalmente, decidemmo di ripetere l’esperimento, inviandogli una lettera scritta a macchina senza firma, con la sola data ed ora di nascita.

Lilloni si lamentò che così era più difficile, ma non si tirò indietro e rispose egualmente.

Il quadro era più sfumato del mio, ma ugualmente centrato; in particolare ci impressionò l’indicazione che Enrico era in buona salute, ma predisposto alle malattie cardiache.

In effetti non ha mai avuto problemi cardiaci, ma li aveva suo nonno ed il padre è morto di infarto a 56 anni.

Tornando all’argomento principale, non ho mai visto Lilloni giocare una partita a scacchi.

Diventò maestro nel Campionato Italiano 1952 a Ferrara e vinse il Campionato Italiano a Squadre del 1961 a Cremona con la Scacchistica Milanese, formazione Rubinstein, Ferruccio Castiglioni, Lilloni, Contedini, Ferrantes.

Per corrispondenza vinse l’ XI° e il XII° Campionato Italiano ASIGC nel 1959 e 1960 poi passò ai tornei internazionali per corrispondenza quando lo conobbi partecipava al Campionato Mondiale.

Credo fosse stato Cappello a raccontarmi che verso la metà degli anni ’60 Lilloni era stato due anni senza perdere una partita a tavolino, perché negli incontri appena impegnativi proponeva patta prima della ventesima mossa. Andò avanti fino a quando in un torneo sulla Costa Azzurra, un suo avversario rifiutò la patta e vinse la partita; la reazione di Lilloni fu una sbornia colossale la sera stessa.

Probabilmente non reggeva più la tensione della partita e abbandonò del tutto il gioco a tavolino continuando solo l’attività per corrispondenza.

Tra le sue poche partite che conosco ho scelto quella del Campionato Italiano di Ferrara nel 1952 probabilmente l’incontro tra il più giovane e il più vecchio, Lilloni 23 anni e Luciano Matteucci 68 anni.

1.c4 e5 2.Cc3 Cf6 3.Cf3 d6 4.g3 Ae6 5.b3 Cc6 6.Ag2 Dc8 7.h3 g6 8.Ab2 Ag7 9.d4 exd4 10.Cb5 a6 11.Cbxd4 Ad7 12.Dc1 Ce7 13.Cc2 O-O 14.Ce3 Tb8 15.h4 Cf5 16.Cd5 Cxd5 17.Axg7 Cxg7 18.cxd5 c5 19.h5

Posizione dopo 19.h5

Posizione dopo 19.h5

sacrificio di pedone nel tentativo di prendere energicamente l’iniziativa 19 dxc6ep e 19 Df4 sono date come superiori dal mio PC, ma proseguendo nell’analisi si scopre che non danno vantaggio. Continuando banalmente con 19 0-0 la partita è in parità.

19…gxh5

probabilmente con l’idea di avere un punto d’appoggio per l’alfiere in g4; più naturale e forte 19…Cxh5; a cui poteva seguire 20 Txh5 con il perpetuo assicurato, ma sembrerebbe niente di più, oppure con 20 Dh6 f6; 21 Cd2 Dc7; 22 Af3 Ae8; con compenso per il pedone sacrificato.

20.Df4 Dc7 21.Df6 Ag4 22.Cg5 Dd8 23.Dh6 Af5 24.g4 f6 25.Ce6 Axe6

Posizione dopo 25...Axe6

Posizione dopo 25…Axe6

era più sicura 25…Cxe6; 26 gxf5 Cg7; con equilibrio.

26.dxe6 De8?

Posizione dopo 28...De8?

Posizione dopo 26…De8?

Così si perde subito; era necessaria 26…Da5+; 27 Rf1 Dc3; 28 Tc1 Dd4; 29 Th3 f5; 30 Td3 e il bianco è in vantaggio. Anche 26…f5; era meglio della mossa giocata, ma con 27 Ad5 De7; 28 g5 Tbe8; 29 g4 il bianco è in posizione vincente.

27.Ae4 f5 28.gxf5 Txf5 29.Axf5 Cxf5 30.Tg1+ 1-0

Una buona partita, senza essere niente di eccezionale.

i Maestri di Milano 7

Per conformarmi alla doppia natura di Lilloni giocatore a tavolino e per corrispondenza, mostrerò anche una seconda partita, che ritengo di valore ben maggiore.

Horst Handel – Luciano Lilloni, 0-1
Corrispondenza 1970

La partita dei due cavalli che ho giocato sia col bianco che col nero, quindi coglierò l’occasione di un ripasso teorico.

1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ac4 Cf6 4.Cg5

La linea principale, credo sia per il bianco sia la migliore possibilità di cercare un vantaggio in apertura. Con 4 d4 …; si rischia di giocare tutte mosse teoriche e finire in posizione pari.

4…d5

Può lasciare perplessi il contrattacco Traxel 4…Ac5; con complicazioni selvagge, ma è perfettamente giocabile e anzi pericolosissimo. La cosa più saggia per il bianco è accontentarsi di prendere un pedone con 5 Axf7+ e tornare subito indietro con 6 Ad5 ma non deve illudersi di star meglio.

5.exd5 Ca5

Posizione dopo 5...Ca5

Posizione dopo 5…Ca5

Tutti sanno che la naturale 5…Cxd5; è sbagliata per il fegatello, 6 Cxf7 ma non è tutto così semplice; anche se è stata giocata recentemente tra due grandi maestri, ritengo che questa mossa a livello magistrale sia improponibile.

6.Ab5+ c6 7.dxc6 bxc6 8.Ae2 h6 9.Cf3

la linea principale, Fischer ha giocato 9…Ch3 che per le prossime mosse lascia il nero nel dubbio se valga la pena o no di dare l’alfiere bianco per prendere in h3.

9…e4 10.Ce5 Ad6 11.f4 exf3

Posizione dopo 11...exf3 e.p.

Posizione dopo 11…exf3 e.p.

Estrin, massima autorità in materia di due cavalli, sostiene che il nero per sfruttare il suo vantaggio di sviluppo deve aprire la posizione il più possibile, quindi deve prendere en passant sia su 11 f4 che su 11 d4.

12.Cxf3 O-O

la migliore; il nero deve completare lo sviluppo prima di iniziare l’attacco.

13.O-O c5

Posizione dopo 13...c5

Posizione dopo 13…c5

la migliore; libera la diagonale b7-g2, libera la casa c6 per il cavallo a5 e soprattutto apre ulteriormente la posizione in caso di d4. Una mossa importante in queste posizioni, il nero deve farla se ne ha la possibilità.

14.d4

così si apre di più la posizione, quello che il nero voleva; ma anche dopo 14 Cc3 Cc6; o 14 …Ab7; i problemi del bianco rimangono.

14…cxd4 15.Dxd4 De7 16.Dd3

Posizione dopo 16.Dd3

Posizione dopo 16.Dd3

era forse meglio 16 Dd2 Cg4; 17 Ad3 Cc6; 18 Cc3 Cce5; ma con tutti i pezzi neri che stanno arrivando verso l’arrocco, le prospettive del bianco non sono incoraggianti e credo che l’esito della partita non sarebbe cambiato. Dopo questa mossa la sorta del bianco e segnata e giocando per corrispondenza, vincere la partita è relativamente facile.

16…Cg4 17.h3 Ac5+ 18.Cd4 Td8 19.c3 Cc6 20.Rh1 Cxd4 21.cxd4 Txd4 22.Dc2

Posizione dopo 22.Dc2

Posizione dopo 22.Dc2

dopo 22 Df3 si può fare un po’ di spettacolo: 22…Ab7; 23 Dxf7 Dxf7; 24 Txf7 Te8; 25 Ad2 Rxf7; (se 25 Txd7? Td1+; e matto alla prossima) 26 Axg4 Txg4; 27 hxg4 Te2; e vince.

22…De5 23.Axg4 Axg4 24.Ae3 Dxe3 25.Dxc5 Axh3

Posizione dopo 25...Axh3

Posizione dopo 25…Axh3

lo spettacolo continua, catturando si prende matto in 3 mosse.

26.Dh5 Axg2+ 27.Rxg2 g6

27...g6 e il Bianco abbandona

27…g6 e il Bianco abbandona

L’unica possibilità per continuare era 28 Df3 Dg5+; 29 Rf2 Dh4+; 30 Rg1 Tg4+; 31 Dg2 Te8; e matto in poche mosse.

0-1

Probabilmente una parte del merito va al Maestro Bonfioli che come detto analizzava spesso le partite per corrispondenza insieme a Lilloni.

Trovo la partita molto bella, di grande interesse teorico.

Più che le combinazioni finali ho apprezzato il fatto che Lilloni abbia giocato tutte le mosse migliori consigliate da Estrin nel suo libro “La partita dei due cavalli”, ma lo ha fatto 10 anni prima della pubblicazione del libro.

Estrin conosceva sicuramente questa partita, giocata nel mondiale per corrispondenza, ma non la cita nel suo libro.

La biblioteca di Luciano Lilloni 1La biblioteca di Luciano Lilloni 2Il lascito della biblioteca scacchistica di Luciano Lilloni conservato a Laveno Mombello

avatar Scritto da: Giancarlo Castiglioni (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a i Maestri di Milano: Luciano Lilloni

  1. avatar
    alfredo 17 Aprile 2015 at 08:53

    si’ lo ricordo anch’io .
    ricordo anche molto bene il suo articolo sull’astrologia ( non faccio commenti in genere . diro’ solo che aderisco al CICAP)
    ricordo di avere preso qualche caffè con lui
    aveva lo studio sopra la stazione Nord di Milano che io utililizzavo ogni giorno per andare all’università
    mi hanno commosso le foto della sua lbreria scacchistica
    vedo che utilizzava sistemare i libri in ordine alfabetico ( evans – fine – fischer)
    ai tempi gli scacchi per corrispondenza erano una cosa veramente seria
    ricordo giocatore sconosciuti a tavolino mamolto forti ” per cartolina”

    • avatar
      DURRENMATT 17 Aprile 2015 at 19:58

      … Aldo Savoldello e Picozzi nell’organigramma del CICAP…corrisponde al vero? 😉

  2. avatar
    Enrico Cecchelli 17 Aprile 2015 at 09:46

    Bellissimo ricordo, complimenti! Ricordo una sua presentazione di Tatai su Tuttoscacchi numero 12 . Per corrispondenza conquisto’ la prima norma di maestro internazionale a testimonianza del livello di gioco raggiunto in tale disciplina.

  3. avatar
    Jacar 18 Aprile 2015 at 21:23

    Bellissimo! Complimenti enormi, signor Castiglioni.

  4. avatar
    afredo 19 Aprile 2015 at 09:20

    Caro Enrico
    ho sottomano i 1 numeri di soloscacchi rilegat
    Nel 12 fascicolo cè unapresentazione di Llloni ma Tatainon centra nulla .
    Penssi debba ascrivere a chi teneva la rubrica dell’ AIGC vero Floro Roselli
    Vi sono due partite piutosto nteressanti .
    Ho anche l’articolo sull’oogiapplicata agli scacchi
    Potrei fare una scansione e inviarla agli amici di Solocacchi per far ancora meglio capire la complessa personalità di Lilloni
    Una volta mi disse che anche Camgli era appassionato al gioco .
    All’inizio degli ani 70 la caaa del padre pittore fu svaligiao e fono portate ie numerosi quadri di valore

    • avatar
      Enrico Cecchelli 19 Aprile 2015 at 11:14

      Si è vero Alfredo! Il mio errore deriva dall’associare quella splendida rivista al nome del suo fondatore senza tenere in considerazione i collaboratori ( me ne scuso anche con loro!)

      • avatar
        alfredo 20 Aprile 2015 at 08:19

        ciao Enrico
        i miei errori / orrori sono dovati al fatto che essendo un primitivo non mi abituiro’ mai a scrivere dal cellulare .
        Il post di Icilio Zoppas e il tuo mi fanno venire in mente tuttoscacchi che conservo rilegata e che considero la piu’ bella rivista di scacchi mai uscita in Italia ( beh l’IS era una istituzione e T e C non si mete in discussione)
        I fondatori direttori erano pero’ i due Primavera anche se il maggior contributore fu Tatai anche se si possono trovare reportages e commenti bellisimi del GM Kavalek allora uno dei migliori giocatori al mondo .
        Liloni era veramente un personaggio poliedrico . Lo avevo conosciuto alla SSM e mi disse dove aveva lo studio . Quando dovevo prendere il treno citofonavo e se non era impegnato i qualche rogito scendeva e prendevamo un caffè
        Mi stupiva il suo aggiornamento costante sulle aperture .
        Avevo letto il suo articolo su scacchi e astrologia ma non toccai mai l’argomento .

  5. avatar
    Icilio Zoppas 19 Aprile 2015 at 16:58

    Pur senza mai averlo conosciuto, ma avendo invece letto alcuni suoi scritti, la personalità di Lilloni aveva colpito anche me.

    Per es. nel nr. di Tuttoscacchi su citato, commentando una sua mossa “timida” in una partita per corrispondenza di quegli anni, scriveva testualmente:

    “Trattando posizionalmente questa Siciliana, il Bianco dimostra il buon senso del brav’uomo che corteggiasse con delicatezza una malafemmina o una ragazza troppo inibita, senza pensare che, per farle cadere, l’unica è prenderle d’assalto.”

    In fatto di libertà di linguaggio e di accostamenti spregiudicati (scacchi-“rapporti umani”;) probabilmente precorreva i tempi (negli anni ’70 prevalevano l’impegno politico, il femminismo, …, gli atteggiamenti più “disinibiti” della Milano da bere erano di là da venire).

  6. avatar
    Martin 26 Aprile 2015 at 20:20

    Trovo stupenda questa serie di ritratti e, davvero, vorrei non avesse mai fine…

  7. avatar
    Yanez 28 Aprile 2015 at 00:41

    Il mitico mercato di piazza Napoli! al suo posto ora purtroppo c’è un Bingo…

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