Biato a chi la vence

Scritto da:  | 20 Ottobre 2017 | 8 Commenti | Categoria: Aperture, C'era una volta, Italiani, Partite commentate, Personaggi

ovvero: il geniale Gambetto Muzio

Il Gambetto Muzio, una della linee più perfide, taglienti, ardite, incredibili e mozzafiato dell’intera teoria delle aperture! Nella miglior tradizione dell’antica Scuola Italiana (ripresa poi e approfondita dal movimento Romantico, nel XIX secolo), il Bianco offre temerariamente un pezzo pur sviluppare il suo attacco contro il Re nemico. Il nome di Gambetto Muzio è in realtà una vera e propria “stortura” storica che non rende giustizia al vero autore di questo ardito gambitto che fu il fortissimo giocatore siciliano Geronimo Cascio. Questo semi sconosciuto giocatore del XV secolo fu definito dal Carrera “giovane virtuoso ed amante del vero” e dal Salvio “giovane di bellissimo ingegno e giocatore di molta portata”. Nelle sue sfide Cascio giocò nel 1606 proprio contro il Salvio, a Napoli, ma ne uscì sconfitto. Nel 1610 però sconfisse il Polerio e nel 1620 il Marano.
Considerato “giuocatore di primissima classe” da Serafino Dubois, Cascio aveva uno stile brillante ed ardito, ricco di ingegnosi sacrifici e di spavaldi attacchi. Muzio invece, era un giocatore molto più debole ma nel suo trattato sugli Scacchi scrisse che in una partita Cascio gli giocò questa spettacolare apertura che in seguito fu sempre chiamata col nome del suo divulgatore e non del suo autore!
Per gli amanti delle “chicche” storiche, ecco la partita in questione:

1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Cf3 g5 4.Ac4 g4

Posizione dopo 4…g4

il Bianco sacrifica subito un pezzo con 5.O-O!? dando inizio ad una partita estremamente tesa e ricca di possibilità tattiche per entrambi i giocatori. Il Gambetto Muzio è, secondo me, quella che interpreta al meglio quello che è lo spirito del Gambetto di Re, ossia attacco combinato in verticale e in diagonale sul punto f7, anche a prezzo di onerosi sacrifici di materiale. E’ curioso leggere su molti manuali che il Gambetto Muzio è stato uno dei primi a cedere sotto l’urto della moderna teoria. In realtà il Muzio non ha ceduto per niente e “l’urto della moderna teoria” l’ha al massimo circoscritto, come si vedrà!

5.0-0 gxf3 6.Dxf3 Df6 7.e5!

Posizione dopo 7.e5!

Nella più genuina tradizione romantica! I pedoni centrali erano allora considerati un fastidioso intralcio per l’attività dei pezzi e venivano così abbandonati, come zavorra nel mare.

7…Dxe5 8.Axf7+!

Il Doppio Gambetto Muzio… Che spudorata temerarietà in questa mossa! Non bastavano un pezzo e pedone, adesso il Bianco sacrifica un altro pezzo! … E non si sono giocate neanche dieci mosse!

9…Dxd4+ 10.Ae3!

Posizione dopo 10.Ae3!

Il Pf4 è inchiodato, così il Bianco incrementa ulteriormente il suo vantaggio di sviluppo.

10…Df6 11.Axf4 Ce7 12.Cc3 Cf5

Posizione dopo 12…Cf5

Una posizione fantastica ed indicativa di come intendevano la partita i cosiddetti “romantici”. Il Nero ha guadagnato la bellezza di due pezzi e un pedone, un vantaggio così cospicuo che in qualsiasi altra situazione il Bianco potrebbe subito abbandonare… Ma anche il Nero non può certo dormire su un letto di rose! Il suo Re ha perso l’arrocco ed è rimasto in mezzo alla scacchiera dove presto finirà sotto il fuoco incrociato dei rimanenti pezzi avversari… Mentre i suoi pigri soldati sono ancora rinchiusi in caserma! E’ significativo il fatto che tutti i moderni motori assegnino al Nero il vantaggio di soli due decimi di pedone!
In questa posizione entrambi i giocatori dovranno giocare con estrema attenzione e decisione perchè il minimo errore o tentennamento potranno spostare in maniera decisiva l’equilibrio della partita. Qui tutto costa caro!

A questo punto è favorevole al Nero la continuazione 13.Ce4?! Dg6 14.g4 Ae7, mentre un’analisi effettuata con l’aiuto dei vari motori suggerisce 13.Cd5 con perfetta parità… Ma ecco che il Maestro per corrispondenza Fabio Lotti, nel suo vecchiotto ma divertentissimo libro “Varianti per vincere”, riporta una sua analisi (trovata indipendentemente anche dal Maestro per corrispondenza milanese Massimiliano Fico) per aggiungere ancora un po’ di pepe a questa già fin troppo pepata variante, proponendo la geniale 13.Ae5!!
Non contendo di aver offerto “gratuitamente” un pedone e due pezzi… Il Bianco ne offre addirittura un terzo! E la cosa più sconcertante è che è le analisi dei due fantasiosi giocatori per corrispondenza sono corrette.
Non fidandomi delle mie limitate capacità di analisi sono ricorso anche ai motori (Houdini, Rybka e Saros-Human) che dopo lunga analisi hanno espresso tutti e tre un giudizio sibilinno e definitivo: +0.00. “Biato a chi la vence”.
Fantastico!

avatar Scritto da: Roberto Munter (Qui gli altri suoi articoli)


8 Commenti a Biato a chi la vence

  1. avatar
    Martin 20 Ottobre 2017 at 09:47

    Delizioso, grazie Roberto!

  2. avatar
    Jas Fasola 20 Ottobre 2017 at 10:28

    Tutto OK nell’articolo, però solo per questa variante. Se il nero gioca 9…Df5 10.Axf4 Cf6 il bianco non ha compenso (in fin dei conti anche i principianti sanno che in f6 ci deve andare il cavallo). Anche 10…Dg7 è molto meglio di 10…Df6.

    Mi piace 2
  3. avatar
    Vinx 20 Ottobre 2017 at 13:33

    Un piccolo gioiello. Stupendo l’accostamento temporale tra la partita, la melodia e le immagini.

  4. avatar
    The dark side of the moon 20 Ottobre 2017 at 14:19

    Che ingiustizia chiamare questa apertura col nome del suo divulgatore anziché con quello del suo autore!
    Bell’articolo però, mi è piaciuto: spero sia il primo di una lunga serie.

    Mi piace 1
    • avatar
      Jas Fasola 20 Ottobre 2017 at 17:42

      e che cosa dovrebbero dire i calabresi della Siciliana?

  5. avatar
    fabrizio 20 Ottobre 2017 at 14:31

    Partita divertente, canzone straordinaria e misteriosa!

  6. avatar
    Luca Monti 20 Ottobre 2017 at 14:31

    Un saluto all’autore che mi sembra di avere conosciuto tanti anni fa (fine anni ottanta) in costa romagnola. Ciao da Luca Monti e benvenuto in SoloScacchi!.

  7. avatar
    Enrico Cecchelli 22 Ottobre 2017 at 16:07

    Bella! Era un po’ che non la rigiocavo e grazie all’articolo ne ho avuto la felice occasione. Complimenti all’autore

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