Due vite

Scritto da:  | 24 Febbraio 2019 | 7 Commenti | Categoria: C'era una volta, Personaggi, Stranieri

La Lettonia è sempre stata generosa quanto a scacchisti di vaglia; un esempio per tutti è Mikhail Tal.
Nella prima metà del Ventesimo Secolo si misero in luce due giocatori coetanei, nati entrambi nel 1894, quando la Lettonia era una provincia zarista sebbene nella capitale, Riga, la lingua preferita dai residenti fosse il tedesco. In effetti, questi giocatori avevano “due” nomi, in léttone ed in tedesco; Fricis Apsenieks è, in tedesco, Franz Apscheneek, mentre Hermanis Matisons in tedesco è Herman Mattison e vengono entrambi ricordati, nelle cronache scacchistiche, prevalentemente con i nomi tedeschi.
Apscheneek nasce il 7 aprile in un minuscolo villaggio ad una quarantina di chilometri dalla capitale, mentre Mattison viene alla luce a Riga il 28 dicembre di quello stesso 1894. Entrambi apprendono il gioco verso i sette-otto anni e Mattison già nel 1911 inizia a comporre studi, cosa che affinerà il suo gioco nei finali di partita e che gli consentirà di battere in simultanea Capablanca nel 1914, quando il cubano sta girando l’Europa tenendo una serie di esibizioni.
Dopo la Prima Guerra Mondiale la Lettonia (1920) diviene Stato indipendente e a Riga si inizia a progettare la creazione di una Federazione Scacchistica nazionale, che nel 1924 indice il primo campionato assoluto in coincidenza col primo congresso. Mattison risulta vincitore davanti ad Apscheneek ed i due si preparano a partire per Parigi dove, in coincidenza con i Giochi Olimpici, si svolgerà il Primo Campionato Mondiale per Dilettanti. Con loro parte per la capitale francese anche il connazionale Karlis Betins (in tedesco: Karl Behting), quasi sessantenne.
La manifestazione vede i 54 partecipanti divisi in nove gironi di sei giocatori; il vincitore di ogni girone accederà al torneo finale per la vittoria. Sia Mattison che Apscheneek vinceranno i rispettivi gironi restando imbattuti e si qualificheranno rispettivamente al primo e secondo posto nella finale (Mattison 5,5 su 8, Apscheneek 5 su 8) davanti a giocatori di vaglia come Euwe e Colle, mentre Behting dovrà accontentarsi del quarto posto nel torneo di “consolazione”. Magri, stempiati (la foto ufficiale del Campionato del ’24 ne è testimonianza), sono ormai famosi negli ambienti scacchistici europei e gli inviti giungono numerosi.

Anche il torneo di Bromley del 1925 vede schierati ai nastri di partenza sia Mattison che Apscheneek. Entrambi vincono i gironi di qualificazione ed accedono alla finale a quattro che terminerà con la vittoria di Mattison (2,5 su 3). I loro stili sono abbastanza diversi; Mattison più “strategico”, Apscheneek più “tattico” e molto più rapido nell’esecuzione (quando, nel 1937 a Kemeri, Apscheneek concorderà la patta dopo 33 mosse nella partita contro Alekhine, si constaterà che quest’ultimo ha impiegato due ore mentre il léttone soltanto quindici minuti).

Mattison è presente nel 1925 anche a Debrecen, nel torneo per il giubileo di Maròczy, ma in questa occasione denuncia una forma scadente, totalizzando 4 punti e mezzo su 13. L’anno successivo, a Budapest, chiude con 7,5 su 15 e a Bad Bartfeld divide il primo posto con Tartakower; Apscheneek quello stesso anno è terzo a Turku (Abo), vince ad Helsinki ed è terzo a Riga, per poi, alla fine dell’anno, vincere nella capitale léttone il Campionato nazionale (1926-27). Nel ’27 gioca a Kecskemét ottenendo un discreto quinto posto, poi, nel 1928, è in prima scacchiera all’Olimpiade dell’Aia (+8 =1 -7). Nella capitale olandese si disputa anche il secondo Campionato Mondiale per Dilettanti e qui è di scena Mattison, che giunge terzo (10 su 15) dopo Euwe e Przepiòrka.


Nel 1929 l’unico dei due léttoni in attività è Mattison, che partecipa al grande torneo di Carlsbad, nonostante i frequenti disturbi dovuti alla tubercolosi che lo sta minando da anni. E’ decimo con 10,5 su 21, e si permette di battere giocatori del calibro di Saemisch, Maròczy, Tartakower e Colle; la vittoria contro il belga gli frutterà un premio di bellezza. L’Elo “storico” calcolato nel 1929 piazza Mattison al 12° posto mondiale con un punteggio di 2631.
Nel 1930 troviamo Apscheneek nuovamente in prima scacchiera all’Olimpiade di Amburgo (+7 =4 -6), mentre Mattison è completamente assente dal campo agonistico. Rientra nel 1931 giocando in prima scacchiera all’Olimpiade di Praga; in seconda vi sarà Apscheneek (+8 =5 -3). Mattison totalizza il 50 % dei punti (7 su 14) ed alcune sue vittorie destano una certa sensazione; batte Rubinstein e Vidmar, ma soprattutto il campione mondiale in carica Alekhine che in questa occasione accusa la prima sconfitta in quattro anni in partite ufficiali.

E’ il canto del cigno di Mattison. La tubercolosi si aggrava al punto di rendergli impossibile l’agonismo e lo porta alla morte a Riga il 16 novembre 1932. Fino all’ultimo si è dedicato alla composizione dei suoi amati studi di finale e nel 1987 Whitworth renderà omaggio alla genialità del léttone pubblicando Mattison’s Chess Engame Studies, una raccolta di sessanta composizioni.


Apscheneek partecipa nel 1931 al primo Campionato Baltico a Klaipéda e si classifica sesto, e l’anno successivo è terzo al Campionato cittadino di Riga. Poi, nel ’33, schierato in prima scacchiera all’Olimpiade di Folkestone, denuncia un notevole calo di forma, con una sola vittoria contro sette patte e sei sconfitte, e nel 1934 è primo ex aequo con Petrov, astro nascente dello scacchismo léttone, al Campionato nazionale.

Nell’estate del 1935 è nuovamente in seconda scacchiera (in prima ci sarà sempre Petrov anche nel ’36, ’37 e ’39) a Varsavia ma il risultato finale non sarà entusiasmante (+6 =7 -5), mentre l’anno seguente, a Monaco di Baviera, totalizzerà 9,5 punti su 18 possibili. Agli inizi dell’estate del 1937 sarà presente al grande torneo di Kemeri, dove alternerà buone prestazioni (ne testimoniano le sue patte contro Alekhine, Flohr e Keres) a prove deludenti concludendo con 7,5 su 17. Subito dopo attraverserà il Baltico per giocare all’Olimpiade di Stoccolma (seconda scacchiera) ottenendo +8 =5 -4. L’altalena dei risultati dipende anche dalle sue precarie condizioni di salute; da tempo è tormentato dalla tubercolosi e nel 1938 si astiene da prove agonistiche.

Nel 1939 gioca a Kemeri e chiude con 5,5 su 15 e all’Olimpiade di Buenos Aires ottiene 9 su 19. Allo scoppio delle ostilità rientra in patria dopo un viaggio avventuroso; la Lettonia viene occupata dalle truppe sovietiche ed entra a far parte, in qualità di Repubblica Socialista Sovietica di Lettonia, dell’Unione Sovietica. All’inizio del 1941 viene disputato il primo Campionato scacchistico della Lettonia sovietica, in assenza di Petrov che si trova a Mosca; il vincitore è il venticinquenne Alexandr Koblencs, davanti ad Apscheneek, la cui salute declina bruscamente costringendolo al ricovero in ospedale a Riga, dove muore il 25 aprile 1941.

avatar Scritto da: Paolo Bagnoli (Qui gli altri suoi articoli)


7 Commenti a Due vite

  1. avatar
    Fabio Lotti 24 Febbraio 2019 at 22:39

    Grazie, Paolo.

    Mi piace 1
  2. avatar
    fabrizio 25 Febbraio 2019 at 10:04

    Conoscevo Mattison e non Apsenieks. Ma certamente, grazie a Paolo, scopriremo ancora tanti personaggi interessanti.

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    The dark side of the moon 25 Febbraio 2019 at 21:45

    La memoria storica del blog ;)

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    alfredo 26 Febbraio 2019 at 12:01

    splendido . al solito

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    Enrico Cecchelli 27 Febbraio 2019 at 11:45

    Bravissimo Paolo! Un saluto e continua cosi’

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    Fabio Lotti 1 Marzo 2019 at 09:35

    Per i soliti amici scacchisti-giallisti qui http://theblogaroundthecorner.it/

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    marco 8 Agosto 2019 at 15:55

    Però anche Aaron Nimzowitsch era lettone!

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