Ognuno di noi ha sicuramente una foto del cuore… Non si tratta della più bella, della più famosa, della più ammirata…
E’ semplicemente quella foto che ci ha colpito il cuore, quella immagine che, quando chiudiamo gli occhi, abbiamo davanti a noi senza bisogno di guardarla, quella che ci evoca ricordi… emozioni… sensazioni che le parole magari non riescono neppure lontanamente a riassumere.
Mandatecele, raccontatecele, le pubblicheremo tutte, siano esse di scacchi o no, non importa, mandateci la vostra foto o immagine del cuore e condividetela qui con noi.
Io non saprei, ma mi piacciono tantissimo le foto che scegliete sempre nei vostri articoli. Quella in copertina è quella famosa delle Olimpiadi del 36, giusto?
Inizio io?!? Ecco, allora un’immagine a me particolarmente cara è questa…
Vi leggo mille cose dentro… in sostanza la vita… cinque esseri viventi, tre persone…
…tutti e nessuno… tre persone… due che si girano per guardare
qualcosa… il fotografo? Quella donna che ha in mano qualcosa su cui sta scrivendo?
Lei non sta guardando nessuno, e quando anche ha il suo viso di fronte i suoi occhi non lo guardano, e comunque non sarà mai un viso, tutt’al più una faccia, come tante…
ma i suoi occhi sono altrove, distanti… a sognare forse qualcosa che non esiste…
Al pari dell’immagine mi ha colpito tantissimo la tua descrizione Martin.
Avete avuto davvero una bellissima idea a far uscire un pezzo come questo, foto e immagini raccontano tante cose, spesso meglio delle parole.
Questa invece è la mia foto del cuore. Non credo occorra aggiungere commenti, parla
da sola. Quanta poesia, quanta commozione. Chiudo gli occhi e percorro le immagini
di una vita.
Bella e triste foto che racconta del periodo durissimo della mia patria e che ci lega alla tutta storia della Russia se guardare alla foto di Pushkin qui sopra.
Ecco la mia, Giro d’Italia 1974: 12 secondi dal più grande!
Anzi, al pari di questa:
Baronchelli, un grande dietro a due fuoriclasse! Ricordo che volevo sempre la sua pallina nelle gare con le bìlie sul mare!
Zenone, ieri ci siamo incontrati per caso su Lichess. Io le ho chiesto perché non scriveva più su Soloscacchi e lei mi ha detto qualcosa del tipo: “le cose mi piace farle bene, ora non ho tanto tempo”.
Le rinnovo i complimenti e spero di rileggerla presto (sempre che riesca a trovare il tempo).
Anch’io scattavo subito e chiedevo folgorato sempre: “Baronchelli”!
Nella speranza di averne due… Tista e Gaetano
“Dica al tribunale che amo mia moglie”. Storie di un’America dove bianchi e neri non avevano neanche il diritto di amarsi.
Sono Mildred e Richard Loving. Nel luglio del 1958 decidono di sposarsi, nonostante fosse ancora proibito in Virginia e in altri 17 stati.
Lo fanno a Washington DC, per aggirare le leggi statali che glielo avrebbero proibito.
Un anno dopo, la polizia gli comunica l’invalidità del loro matrimonio.
Vengono condannati ad 1 anno di carcere, per aver “convissuto come marito e moglie contrariamente alla pace e alla dignità dello stato.”
Fuggono a Washington, per evitare la condanna e vivere davvero come marito e moglie senza persecuzioni e ripercussioni.
Dopo 5 anni, stanchi di non poter tornare in Virginia dalle loro famiglie, insieme alla American Civil Liberties Union, arrivano fino in Corte Suprema per combattere contro l’assurdo divieto.
Non parteciperanno all’ultima udienza. Richard Loving chiederà al suo avvocato di leggere un breve messaggio per conto suo: “Dica al tribunale che amo mia moglie.”
La Corte Suprema gli dà ragione: il divieto di matrimonio tra bianchi e neri è incostituzionale.
Alcuni stati resisteranno: l’Alabama si adatterà alle decisioni della Suprema Corte soltanto nel 2000.
Beslan, 1 – 3 settembre 2004.
Ora ci hanno messo una bella croce ma dov’era Dio in quei giorni?!?
la vocazione alla preghiera è di tutti i cristiani, non solo dei monaci e monache.
Non credo occorra nemmeno scrivere il nome:
Per me questa: la casa più antica della Russia.
Si ritiene che il più antico edificio residenziale in Russia si trovi a Vyborg.
Non esiste un consenso scientifico a questo proposito, ma non è stato possibile trovare
case più antiche nel paese che sono state originariamente costruite come residenziali
e non hanno cambiato la loro funzione.
La “Casa dei cittadini” fu presumibilmente costruita nel XVI secolo. Secondo gli storici,
è una delle quattro piccole “fortezze” private dei secoli XIV-XVII, case borghesi medievali
che si possono vedere solo in Russia a Vyborg.
In questa casa ci sono solo due appartamenti.
Questa, bellissima, di Canal inviata tempo addietro da Luca:
Purtroppo non riesco a ritrovare l’immagine che avevo in mente.
L’avevo su una vecchia rivista di nome “Carta” che ha cessato le pubblicazioni da parecchi anni.
Era una foto che ritraeva una moltitudine di donne zapatiste che per difendere le loro terre, a mani nude cercavano di fronteggiare l’esercito messicano; la foto trasmetteva una feroce disperazione tramutata in grande coraggio: il corpo, l’unico elemento di barriera contrapposto alla violenza.
In alternativa scelgo questa foto che comunque è inerente al tema.
Semplicemente questa: