Quando la scacchiera è fonte di fantasticherie, volti, ricordi, emozioni…
“Ogni tanto mi apparto con la scacchiera. La prendo, dispongo i pezzi, li osservo. Non so cosa fare, se esaminare una partita, se verificare un’idea, una linea di giuoco. Non so nemmeno perché l’ho presa. Una specie di riflesso incondizionato, l’ho preparata tante volte per le mie vecchie partite per corrispondenza! Un contatto continuo, un’amicizia destinata a durare.”
Davanti a lei (la considero come una persona) spesso mi appaiono dei volti. Volti di grandi campioni insieme agli atteggiamenti relativi alle loro persone. Così, all’improvviso, come le truppe dei Lanzichenecchi di manzoniana memoria al ponte di Lecco (passano i cavalli di Wallenstein, passano i fanti di Merode…) Spesso mi ritrovo davanti gli occhi ipnotici di Tal dallo sguardo mefistofelico capace di ammaliare certi avversari, oppure il fascinoso, elegante Capablanca, il gigantesco Andersson fautore dell’attacco ad ogni costo, la grinta e il labbro sprezzante di Kasparov come pure quella del terribile Kortschnoj che ce l’aveva con tutti, l’allegro e sorridente Naidorf, il volto sereno di Karpov, il sigaro perennemente piazzato fra le labbra del baffuto Lasker che un colpo di tosse me lo provoca sempre, lo spilungone Marhall che mi fa ritornare in mente il mitico Sherlock e pure, in certe pose, Oscar Wilde, mentre Tartakover spiccicato a Yul Brinner, e poi il “grattacielo” Lilienthal, il Mangiafuoco Cigorin e altri ancora fino al grande Fischer che, con le sue imprese, mi ha fatto conoscere gli scacchi. Volti, pose, atteggiamenti insieme a sprazzi di frasi famose uscite dalle loro bocche: Lotta, sempre lotta, fortissimamente lotta! Il gioco degli scacchi è lo sport più violento che esista; L’obiettivo è distruggere la mente dell’avversario; Non c’è fortuna negli scacchi; Ci sono due tipi di sacrifici, quelli corretti e i miei; Durante una gara a scacchi, il campione deve essere una combinazione fra un monaco buddista e una tigre siberiana; L’arma più potente a scacchi è quella di avere la prossima mossa… e altre millanta frasi, battute, pensieri che arrivano improvvise a vorticare dentro la mia mente.
Ho letto e studiato con passione le vite di questi grandi campioni. L’inizio, le prime vittorie, il successo, l’onore, la fama, la gloria insieme a certi momenti duri e difficili, talvolta penosamente drammatici che possono affiorare nel corso di una esistenza. Miti che esplodono, miti che si afflosciano lasciando una scia malinconica nel cuore. Come la fine di Akiba Rubinstein in un ricovero psichiatrico. Abbandonato da tutti, dalla moglie e i due figli, spesso solo nella sua stanza a muovere i pezzi della scacchiera tascabile. O come quella straziante di Wilhelm Steinitz e di altri ancora…
Quando mi siedo davanti alla scacchiera vengono fuori anche volti meno famosi, meno noti, ma non per questo meno cari, di amici e persone incontrate nei tornei. Un tourbillon di sguardi, di occhiate, di labbra contratte, di sorrisetti, di smorfie, di mani che sorvolano la scacchiera, di pugni che sorreggono il mento, di improvvisi aggrottamenti della fronte, di sospiri, di forti o flaccide strette di mano, insomma di tutte le forme espressive che si formano durante e alla fine delle partite. Dove talvolta serpeggia il grido angoscioso del perdente Avevo vinto! Con una dimostrazione, la sua, completa e convincente. Una stupida distrazione, un banale errore, una svista imperdonabile ha fatto sì che la vittoria meritata gli sfuggisse di mano. Chiaro, logico, lampante e lapalissiano…
Per dieci anni ho insegnato gli scacchi alla scuola media di Rosia diventata, tra l’altro, centro di incontro per l’annuale torneo regionale. Che gioia! Che soddisfazione! E allora ecco altri volti a farmi compagnia. Volti di ogni tipo, giovani, spigliati, sorridenti di ragazzi e ragazze che mai avresti creduto pensierosi davanti alle sessantaquattro caselle. Occhi vispi e furbetti diventare all’improvviso dubbiosi e contratti, corpi frenetici bloccati, almeno per un po’, sulla sedia. Un piccolo miracolo di Re e Regine…
Spesso, quando mi siedo davanti alla scacchiera, rivedo i volti dei miei nipotini ai quali ho cercato di insegnare questo giuoco. Quello di Johnny un po’ teso e preoccupato, quello di Jessy più sorridente e aperto, soprattutto quando esclama eccitata “Matto, nonno!”. Ora stanno crescendo, sono presi soprattutto dalla scuola e, giustamente, dallo sport. La vita continua.
Forza, ragazzi!
Solito, doveroso ringraziamento a Martin
grande Fabio gli scacchi sono parte della tua anima
Bellissime riflessioni, Fabio. Le cose che ami sono i gioielli più preziosi, che nessuno ti potrà mai rubare.
come sempre un grande Lotti
Belle riflessioni Fabio, tutti noi appassionati forse ci chiediamo cosa davvero rende tanto affascinante il nostro gioco ed io ancora oggi non riesco a trovare una definitiva risposta. Quando hai scritto che ami spesso disporre i pezzi e osservarli, mi è venuta in mente l’immagine di un musicista che, come noi scacchisti, ha la possibilità di padroneggiare sempre di più il suo strumento, rievocare i grandi del passato, ripensare alle sue migliori esecuzioni o semplicemente cavare fuori degli accordi o delle melodie per il solo piacere di assaporare l’armonia e il fascino di quelle note.
Sempre belle riflessioni….magari un giorno un racconto di una partita di scacchi tra un lanzichenecco e un turco durante l’assedio di Vienna….😉
Fabio, ma perché non ci delizi con qualche aneddoto o ricordo della tua lunga carriera scacchistica?
Chissà quante ne hai viste…
Con le parole credo ancora di cavarmela ma la memoria incomincia a fare cilecca…Qualcosa, però, mi sembra di avere già scritto tra i miei 170 articoli e passa.
Gli scacchi sono il gioco più violento che ci sia.
Per chi non li conosce sembra assurdo eppure è così.
Dal racconto si percepisce la tua passione
Un caro saluto all’infaticabile Lotti Fabio che, sembra inseguire il mito di Stakanov in SoloScacchi. Mancasse pure questo luogo d’incontro, penserebbero i giovanissimi Jessy e Johnny a tenerlo in forma. Ciao.
Un grazie a tutti!
Ho preso i Covidde. Se non ce la faccio un salutone a tutti nessuno escluso.
Resisti, Fabio!
Fallo nero!Schiaccialo con le torri.
Ottima idea!
Pronta guarigione…in bocca al 🐺
Non fare scherzi Fabio..
Il Lotti che conosciamo lo prende a calci il covid e non ci dire che ti sei rammollito perché quel che conta è lo spirito e quello ce l’hai.
Il prossimo articolo che farai poi ci racconti la partita contro il covid 👍
Sto cercando di imbastirgli un matto affogato…
Come va la partita?Stai vincendo,vero?
I Covidde mi ha imbastito un gambetto ma io lo sto contrastando con un controgambetto.
Belle riflessioni. Tutti gli scacchisti, quando guardano pezzi e scacchiera, hanno qualcuno di questi pensieri. E naturalmente auguri per la partita contro il covid. Non ho dubbio, sarà un Lotti-covid 1-0.
La tua passione per gli scacchi e’ travolgente. Come tutte le passioni,avvolgono e tengono gli occhi incollati alla lettura. Molto interessante, grazie, babbone.
Hai da fare uno scacco matto importante, dai, forza!!!!
Per me hai gia’ vinto!
Certo che avere una figlia così vale la pena davvero di essere nati.
Per gli amici scacchisti-giallisti https://theblogaroundthecorner.it/2022/06/01/letture-al-gabinetto-giugno-2022/
Buona lettura!
Per gli amici scacchisti-giallisti https://theblogaroundthecorner.it/2022/06/15/a-ruota-gialla-libera/