Ricordi…

Scritto da:  | 11 Agosto 2023 | 6 Commenti | Categoria: Zibaldone

Per gli amici scacchisti-giallisti

In primis furono le camere chiuse, ma chiuse chiuse, dove non passava nemmeno uno spillo o un refolo di vento a contenere morti ammazzati che ti facevano saltare in aria il cervello a forza di spremerti per capire l’inghippo (come aveva fatto l’autore a infilarli lì dentro?). E allora non c’era altro che aspettare con ansia crescente la famosa riunione finale in cui formidabili segugi, capaci di far passare dalla cruna dell’ago il classico cammello insieme ad una brancata d’elefanti, ti risolvevano il problema lasciandoti a bocca aperta (ma guarda un po’, non ci avevo pensato), anche se qualche volta la soluzione si presentava talmente cervellotica che ti scappava giulivo un vaffa di tutto cuore.
Erano, quelli, i tempi d’oro (l’ho già scritto ma lo ripeto) dei lungagnoni elementari, dei ciccioni orchideati, dei nobili monocolati, delle zitelle marpleolate, sferruzzanti e cavalline, dei pretucoli ombrelliferi, dei vocioni arcontoni, delle teste d’uovo, dei piccoletti fumantini, dei dottoroni sanscritoni, degli scienziatoni belloni che avrei concesso un matto affogato all’avversario sulla scacchiera per essere lì, a seguirli nelle loro diaboliche imprese.
E che imprese! Con gli occhi fissi sul maggiordomo sospetto, la polizia dall’aria perennemente ebete, i gemelli che ogni tanto spuntavano improvvisi, lettere anonime esplosive, il passato tremendo che non ne voleva sapere di rimanere lì dov’era e ritornava funesto, una miscela robusta di veleni che irrigidivano al solo fiuto, false piste, insieme ad un incrociarsi di orari inestricabili da far perdere la bussola al lettore più smaliziato. E, insomma, tutti fermi e immobili, qualche passeggiatina, via, senza troppa fatica, la pioggia, il lampo, il tuono, il miagolio del gatto, un pizzico di gotico a scivolare brividoso lungo la schiena. Chi correva a rotta di collo erano le famose cellule grigie che non stavano ferme un minuto, tutte a ballonzolare come in una frenetica macarena.
Il movimento venne dopo con gli assatanati della hard boiled americana che se si riposavano un attimo era per riprendere fiato. Il delitto riportato alla gente che lo commette (ovvia!), come disse quel tizio niente male. Una sbirciatina dentro ai personaggi e poi tutto fuori, corse, agguati, inseguimenti, da un posto all’altro da una città all’altra. Che ci sia il sole, la neve, il vento o la burrasca importa assai. Basta mulinar gambe o pigiare sull’ acceleratore. E cazzottoni, ginocchiate nelle palle, manganellate in testa, pistolettate impazzite. Già, la pistola, che diventava quasi un personaggio pure lei dotato di vita propria, per toglierla agli altri.

Via il villaggio antico e sonnolento, largo alla città terribile e selvaggia. Via ai pasticcini, al tè, al rosolio, alle torte fatte in casa, largo alle bistecche al sangue, alle patatine fritte, ai salsicciotti fumanti, al whisky, al bourbon, al cognac, ai liquori forti che ti spaccano lo stomaco insieme al fumo denso di sigarette micidiali che fanno tossire anche il lettore. Via alle zitelle pettegole, agli omini buffi coi baffi, agli strimpellamenti violineschi, al bon ton, al lindore, alla pulizia. Largo al maschione virilone o malinconico, bastardo o integerrimo, stravaccato in uffici polverosi con i piedi sulla scrivania, a femmine fatali, a bambole che ti fanno girare la testa, a scontro di bande sanguinolente, a poliziotti marci, a locali notturni gremiti di fauna animalesca, al linguaggio duro e violento. D’accordo, ho banalizzato semplificando all’eccesso. D’altra parte, per esempio, il creatore del ciccione orchideato ha messo insieme, furbescamente, i due aspetti infilando, accanto al pachiderma poltronista, un puledro che non sta mai fermo.
Poi (uso il “poi”, solo per convenienza, che spesso le letture sono in concomitanza) mi sono buttato sugli oscuri meandri della psiche, sul giallo cosiddetto psicologico. Con un pizzico di tremore che qualche problemetto ancestrale me lo devo essere portato dietro sin dalla nascita. Dicevo del giallo psicologico e psicanalitico, dove all’autore non interessa tanto il fattore esterno della vicenda, quanto quello interno dei personaggi: i loro sogni, i desideri, i dubbi, le paure, gli incubi. Del presente e, soprattutto, del passato che riemerge (anche qui) sempre terribile con l’angoscia che ti stringe alla gola ad ogni voltar di pagina e grassa se alla fine rimani soltanto con un allegro tremore alle mani.
Aggiungo il giallo umoristico che solleticava la mia innata natura paesana alla risata, allo scherno, allo sberleffo, alla presa in giro (sempre in tono amichevole e perfino affettuoso). Non che in altri libri, pure della golden age, manchi l’umorismo. Basta seguire certi tipi che il sorriso l’hanno stampato addosso. Parlo del giallo (inteso in senso lato) sgangherato, cucito su personaggi strambi e sgangherati che ti fanno sganasciare con i loro piani geniali immancabilmente buttati all’aria. Parlo di quelle storie pulpesche dove l’incasinamento verbale mischia insieme l’assurdo, il grottesco, l’horror e chi più ne ha più ne metta come in una frenetica cavalcata selvaggia.
Non mi sono fatto mancare niente. Neppure i polpettoni dalle caterve di sangue e sperma e di morti ammazzati, sparati, spaccati, sbudellati, segati, randellati, sezionati che ti sbucano da tutte le parti, perfino dal water nel momento più delicato e intimo della giornata. E nemmeno i gialli storici che spaziano per ogni dove, dal paleolitico ai giorni nostri, in cui celeberrimi personaggi, in altre faccende affaccendati, sono costretti a seguire, obtorto collo, orme sanguinose (e mi immagino gli accidenti sottovoce).
Voglio dire che ho battuto diverse strade, diverse vie piuttosto dissimili fra loro. E, dunque, il pistolotto finale è solo un invito a chi mi segue a non adagiarsi su un solo cliché di lettura, qualunque essa sia. Siate curiosi, sperimentate, amate la diversità delle storie e della vita.

avatar Scritto da: Fabio Lotti (Qui gli altri suoi articoli)


6 Commenti a Ricordi…

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    Giorgio Gozzi 11 Agosto 2023 at 21:45

    In quanto lettore di tanti gialli cercavo di decifrare il tuo criptico elenco di detective e me ne sfugge qualcuno.
    lungagnoni elementari (Sherlock Holmes), dei ciccioni orchideati (Nero Wolfe), dei nobili monocolati (Philo Vance), delle zitelle marpleolate (Jane Marple), sferruzzanti e cavalline, dei pretucoli ombrelliferi (Padre Brown), dei vocioni arcontoni (Gideon Fell), delle teste d’uovo (Hercule Poirot), dei piccoletti fumantini (?), dei dottoroni sanscritoni (?), degli scienziatoni belloni(?)
    Magari sono autori che non ho ancora considerato e che vale la pena di leggere. Al momento dopo aver letto tutti i big (secondo me) del giallo Christie, Carr, Stout, Queen sono passato ai thriller ed esauriti Deaver, Nesbo e Thilliez al momento sono su Weaver

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      Fabio Lotti 12 Agosto 2023 at 16:15

      Caro Giorgio
      attraverso la mia ormai sfatta memoria ricordo solo lo scienziatone bellone Thorndyke di Richard Austin Freeman. Gli altri due per ora non mi vengono in mente. Perdonami…

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    Paolo Landi 12 Agosto 2023 at 10:44

    Il giallo, un genere considerato “minore”, piuttosto inflazionato che non tramonta mai. E’ un continuo fiorire di nuovi commissari, avvocati, investigatori privati, ispettori, P.M. scatenati, tutti a caccia del colpevole.
    Io rileggo spesso con piacere Simenon, è strano che tra i tanti tu non l’abbia citato, in fondo scriveva gialli anche lui ed il buon Maigret interpretato dall’immenso Gino Cervi, resta uno dei miei ricordi televisivi più cari della mia adolescenza.

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      Fabio Lotti 12 Agosto 2023 at 16:17

      Avrei dovuto citarne millanta. Simenon senz’altro tra i migliori. Ricordo anche io di Gino Cervi. Il tempo…

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        Paolo Landi 13 Agosto 2023 at 10:01

        Non era una critica, ero solo incuriosito dall’omissione perchè sono particolarmente affezionato a Simenon. Come si potrebbe definire Maigret restando nel solco delle tue ironiche descrizioni? Il mangione con la pipa? L’omone tutto birra e distintivo? 🙂 Comunque complimenti per l’articolo, piacevolissimo e divertente.

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    Fabio Lotti 12 Agosto 2023 at 23:21

    Solito ringraziamento a Martin.

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