Stavo cominciando a scrivere con grande ritardo la seconda parte di un anno di guerra in Ucraina, quando di guerra ne è scoppiata un’altra e quindi mi sembra meglio seguire l’attualità.
Non se lo aspettava nessuno, ma le premesse per qualcosa del genere c’erano tutte.
Dico subito che in questo caso non mi sento molto coinvolto emotivamente, perché mi sembra che le popolazioni di entrambe le parti siano in buona parte favorevoli alla guerra.
Gli Israeliani votano per i partiti più estremisti e in Medio Oriente ci sono manifestazioni di piazza dove si chiede la distruzione dello Stato di Israele.
Certo mi spiace per i morti di entrambe le parti che questa guerra non la volevano, ma chi vuole la guerra e muore non ha la mia comprensione.
In sintesi Israele è uno stato razzista, colonialista e militarista.
Non sono opinioni, sono fatti.
Razzista perché i cittadini israeliani mussulmani di origine palestinese non hanno gli stessi diritti dei cittadini di origine e religione ebraica.
Colonialista perché stabilisce colonie in un territorio conquistato.
Militarista perché contro i palestinesi ricorre solo a mezzi militari.
Bombarda liberamente i paesi vicini, Gaza, Libano, Siria, risponde a qualsiasi attentato con una rappresaglia molto oltre al proporzionale e pratica omicidi mirati contro i capi avversari.
Chi effettua un attentato viene sempre ucciso sul posto, anche se è disarmato e se sarebbe facilmente arrestabile.
Uno Stato così non mi è simpatico, anche se questo non ha importanza.
Nel mondo sviluppato Israele è una anomalia, con servizio militare di leva anche per le donne e frequenti richiami di riservisti che possono andare a combattere in prima linea; ci si deve chiedere come mai questa anomalia possa mantenersi dalla fondazione dello Stato di Israele.
Se la guerra finisse sarebbe inevitabile una immigrazione in Israele dai paesi arabi vicini che hanno un tasso di natalità molto più alto e alla lunga sarebbe impossibile negare agli immigrati gli stessi diritti degli israeliani.
Credo che tutti in Israele lo sappiano anche se si guardano bene dal dirlo, il Governo israeliano considera la guerra necessaria perché Israele continui ad esistere come è, per cui agisce consapevolmente perché lo stato di guerra sia permanente.
I bombardamenti e le aggressioni dei coloni in Cisgiordania mantengono vivo l’odio dei palestinesi contro gli ebrei e indirettamente provocano attentati individuali per cui Israele può sostenere di essere aggredito.
Per ora Israele vincerà, è militarmente fortissimo e ha l’appoggio degli Stati Uniti, di gran lunga la massima potenza militare mondiale, ma cosa succederà in futuro?
Anche se con prudenza, é contro praticamente tutto il mondo al di fuori dell’Occidente, e anche tra le opinioni pubbliche occidentali si sta facendo lentamente strada l’idea che la posizione di Israele sia moralmente insostenibile.
Adesso il sostegno USA è granitico, ma cosa succederà tra 20 o 30 anni quando gli studenti che adesso manifestano contro Israele saranno diventati la classe dirigente, deputati, senatori, a capo di banche e di industrie?
Anche all’interno di Israele il numero di chi non vede la guerra come unica soluzione aumenterà.
Visto in prospettiva storica vedo analogie con la situazione del Sud Africa e dell’Algeria.
L’esito fu opposto.
Dopo 130 anni i francesi furono costretti ad andarsene, mentre i boeri in Sud Africa da 400 anni, ceduto il potere e smantellate le loro bombe atomiche, riescono a convivere senza problemi con la maggioranza locale. A questo risultato ha contribuito l’amnistia assoluta per tutto quanto successo negli anni precedenti.
Ho riletto recentemente il libro “Storia della guerra in Algeria 1954-1962” di Horne, dove si scopre che alla fine della guerra i francesi militarmente stavano vincendo, ma De Gaulle giustamente valutò che la vittoria militare avrebbe solo procrastinato i problemi, i rapporti fra algerini e francesi erano irrimediabilmente compromessi ed era necessario abbandonare l’Algeria.
Quindi la vittoria militare non sempre basta.
Sto pensando a tempi lunghi, 100 200 anni.
Israele sta attuando un genocidio nei confronti dei palestinesi e di questo ne siamo tutti colpevoli perché abbiamo lasciato la Palestina in balia di questi macellai per troppo tempo. Le ingiustizie e i sopprusi nei confronti del popolo arabo hanno portato al vile attentato terroristico del 7 Ottobre che ha dato il pretesto per la “soluzione finale” che Israele stava già mettendo in atto in altri modi e con altri mezzi. Le decine di migliaia di coloni ebrei che hanno occupato negli ultimi 30 anni (e non solo) tutta la cisgiordania, infrangendo sistematicamente tutte le risoluzioni ONU di denuncia, costituiscono un enorme anomalia che a nessuno Stato democratico al mondo è permesso. Questa non è una guerra, la guerra la fanno due eserciti che si fronteggiamo militarmente: questo è uno sterminio di massa che in meno di 3 mesi ha già causato circa 20.000 vittime di cui la metà minorenni! I terroristi che finanziano Hamas e pianificano attentati non sono dentro Gaza o in cisgiordania ma in quei paesi arabi verso i quali l’occidente ha enormi interessi economici. Nel medio lungo termine Israele ne pagherà le conseguenze politiche, questo è palese. Nel frattempo spero che la mattanza cessi il prima possibile e che Netanyahu con tutta la sua cricca criminale vengano portati davanti ad un tribunale internazionale che deciderà ciò che la storia ha già deciso.
Segnalo l’opinione di John Mearsheimer sul genocidio israeliano a Gaza.
https://mearsheimer.substack.com/p/genocide-in-gaza
La traduzione in italiano si può trovare su:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/27172-john-mearsheimer-genocidio-a-gaza.html
In sintesi sostiene che Israele è colpevole e che anche gli Stati Uniti sono pienamente corresponsabili.
Adesso la posizione sulla guerra di Stati Uniti e di Israele si sta differenziando.
Quindi mi chiedevo come si sarebbero comportati i nostri mezzi di informazione, dopo mesi di sostegno incrollabile alle posizioni israeliane.
Domanda ingenua, ovviamente tutti dalla parte degli Stati Uniti.
Ma questo non è un blog di scacchi? Dimenticavo: Viva Israele…sempre!
Ho riletto quel che avevo scritto per vedere se c’era qualcosa da correggere.
Di solito non sbaglio le previsioni, ma preferisco non fidarmi e verificare.
Adesso sta cambiando qualcosa, ci sono state dichiarazioni molto dure contro Israele da parte del governo inglese e altri governo europei.
Anche la stampa inglese e tedesca improvvisamente si è svegliata e anche da noi televisione e giornali seguono con lentezza e prudenza.
La domanda è: perché oggi? Perché non un anno fa?
Per me è incomprensibile.
La guerra finirà se e quando l’Occidente tratterà Israele come il Sud Africa dell’apartheid.
Naturalmente finirebbe subito se gli Stati Uniti smettessero di dargli armi.
Ma Trump non è ancora pronto a tanto.
Sono abbastanza disgustato da quanto detto dai nostri politici ieri in parlamento.
Disgustato ma non sorpreso, da loro non mi aspettavo niente di meglio.
Tajani ha detto belle parole, che fino a ieri non si sarebbe mai neanche sognato di dire e che avrebbe dovuto dire almeno un anno e mezzo fa.
Belle parole, ma niente di concreto.
L’opposizione ha approfittato dell’occasione solo per attaccare il governo, naturalmente con toni esagitati buoni per un comizio e del tutto fuori luogo in parlamento.
Non ha chiesto al governo, come avrebbe dovuto, di dichiarare che Netanyahu come criminale di guerra sarebbe arrestato se entrasse in Italia e non ha chiesto di riconoscere lo stato di Palestina; non ci vuole molto coraggio, lo ha fatto anche la Spagna.
Non ha chiesto che non vengano più mandate armi ad Israele.
Poi arrivano i distinguo.
Fiano, in quanto ebreo si è dissociato, non dice se è con Netanyahu o con i parenti degli ostaggi, ma sembra più con Netanyahu.
Calenda e Renzi vogliono che si condannino anche “i terroristi” di Hamas.
Hamas è un partito politico al governo a Gaza eletto con elezioni regolari per quanto possibile in quelle condizioni ed è l’esercito della striscia di Gaza.
Essere contro Hamas vuol dire essere anche contro Gaza e la Palestina.
L’attacco del 7 ottobre è la reazione ai continui attacchi israeliani che per anni hanno sistematicamente ucciso capi e ufficiali di Hamas senza preoccuparsi minimamente delle vittime civili.
Tra l’altro i nostri mezzi di informazione ci hanno tenuto accuratamente nascosto che circa metà degli israeliani morti il 7 ottobre sono stati uccisi dall’esercito israeliano che rioccupando il territorio ha sparato su tutto quel che si moveva senza curarsi minimamente degli ostaggi.
Io sono sempre stato abbastanza comprensivo delle ragioni di Israele, una democrazia liberale che ha assicurato diritti alle donne, gli omosessuali e anche alle minoranze arabe che vivono nei suoi confini riconosciuti dalla comunità internazionale (nel parlamento israeliano siedono rappresentanti arabi). Gli errori storici compiuti dai Palestinesi e dai paesi arabi sono moltissimi. E certamente Hamas è un organizzazione terroristica che ha persino più volte detto che i morti di Gaza sono necessari per la loro causa. Non credo nemmeno a queste teorie complottiste secondo cui l’esercito israeliano avrebbe sparato sui sopravvissuti all’attacco di Hamas, uccidendone molti; né alle teorie per le quali il Mossad era a conoscenza dell’attacco ma non lo avrebbe fermato per poter poi scatenare la rappresaglia.
Tuttavia…
Quello che sta accadendo ora a Gaza non ha giustificazioni. Non vedo alcuna strategia se non il cieco desiderio di annientamento. Sono anche stufo che ogni volta si debba premettere il biasimo di Hamas; chi sono e cosa vogliono è noto. Israele si è messa sul loro stesso piano, ma con una capacità di distruzione mille volte superiore; questo non può essere secondario. Non c’è causa che tenga di fronte alle stragi e allo strangolamento di una popolazione inerme. L’appoggio USA è criminale; il silenzio dei nostri governanti una vergogna. Meloni deve sapere che la storia la giudicherà severamente, in modo non diverso dal giudizio sul silenzio di Pio XII di fronte all’Olocausto, forse persino peggiore.
Per chi dice che questo è un blog di scacchi: il titolo Soloscacchi è chiaramente un’antifrasi; e pensi a come sarebbe apparso chi, di fronte alla denuncia delle persecuzioni naziste, avesse risposto con accidia “non è questa la sede”. La salvezza dell’umanità è sempre nella sede giusta.
@Massimiliano Orsi
Se vuoi posso approvare al 100% quello che hai scritto, e scriverti che Nethanyau è sicuramente un criminale che sta compiendo un genocidio, col solo proposito di annientare totalmente il popolo palestinese. E non c’è giustificazione per il problema della sicurezza di Israele, perché anche Golda Meier, Moshe Dayan, Rabin, Beghin, ecc., avevano a cuore il problema. Ma un conto è ammazzare dei terroristi, un altro fare morire di fame milioni di persone.
Però una volta che te l’ho scritto su Soloscacchi, cosa cambia? Migliorerà forse le condizioni dei palestinesi, o limiterà Nethanyau?
Certo la diffusione di Soloscacchi è molto limitata, ma non credo che scrivere queste cose sia completamente inutile.
Sono tanti piccoli segnali, che insieme pesano più di una dimostrazione in piazza.
I nostri politici, governo e opposizione, hanno parzialmente cambiato posizione solo perché si sono resi conto che, malgrado la propaganda, questa valutazione della situazione è sempre più diffusa tra la popolazione e che devono tenerne conto.
Non sono certo mossi da considerazioni morali.
Non seguo i dibattiti televisivi, ma ieri scanalando ho visto qualche spezzone e le reti si sono già allineate, con prudenza.
Cambiata la distribuzione tra ospiti favorevoli e contrari e cambiato l’atteggiamento del conduttore.
Disgustoso anche questo.
@Giancarlo
I ns. politici cambiano posizione solo per CONVENIENZA, non certo perché ci sono 50 o 100 manifestazioni di piazza, o perché sui “social” aumentano le proteste contro il governo Netanyahu. Più che i ns. post su Soloscacchi (una goccia nell’oceano) credo siano state ben più eloquenti le terribili immagini di decine di migliaia di palestinesi accalcati per ricevere i modesti pacchi e aiuti alimentari, e che hanno suscitato indignazione ovunque.
E perfino Trump ha dovuto ammettere che a Gaza stanno accadendo “cose brutte”, ed anche lui si sta stancando di sostenere un governo di criminali genocidi, che fa morire di fame migliaia e migliaia di persone, come i nazisti facevano 75-80 anni fa con gli ebrei.
E ovviamente, se Trump cambia idea anche Meloni si accoda, e lo stesso fanno i TG.
Ma il post su Soloscacchi (letto da pochissime persone) è solo una manifestazione di pensiero, non modifica nulla.