Tempo fa avevo scritto un articolo dedicato alla mitica Ruy Lopez, un’apertura giustamente considerata come la Regina dei giochi aperti; si era detto che l’apparente astrusità della terza mossa del Bianco di piazzare l’Alfiere campochiaro nella casa b5 piuttosto che in quella c4 cambiava radicalmente l’impostazione strategico-tattica delle partite di gioco aperto. Avevo anche detto che la fortuna della partita spagnola dipendeva dalla straordinaria elasticità dell’apertura a partire dalle varianti minori sino a quelle più giocate ed adottate nei maggiori tornei internazionali.
Avevo parlato, inoltre, della possibile terza mossa del Nero dalla primitiva variante Cozio come 3…Cge7, sino alle più spericolate come 3…f5, o alle solide e più giocate come la variante del muro di Berlino come 3…Cf6 , etc..(un’altra variante come la Rio De Janeiro che sarebbe in realtà una sottovariante della berlinese classica non si gioca più), o alla 3…g6 giocata soprattutto da Vasily Smyslov
Ma la terza mossa più giocata in assoluto nella Ruy Lopez è sicuramente questa che prende il nome dal grande e geniale Paul Morphy: 3…a6!? Questa mossa, apparentemente anomala, ha uno scopo ben preciso: si chiede al Bianco di prendere una decisione: è meglio ritirare l’Alfiere o cambiarlo con il Cavallo in c6? Cambiare l’Alfiere con il Cavallo in sé e per sé non sarebbe un errore; in cambio della coppia degli Alfieri, il Bianco rovina la struttura pedonale del Nero per ottenere un probabile finale vincente perché il Bianco avrebbe ottime chances di portare a promozione un pedone sfruttando la maggioranza sull’ala di Re, mentre sull’ala di Donna il Nero con un pedone doppiato non potrebbe mai sfruttare la maggioranza per crere un pedone libero. Il prezzo da pagare , però, sarebbe l’immediata cessione della coppia di Alfieri che favorirebbe il Nero. Oppure il ritiro, ma che senso avrebbe portare l’Alfiere campochiaro del Bianco da b5 a c4? Più logico sarebbe a questo punto spostare l’Alfiere indietro di un passo precisamente nella casa a4 (nel caso in cui il Bianco non volesse giocare la famigerata variante di cambio) mantenendo la pressione sul Cavallo c6 difensore del pedone e5.
Ma torniamo alla mossa di Morphy e in particolare a 3…a6. Ci rendiamo conto che il geniale maestro americano ha intuito che il gioco del Nero si basa sulla difesa dalle minacce indirette al pedone e5, per prima cosa bisogna cacciare il fastidioso Alfiere campochiaro o Alfiere spagnolo con la manovra a6 prima e b5 poi. Il Bianco, però, colloca l’Alfiere nella diagonale a2-g8 conseguendo un obiettivo è riuscito ad indebolire l’ala di Donna del Nero ed ha piazzato l’Alfiere nella stessa diagonale dell’Alfiere italiano; infatti questo è il prezzo da pagare per la difesa del pedone e5; in compenso il pedone Nero non è direttamente attaccabile e, pertanto, il Nero può tentare di pareggiare il gioco al centro cercando di sviluppare i pezzi, mentre il Bianco farà le sue classiche manovre posizionali per incrementare il vantaggio del tratto occupando il centro con la struttura c3, d4, e4.
Sembra che la variante 3…a6 sia apparsa per la prima volta nel famoso match disputato nel 1858 contro il formidabile Adolf Anderssen, quest’ultimo rispose in modo un po’ timido e pertanto Morphy non ebbe problemi: per prima cosa pareggiò facilmente il gioco, poi andò in vantaggio e vinse il finale.
Ecco la partita:
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