E’ morto ieri all’età di 89 anni l’ex campione del mondo Vassily Smyslov (24 marzo 1921- 26 marzo 2010).
E’ stato il settimo campione del mondo della FIDE, imponendosi contro Botvinnik nel 1957 per 12,5 a 9,5.
L’anno seguente ha perso il titolo sempre contro Botvinnik per 12,5 a 10,5. Già nel 1954 aveva partecipato ad un match per il titolo mondiale, pareggiando contro Botvinnik per 12 a 12, e per questo il titolo era rimasto al detentore.
Smyslov ha difeso i colori della Unione Sovietica in ben 9 olimpiadi, tutte vinte, con un punteggio complessivo di 90 su 113 (+69 =42 -2).
Numerosi sono stati i tornei vinti in carriera, dai due prestigiosi tornei dei candidati del 1953 (quello di Zurigo, per intenderci, considerato uno dei più bei tornei della storia del gioco) e del 1956 a due campionati sovietici, ma anche molti tornei internazionali. Nel 1950 arrivò secondo a Venezia.
Nel 1948 giunse secondo alle spalle di Botvinnik nel torneo di Campionato Mondiale.
Iniziò la carriera internazionale nel 1938, ed ancora nel 1983, a 62 anni, era capace di giungere in finale del torneo dei candidati, superando Huebner e Ribli prima di cedere dignitosamente al più giovane Kasparov per 8,5 a 4,5.
Nel 1986/87 ha preso parte al torneo di Reggio Emilia (vedi foto sotto).
Dal 2001 non ha più partecipato a tornei, ma è sempre rimasto vicino all’ambiente fino agli ultimi giorni di vita.
Un giocatore che per 50 anni è stato protagonista della scena scacchistica mondiale, uno degli ultimi grandi della magnifica schiera sovietica degli anni cinquanta. Le sue partite resteranno nella storia del gioco per la perfezione dei piani strategici creati, e anche se lo stile di gioco è differente da quello di Tal, quando era il momento Smyslov era capace di spettacolari attacchi.
E’ morto per un attacco di cuore.
Un grandissimo campione, apprezzato dagli addetti ai lavori compreso dal regista Kubrick. Grandissimo stratega, tattico raffinato e splendido finalista. Un grande giocatore dallo stile personale.
La notizia mi ha riempito di sconfinata tristezza. E’ sempre stato il mio campione preferito, capace di unire sapienza tattica e maestria strategica in una sublime eleganza, sempre “alla ricerca dell’armonia”.
Io ho imparato ad apprezzarlo solo da poco tempo.
Ma la sua scomparsa e´ un vuoto nel nostro spirito.
Quando i Giganti se ne vanno il vuoto lasciato non si colma più. Per tutti quelli che, come me, hanno “imparato gli scacchi” attraverso le partite dei giocatori degli anni 50-60, il vuoto è ormai quasi colmo: Tal, Petrosian, Botvinnik, Bronstein, Fischer e ora Smyslov. Ma le impronte dei Giganti restano per sempre, profonde e nitide, e il cammino tracciato, da tutti è percorso, anche dai futuri giganti, nella gloria della vita!