Cosa hanno in comune gli scacchi e il poker?

Scritto da:  | 11 Aprile 2010 | 4 Commenti | Categoria: Zibaldone

Qualche settimana fa un lettore del mio blog mi ha scritto una email chiedendomi cosa pensavo di un suo articolo pubblicato su un sito specializzato di poker intitolato “Scacchi e poker: mondi lontanissimi?” Gli ho risposto sul mio blog, però se la redazione di Soloscacchi non ha nulla in contrario, vorrei proporre anche qui quello che ho appena scritto sul blog.

JT

Questa è la domanda che si è posto Italo Rossi nel suo articolo intitolato “Scacchi e poker: mondi lontanissimi?”

Secondo Rossi: “ Una delle storie meno conosciute del poker è quella che riguarda i legami col gioco degli scacchi. In un certo è comprensibile: tanto il mondo del poker è fatto di sponsor, soldi e celebrità, tanto quello degli scacchi conserva, tradizionalmente, uno stile sobrio e serioso. Eppure i due giochi hanno molto in comune. Gli approcci di filosofi della scacchiera come Emanuel Lasker sono a volte usati dai pokeristi professionisti per imporre il proprio gioco sull’avversario. In particolare, le teorie di Lasker, considerato il primo scacchista a usare manovre impreviste per confondere l’avversario e metterlo in una situazione psicologica di svantaggio, possono essere spesso applicate al Texas Hold ‘Em.”

Non sarei tanto d’accordo sullo stile sobrio e serioso perché nei grandi tornei come quelli di Linares in Spagna o il Corus in Olanda (solo per citare quelli più famosi) ci sono gli sponsor e circola parecchio denaro. Ad alti livelli i giocatori di scacchi sono dei veri e propri professionisti. Certo, a differenza del Texas Holdem è assai improbabile vedere sui tavoli da gioco una celebrità come George Clooney giocare a scacchi! Se si esclude il grande attore Humphrey Bogart, che è stato notoriamente appassionato del nobil giuoco e frequentatore del Manhattan chess club, i Vip italiani e stranieri sono grandi appassionati dell’Holdem. Concordo quando Rossi cita il grande  Emanuel Lasker come indiscusso maestro e inventore del gioco psicologico. Lasker non giocava basandosi sui principi teorici enunciati da Steinitz, non cercava la mossa più forte o quella che i teorici considervano migliore, semmai giocava le mosse che potevano creare maggiore fastidio all’avversario.  Non a caso Lasker durante i tornei osservava con attenzione lo stile dei suoi avversari e quando li incontrava li metteva a disagio. Un giocatore come Tarrasch, rispettoso sino al dogmatismo dei principi fondamentali delle aperture, si trovava in difficoltà con uno come Lasker perché quest’ultimo giocava aperture che lo stesso Tarrasch considerava minori o scorrette; inoltre, lo stesso Tarrasch non riusciva a capacitarsi come facesse a vincere un giocatore che giocava così “male!” Un altro episodio famoso è quello avvenuto in una partita contro David Janowsky, Lasker, che era a conoscenza del fatto che Janowsky difficilmente avrebbe ceduto all’avversario  la coppia degli Alfieri, giocò in una variante d’apertura una mossa a dir poco discutibile per provocare un cambio sgradito tra Alfiere e Cavallo. Janowsky, ovviamente rifiutò, ma poi la sua  posizione sulla scacchiera peggiorò finendo poi con il perdere. Di esempi di gioco psicologico di Lasker se ne potrebbero fare tanti….

Per concludere: “ Non mancano poi esempi di scacchisti passati alle carte, come Howard Lederer (chiamato “il professore”) , Ivo Donev o Ylon Schwartz. Del resto sia poker che scacchi si basano sulle stesse doti: memoria, concentrazione, capacità di calcolo delle probabilità e quella ineffabile capacità di cogliere i segnali di debolezza degli avversari.”

Segnalo allo stesso Rossi il giocatore russo Grischuk, che è attualmente uno dei più forti giocatori del mondo, tra coloro che si cimentano sia sul tavolo verde che sulle 64 caselle.

Per il resto sono d’accordo;  vi sono tanti punti in comune tra le due discipline e che l’approccio psicologico in una partita di poker è fondamentale. Vorrei segnalare un’altra cosa: lo stesso Lasker oltre ad essere un grande scacchista, era anche un abilissimo giocatore di bridge, sicuramente non avrebbe avuto problemi a giocare a Poker Texas Holdem!

 

Almira Skripchenko, più brava a scacchi o a poker?? (Foto di J.B.Thiele)

Un altro illustre giocatore di poker: Alexander Grischuk (Foto di John Henderson)

N.B. A proposito di Grischuk, cosa pensate di questa partita giocata quest’anno contro Gashimov? Grischuk ha il Nero, gioca la temibile e rischiosa variante del pedone avvelenato, Gashimov scatena una violenta caccia al Re e Grischuk con un sangue freddo da giocatore di poker porta il proprio Re allo scoperto e vince una partita che avrebbe fatto la gioia dei giocatori romantici!

avatar Scritto da: Jazztrain (Qui gli altri suoi articoli)


4 Commenti a Cosa hanno in comune gli scacchi e il poker?

  1. avatar
    Mandriano 11 Aprile 2010 at 15:28

    Per fortuna hanno in comune Almira Skripchenko…!!!!

  2. avatar
    Jazztrain 11 Aprile 2010 at 19:25

    😀

  3. avatar
    Martin Eden 8 Ottobre 2010 at 13:17

    Non per voler atteggiarmi a puro a tutti i costi ma ritengo fondamentale una piccola differenza tra gli scacchi ed il poker…

    Quanti, secondo voi, giocherebbero lo stesso a poker senza alcuna posta in palio (in denaro, intendo…;)?!?

    A scacchi per fortuna mi sembra che non sia (ancora) così…

  4. avatar
    bembaaaa 12 Novembre 2011 at 14:29

    certo martin, ti controbatto: quanti scacchisti giocherebbero senza orologio?

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