Il 15 gennaio pubblicai su Soloscacchi un articolo quasi interamente fotografico su Wolfgang Unzicker, per pubblicizzare il video che avevo messo su Youtube nel quale si vede il GM tedesco in visita a Pisa negli anni sessanta. Purtroppo la sorte ha voluto che nell’articolo non finisse la immagine più bella e commovente, ed ecco che la metto qui, anche perchè questa foto fa venire mille pensieri……
Il giocatore a sinistra è il mitico Willi Schlage, il giocatore “mediocre” più famoso della storia, sia perchè una sua vittoria è finita in “2001 Odissea nello Spazio” sia perchè uno stato africano, il Mali, gli ha dedicato un francobollo (in una serie con Bogoljubow, Alekhine e Janowski, questi ultimi due di valore facciale inferiore!!).
Comunque ecco qui nell’ articolo di Jazztrain la sua vittoria usata da Kubrick in “2001”.
Poi abbiamo in piedi che troneggia sul gruppetto, unica donna, Edith Keller, che venne proclamata Grande Maestra nel 1977 dopo una lunga e gloriosa carriera (giunse 5a-7a nel mondiale del 1949/50 e 3a nel torneo dei candidati del 1955, ma seppe battere anche GM maschili come Rossolimo e Puc). Oggi la signora si avvicina ai 90 anni (essendo classe 1921).
Purtroppo il giovane Klaus, che aveva un padre da sempre nazionalsocialista, con slancio partecipò al secondo conflitto mondiale, e venne ucciso in battaglia vicino ad Amburgo il 17 aprile 1945, a sole tre settimane dalla fine della guerra.
E passiamo all’ultimo personaggio della foto, quello da cui tutto è partito, il nostro Wolfgang Unzicker. Li era il più giovane, aveva 14 anni, e nella vita è sicuramente quello che ha raggiunto la maggiore notorietà (mi viene in mente “Mungendo la mucca” nelle “60 partite da ricordare”. Una vita che appare serena, come sereno sembra il personaggio che vediamo nel filmato girato da Beggi. Aveva un fratello scacchista che morì giovanissimo in guerra, come Junge, si sa, la sorte colpisce a casaccio, forse. Unzicker festeggiò il suo ottantesimo compleanno del 2005 in compagnia della moglie e dei tre figli, all’epoca era ancora prima scacchiera del club “Tarrasch Munich”, ed era un illustre giudice in pensione. L’anno seguente fece una vacanza in Portogallo, e li morì, ad Albufeira.
Una fotografia, una banale fotografia, quante cose può contenere.
Da essa possiamo raccontare la storia del costume, com’erano vestiti, che pettinature avevano, oppure la storia degli scacchi, quello che ho provato a fare brevemente. Ma una fotografia può anche raccontare la storia della nostra esistenza, delle nostre speranze: vediamo un gruppo che ha dei progetti, un maestro che pensa di condurre gli allievi fino alle più alte vette della sua arte, e poi abbiamo degli allievi che incamerano gli insegnamenti, il loro cuore palpita nella speranza di diventare un giorno campioni del mondo, di poter battere Alekhine o Keres.
Ma la foto non ci racconta che il maestro morirà l’anno seguente; e anche uno degli allievi, il più promettente, quello che riuscirà veramente a battere Alekhine e Keres, ma non a diventare campione del mondo, dopo soli 6 anni da quella foto, alla tenerissima età di 21 anni, lascerà questa terra e i suoi sogni di gloria.
Invece altri due allievi, Unzicker e la Keller, baciati in fronte dalla dea bendata, riusciranno non solo a diventare grandi maestri, ma a prolungare la loro esistenza fino al terzo millennio, per poter conoscere oggetti impensabili all’epoca della fotografia, quali ad esempio i personal computer che analizzano milioni di mosse al minuto, chissà cosa avrebbe detto Schlage……….
Un articolo semplicemente strepitoso, splendide le fotografie, inquietanti quelle del giovane Junge.
Junge fu un nazista di prim’ordine. Pare (ma la fonte è quantomai incerta) che prima di morire gli fosse stata proposta la resa, ma il fervore ideologico era tale che continuò a combattere.
Un uomo, nonchè grande talento, perso!
Grande articolo, Claudio! Credo che mio padre, che per un certo tempo si occupò di filatelia scacchistica, abbia pure il francobollo di Schlage! Schlage è suo malgrado famoso anche per una sua mancata vittoria contro il campione tedesco Ahues (presente a S.Remo 1930): il finale è presente in tutti i manuali di finali, dove il Bianco si mangia la vittoria non adottando il procedimento della “spallata”!
un’articolo semplicemente… bello !