Uno degli artisti più noti del novecento, il francese Marcel Duchamp, come noi tutti sappiamo era anche un forte scacchista. Ma pochi hanno visto qualche sua partita a scacchi, e quindi ho pensato di presentarvi in questo articolo non solo i suoi lavori artistici legati alla scacchiera ma anche i suoi lavori artistici sulla scacchiera.
Nato in Francia nel 1887, si avvicino giovane alla pittura, con una prima fase nella quale si ispirò alle coorenti ed ai maestri più famosi dell’epoca, come è visibile nella bella tela “The chess game”:
Ma rapidamente scavalcò le correnti che imperversavano all’epoca, e contribuì in maniera determinante alla nascita del futurismo, dipingendo una cinquantina di tele tra le quali “I giocatori di scacchi” del 1911, conservato a Philadelphia (vedi immagine).
Ad appena venticinque anni d’età smise definitivamente di dedicarsi alla pittura, e da quel momento il suo talento si indirizzo verso una miriade di altre tecniche, principalmente legate al campo della scultura. Ed è in questo secondo periodo che nascono opere fondamentali nel bene e nel male, pioniere della neonata arte concettuale. Tra i primi lavori di questa seconda fase la famosissima “Fontana” del 1917 (vedi immagine) e la “Gioconda con i baffi”.
Nel 1923, tornato a Parigi dal Sudamerica, decise di dedicarsi quasi esclusivamente al gioco degli scacchi, e per dieci anni cercò con molta volontà di sfondare anche nella nostra arte, arrivando ad ottenere risultati discreti. Nel 1928 (6,5/16, vincendo una partita al forte lettone Petrov e pareggiando contro Stoltz e il nostro Marotti), nel 1930 (4/15, pareggio con Marshall), nel 1931 (2,5/9, pari con il nostro Hellmann) e nel 1933 (2/12) fu uno dei rappresentanti della nazionale olimpica francese (che aveva Alekhine in prima scacchiera), vinse qualche torneo minore e si cimentò alcune volte ad alto livello, ottenendo comunque risultati nella parte inferiore del tabellone.
Deluso forse da questo, si riavvicinò all’arte, non dimenticandosi di rappresentarvi il suo gioco preferito, come potete vedere nelle immagini che seguono:
Ma torniamo adesso al Duchamp scacchista, che scrisse anche un libro sui finali di pedoni insieme ad Halberstadt. Quello che conosciamo di meno, assorto alla scacchiera come nella seguente foto:
Ecco per finire un paio di sue partite che dimostrano come il suo livello di gioco non fosse così malvagio:
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