Scacchi …fumanti!

Scritto da:  | 15 Settembre 2010 | 10 Commenti | Categoria: Curiosità, Scacchi e letteratura, Zibaldone

No, non fatevi ingannare dal titolo. Non voglio parlarvi di un cuoco scacchista, famoso per il suo timballo di pedoni, il fritto di torri o la tagliata di cavallo. Quello che mi interessa è affrontare il tema scacchi e fumo. L’idea mi è stata involontariamente suggerita da un recente e simpatico battibecco tra Marramaquís e cserica nel corso dei commenti all’articolo “La scomparsa di Bent Larsen” (andate a dare un’occhiata se vi è sfuggito). Senz’altro il fumo è una pessima abitudine, sia per la salute propria sia per quella degli altri ed è inutile che i più incalliti fumatori “scacchisti” ci propinino storie del tipo “…sì, ma il fumo aiuta la concentrazione…”. Ma fino a qualche anno fa era possibile fumare in sala da torneo, anzi ci sono fotografie (cserica nel corso della tenzone con Marramaquís inserisce un link con la foto di Geller …fumante…;) che mostrano alcuni GM con la sigaretta in mano che giocano partite di altissimo livello. Ma l’acme della lotta al fumo scacchistico la raggiunse Nimzowitsch che, nel corso di un torneo a Valdes (1931), andò dall’arbitro pregandolo di chiedere al suo avversario, che aveva un sigaro spento in mano, di non fumare. L’arbitro rispose “Maestro…ma non sta fumando” e Nimzowitsch rispose – molto scacchisticamente – “Lo so, ma minaccia di fumare e la minaccia è notoriamente più forte della mossa stessa”. Ebbene io sono d’accordo con il divieto di fumare dappertutto ma non ho potuto non collegare la diatriba cserica-Marramaquís alla poesia di Eugenio Montale “Nuove Stanze” (1939):

Poi che gli ultimi fili di tabacco
al tuo gesto si spengono nel piatto
di cristalli, al soffitto lenta sale
la spirale del fumo
che gli alfieri e i cavalli degli scacchi
guardano stupefatti; e nuovi anelli
la seguono, più mobili di quelli
delle tue dita.
(…)

Naturalmente questa splendida poesia continua – vi esorto a cercarla e leggera per apprezzare la sua bellezza assoluta – e gli scacchi vengono utilizzati come segno di presagio. I pezzi, dopo aver guardato le spire di fumo alzarsi allorquando la giocatrice ha spento la sigaretta, dopo aver osservato il vento spalancare le finestre della stanza e agitare il fumo, si impauriscono al suono funebre della campana (Martinella) di Palazzo Vecchio a Firenze e la chiarezza della tragedia emerge. Siamo vicini all’inizio della Seconda Guerra Mondiale e la sensibilità del poeta non poteva non intercettare l’angoscia e il dramma cosmico che stava per materializzarsi agli occhi dei popoli della Terra. Ma l’artista è in grado di subire la tragedia senza venir meno alla propria vocazione e la musa ispiratrice (la letteratura), la donna che spegne la sigaretta, rimane all’interno della propria stanza in attesa dei funerei eventi.
Ma questa poesia ha un altro collegamento con gli scacchi, perché pare* che quella donna che giocando a scacchi spegne la sigaretta potrebbe essere la campionessa Clarice Benini**, conosciuta da Montale a Firenze, presso il Caffè delle Giubbe Rosse, dov’era il circolo scacchistico fiorentino, frequentato, tra gli altri, da Stefano Rosselli del Turco***.
Odio il fumo…ma non sempre.
_______

* “Scacchi, quando le donne presero il potere” (Marco Lapi) in “Toscana Oggi” – 5.7.2007.
** nata a Firenze il 08.01.1905 e uccisa a Rufina il 06.09.1976.
*** (Firenze, 1877 -1947) marchese e scacchista, fonda a Firenze nel 1911 la rivista “L’Italia Scacchistica”.

Ai Lettori di SoloScacchi il compito di indovinare il nome di questa concentratissima fuma... no, che dico?!? ...giocatrice!

Alle gentili Lettrici di SoloScacchi invece il (gradevole) compito di provare a indovinare quale tra i nostri redattori è qui sopra raffigurato... 😉

avatar Scritto da: Zenone (Qui gli altri suoi articoli)


10 Commenti a Scacchi …fumanti!

  1. avatar
    cserica 15 Settembre 2010 at 09:37

    ricordo quando a 14 anni entrai per la prima volta in un circolo di scacchi, c’era una cappa di fumo che ricopriva tutto, e aprire le finestre era impossibile, per il semplice fatto che con tutto quel fumo non si riusciva a vedere dov’erano…

  2. avatar
    Marramaquìs 15 Settembre 2010 at 10:37

    Stupefacente Zenone. Posso solo dire che odio il fumo …. ma da oggi un po’ meno.

  3. avatar
    Mongo 15 Settembre 2010 at 11:41

    Acc… Mi hai rubato l’idea, per lo meno sino a ciò che diceva Nimzowitsch. Per il resto, grazie per avermi fatto conoscere questa poesia del Montale.
    Fumare un bel toscanaccio mentre si analizza una posizione è da ‘fine del mondo’… In tutti i sensi.
    ;)

  4. avatar
    Mauro 15 Settembre 2010 at 21:38

    “Valentinov [il manager di Luzhin, ndr] asseriva che era opportuno per un giocatore di scacchi fumare (in quanto sia negli scacchi, sia nel fumo v’era un che di orientale), mentre in nessuna circostanza doveva bere” (V. Nabokov, La difesa, Mondadori 1968, p. 100). E in effetti ricordo bene anch’io il circolo scacchistico di La Spezia negli anni ’70, immerso nella nebbia del fumo di sigaretta (e che se non erro era esattamente lo stesso di Claudio, con gli eterni Albano, Lattarulo, Scotto a giocare lampo con il nero), mentre ancor oggi sono pochissimi a bere alcol prima delle partite.
    Si può aggiungere che Petrosian consigliava di mangiare caviale prima di giocare; e Korchnoi, riferendo il consiglio di Petrosian, conferma che, ci si creda o no, il caviale davvero migliora il gioco in modo straordinario. Ancora non è studiato l’effetto del sesso pre-partita. Per il bene della scienza, bisognerà fare qualche studio controllato.

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      cserica 15 Settembre 2010 at 22:37

      il circolo in questione, il primo nel quale misi piede, non era il DDM ma il DPT, autunno 1976…….

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        Mauro 15 Settembre 2010 at 23:02

        Anche per me il primo fu quello. Me lo ricordo bene, prima stava nel palazzo delle poste, poi si trasferì nel palazzotto adiacente… Mi ci introdusse il povero Tornabuoni, amico del papà di un amico, pochi mesi prima di morire.

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          cserica 16 Settembre 2010 at 07:48

          il dr. Tornabuoni era anche molto amico di mio padre, ed era un giocatore molto forte anche se non prese mai le nuove categorie nazionali. In una Coppa Italia degli anni ’50 entrò tra i primi sedici, con una fetta di tabellone che comprendeva tutti i giocatori liguri e piemontesi.
          Ma non fu lui ad introdurmi.
          ci arrivai per la passione di un mio coetaneo.

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    Mezzasalma 16 Settembre 2010 at 15:19

    Accidenti. Vorrei proprio conoscerlo questo Zenone, che passa in maniera incredibile dai suoi paradossi alla poesia del Montale per un argomento (il fumo negli scacchi) che vedo appassionare molti lettori del sito. Si, vorrei proprio conoscerlo. Mi viene il sospetto che potrebbe essere il giovanotto della foto, semplicemente per il motivo che ha un dragone tatuato sul braccio ma non sta giocando l’est-indiana: dimostrazione evidente di un suo paradosso. E poi, un buco in g6 e il re in d7 per confermare altri paradossi scacchistici. No, non sono convinto che sia il nostro Zenone. Un dubbio atroce: che sia la vecchietta?

  6. avatar
    Zenone 16 Settembre 2010 at 15:41

    Finalmente un commento di Mezzasalma! Ebbene sì, “maledetto Carter…”… ehm… “Mezzasalma” quella vecchietta in realtà sono io… “Stanislao Moulinsky” …ehm…”Zenone”, il tuo irriducibile avversario di circolo (mentre quello a torso nudo è soltanto Bartolomeo Pestalozzi da Pinerolo di Bonviana memoria!).
    Grazie del commento.

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    arresni 17 Settembre 2010 at 13:03

    Eh sì, la minaccia è più forte della sua esecuzione… la citazione precisa rende meglio l’idea. :)

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