Quando la cultura incontra gli scacchi: scacchi al Turisport!

Scritto da:  | 11 Ottobre 2013 | 13 Commenti | Categoria: Cultura e dintorni

Ringrazio assolutamente SoloScacchi che è un sito di scacchi per cui scrivo ormai da quattro o cinque anni (sic!) che davvero mi hanno sostenuto in tanti momenti che, come si capisce, non sono sempre stati tutti felici o infelici ma loro c’erano sempre. E questo è quello che si chiede a delle persone serie, non semplicemente a degli amici ma a delle persone serie in generale…

– Dal discorso per la presentazione del libro Un mistero in bianco e nero

 scacchi e cultura 3

La domenica 6 ottobre di quest’anno in un clima altalenante, con l’umidità che rendeva indistinguibile la maglietta dalla pelle, si è svolta una manifestazione che sarebbe riduttivo definire ʽscacchisticaʼ o ʽculturaleʼ. E’ avvenuto un raro incontro, raro non solo di questi tempi, tra due mondi, due universi che non dovrebbero essere paralleli e che invece lo sono sin troppo spesso e da troppo tempo. Il tutto è avvenuto in due ore e poco più e, come tutte le cose buone, tutto si è svolto in un lasso di tempo assai ristretto. Il padiglione D della fiera di Cagliari ha accolto gli scacchisti e i curiosi in un’unica sala per unire tutti in un momento di condivisione e discussione.

Come sempre in queste circostanze si palpava un’aria di attesa e aspettativa, sia da parte del pubblico, sia da parte dei relatori, che da parte degli organizzatori. Predisporre simili eventi non è un’attività scontata. Possono esserci dei buchi nella pianificazione, possono capitare momenti di vuoto, di incomprensione. Il pubblico, poi, potrebbe annoiarsi. Le più piccole cose nascondono inattesi rivolgimenti. Tutto può accadere. Ognuno la vive dal proprio lato: l’autore con il pensiero rivolto al suo lavoro, l’organizzatore con la mente alle necessità pratiche e i relatori ai loro discorsi. Per chi crede nella vita spesa all’interno delle emozioni forti, dovrebbe almeno provare una volta cosa significa attrezzarsi per la buona riuscita di una simile manifestazione: altro che paracadutismo! E poi per tutti la medesima annosa domanda: ma ci verrà qualcuno?

Dopo i convenevoli iniziali, dopo aver rincontrato amici che si pensavano sperduti al di là dei confini dell’universo, ci siamo seduti e predisposti psicologicamente a parlare. La manifestazione è stata aperta da Eugenio Dessy, il quale ha presentato il mio libro Un mistero in bianco e nero. La filosofia degli scacchi. Alcuni temi caldi sono venuti allo scoperto bene: come la filosofia può entrare dentro gli scacchi, la complessità scacchistica, primi su tutti.

Prima di tutto i ringraziamenti. Cerco di non dimenticare nessuno, per quanto sia possibile: l’A.D.S. Cagliari Scacchi, Soloscacchi, S.P.Q.R., l’Italia Scacchistica, Scuola Filosofica e tanti altri. Impossibile non sottolineare la bellezza della locandina di Paolo Scattone… Introduco il libro dall’esterno. Penso, in fondo, che chi vorrà conoscere il contenuto del libro, se lo leggerà. Non tutti sono tenuti a farlo, sicché parlo del perché è stato importante scriverlo e perché ho voluto farlo. Pensiero laterale? Forse.

Terminata la presentazione con alcuni interventi del pubblico, che sono sempre la parte che più mi piace, per il confronto e per i temi sempre nuovi di cui si parla; ecco che arriva Stefano Sabatini, informatico e studioso, con il quale tengo la tavola rotonda su Scacchi, informatica e conoscenza. Amico e maestro, Stefano inizia a parlare. E’ un’emozione avere il privilegio di poter parlare a suo fianco, una persona che in almeno due circostanze è stato fondamentale per il mio pensiero e per le scelte di vita. Un’emozione ancora maggiore, un piacere e orgoglio quando penso che è la prima volta che organizzo e tengo una discussione pubblica su un argomento impegnativo e lo sto facendo con la persona che più di tutti ha dato una direzione alla mia mente: c’è chi fornì i contenuti, chi la forma, lui la direzione. Stefano illustra la storia dei programmi informatici, mentre io parlo del problema filosofico della conoscenza e delle macchine. Molti gli interventi. Ed è su questo che vorrei soffermarmi.

scacchi e cultura 2Sono alla mia terza esperienza. Ho presentato già il libro a Milano e Siena, sempre in cornici splendide e con persone stimolanti e interessanti. E ho notato sempre la grandissima partecipazione, non necessariamente numerica (ma mai veramente pochi intimi, considerati gli usuali numeri per simili manifestazioni), ma una partecipazione qualitativa. In tanti vogliono parlare, discutere, confrontarsi. Non solo con il sottoscritto che, naturalmente, deve argomentare di più e da cui si desidera avere risposte. Ma la partecipazione è calda, estesa, sentita. Le persone del pubblico alla conferenza hanno dialogato tra loro, in un confronto civile, positivo, chiaramente sentito importante. Il genere di pubblico, che i profani si aspetterebbero solo di scacchisti, è straordinariamente variegato: professori universitari, lavoratori, studenti, disoccupati. Ci sono proprio tutti e tutti sono intervenuti. Domande banali o interventi superficiali non ne ricordo e non perché la mia memoria faccia difetto.

Tutto questo non può non far riflettere. C’è davvero bisogno di parlare, c’è davvero un comune senso di necessità di dibattito. Il problema è vincere la spontanea pigrizia, da un lato, ma soprattutto lo scetticismo delle autorità, di qualunque genere. Scacchi e cultura sono un binomio vincente e dimostrano che è possibile davvero un confronto con la società civile anche su temi apparentemente non banali come la conoscenza e l’informatica. La verità è che quel poco che si chiede (una sala e un po’ di pubblicità) non si ha voglia di farlo perché ormai siamo talmente tutti convinti che non serva a niente e che non lo voglia nessuno, che ci autoinganniamo. Perché è sempre più comodo credere alle menzogne, alla falsità pur di non fare niente. E invece simili eventi si possono fare anche senza disporre di milioni di euro, a patto di trovare le persone giuste e lo spazio giusto e la giusta organizzazione. Grazie agli scacchi, grazie alla cultura. Grazie ancora a tutti quanti!

scacchi e cultura 1

avatar Scritto da: Giangiuseppe Pili (Qui gli altri suoi articoli)


13 Commenti a Quando la cultura incontra gli scacchi: scacchi al Turisport!

  1. avatar
    Martin Eden 11 Ottobre 2013 at 21:03

    Giangiuseppe… siamo noi a ringraziar te, stanne ben certo! 😉

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    Ivano E. Pollini 11 Ottobre 2013 at 21:35

    Ciao GianGiuseppe ❗

    Leggo con piacere che il libro continua ad ottenere consensi 😀

    Bello!

    Continua così, per gli scacchi, per la filosofia e anche per te ❗ 😆

    E le neuroscienze ❓ altra tua specialità ❗

    Complimenti e auguri

    • avatar
      Giangiuseppe Pili 12 Ottobre 2013 at 22:52

      Carissimo,

      Grazie per le belle parole! Speriamo che pure il futuro possa essere anche meglio del presente! 🙂 Sia per il libro, che per la filosofia… che per me! Di quando in quando!

      E d’altronde, belle manifestazioni non si fanno né nascono da sole. E io ho l’unico merito di crederci quando molti non ci credono. Ma è sempre stato così, io credo!

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    Giangiuseppe Pili 11 Ottobre 2013 at 22:29

    Caro Martin, grazie per la sorpresa!
    Fa piacere rileggere queste righe, con la mente ancora rivolta a quella splendida giornata!

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    INSALA' 12 Ottobre 2013 at 16:31

    …vorrei sommessamente fare un’osservazione, del tutto personale, sullo stato dell’arte della letteratura scacchistica.A fronte di innumerevoli pubblicazioni ,in quasi nessuna (compreso l’innovatore Suba) riscontro un reale tentativo di “salto quantico”. Anzi, per dirla tutta registro una nuova “degenerazione” rappresentata dai manuali per il solo giocatore agonista i quali trasmettono allo scacchista solo quel che serve per il torneo perchè il resto, secondo questi novelli innovatori, è solo fuffa, grasso che cola.La tendenza che emerge da questa nuova trattatistica manichea è che l’Universalismo, sia poco funzionale al “sacro” Elo. Il risultato è un piattume nel gioco senza precedenti, soprattutto tra i professionisti di alto livello, i tanto osannati super-GM.Il nostro gioco, invece, necessiterebbe di nuova linfa, di nuove idee, di una letteratura diversa che descriva il gioco sotto profili inediti e che abbia come obiettivo realmente e non fittiziamente come accade oggi, il giocatore medio. Esatto, il giocatore medio, perchè credo che gli attuali GranMaestri e MI così concentrati sul proprio Elo, non siano in grado di tracciare nuove strade.Facendo un riferimento personale, un MISTERO IN BIANCO E NERO, che ho letto avidamente,ha fornito molti spunti per il mio gioco pratico più di quanto abbia fatto un libro di Soltis,Nunn,Dvoretsky per citare i più acclamati pedagoghi del nostro tempo.E’ grazie a questo saggio che ho “razionalizzato” ad esempio, il concetto della CONTROINTUITIVITA’, ossia il procedere contro le evidenze del senso comune che è, poi, il connotato profondo non solo di ogni rivoluzione ma spesso di una singola acquisizione della scienza o il senso OLISTICO del gioco che nussun manuale tecnico e il gioco pratico sono in grado di sistematizzare se non come frammento mnestico ma evasivo.In definitiva un incoraggiamento agli editori italiani affinchè sostenengano una letteratura scacchistica “altra” che miri ad evidenziare gli aspetti “innaturali” del nostro gioco perchè c’è necessità di un “insight”, un’apertura di scena per affrancarci dal prototipo del giocatore-cyborg così tanto alla moda.Saluti.

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      Giangiuseppe Pili 12 Ottobre 2013 at 22:56

      Mi fa piacere sapere che abbia potuto trarre qualche vantaggio nel gioco dalla lettura del mio libro! Soprattutto, spero che abbia potuto dare qualche (nuova?) idea, dentro e fuori dal gioco. Che è sempre quanto vorremmo da una buona lettura! 😉

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    paolo bagnoli 12 Ottobre 2013 at 18:40

    Innanzitutto, complimenti a GG Pili! Sto ultimando, dietro invito di Roberto Messa, un “qualcosa” che dovrebbe, alla fine, risultare una specie di guida al “pensiero dilettantistico”, elaborata sulla base di mie personali esperienze e sui commenti ad altre partite giocate da dilettanti contro Maestri.
    Spero possa servire a qualcuno

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      INSALA' 12 Ottobre 2013 at 19:01

      …bellissima idea, Signor Bagnoli!! Sarà sicuramente una chicca…Mi prenoto sin d’ora per una copia, Saluti.

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      Giangiuseppe Pili 12 Ottobre 2013 at 22:54

      Carissimo Paolo, ti ringrazio per le belle parole e speriamo, dunque, di vedere a breve ultimati i tuoi sforzi.

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    Joe Dawson 13 Ottobre 2013 at 00:23

    Corpo di mille balene! E’ davvero un dilemma filosofico: Giangi scrive per SoloScacchi prima che esso nascesse: quindi SoloScacchi è nato prima che Giangi iniziasse a scrivere per esso, ed allora lui ha dovuto iniziare a scrivere per SoloScacchi un attimo prima ancora, quindi…

    Altro che Achille e le uova di tartaruga: bisogna tirare il collo alla gallina qui! 😉

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      Giangiuseppe Pili 13 Ottobre 2013 at 19:48

      Esatto! 😉 C’è un errore! (Non a caso è stato inserito il (Sic!), che serve a dire “qui è così”… MA NON E’ COSI’;) Ma diciamo che se Soloscacchi avesse iniziato a esistere PRIMA allora avrei iniziato ALLORA a scrivere! Eh eh eh! Ma comunque scrivo dalla fine del 2009 circa.

  7. avatar
    Tamerlano 14 Ottobre 2013 at 20:57

    Grazie all’autore di questo scritto! Se ci sarà un’occasione simile a Roma non mancherò di partecipare.

    • avatar
      Giangiuseppe Pili 15 Ottobre 2013 at 20:24

      Eh, caro Tamerlano! Piacerebbe molto anche a me! Tutto sta nel trovare CHI voglia organizzarla! 🙂

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